Il complesso di Edipo: come si manifesta e quali conseguenze potrebbe avere se non si risolve

Il complesso di Edipo ha origine dalla famosa leggenda e si riferisce a un periodo della vita del bambino, durante il quale entra in competizione con il padre a causa di una proiezione amorosa nei confronti della madre. Non c’è nulla di cui preoccuparsi e di solito si risolve da solo. Ma come lo puoi riconoscere?
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Maria Teresa Gasbarrone 21 Aprile 2023
In collaborazione con la Dott.ssa Samanta Travini Psicologa

Per complesso di Edipo s'intende quella fase evolutiva dell'individuo fondamentale per il suo sviluppo psichico e sessuale del bambino. Nella sostanza si manifesta nella forma della competizione che un figlio inconsciamente nutre per il genitore del suo stesso sesso, dovuta alla proiezione amorosa nei confronti del genitore di sesso opposto.

Questo fenomeno è stato teorizzato nell'ambito della teoria psicoanalitica da Sigmund Freud ed è connesso all'identità sessuale. Questo concetto ispirò anche lo psicoanalista Carl Gustav Jung, che coniò la formula "complesso di Edipo" e identificò nel "complesso di Elettra" l'equivalente del fenomeno nelle bambine.

Cos'è

Generalmente, la risoluzione del complesso di Edipo è spontanea e prevede l'identificazione progressiva con il genitore del proprio sesso. In molti casi, infatti, il fenomeno ha come conseguenza violenti conflitti emotivi e sensi di colpa, da cui risulta la scoperta delle differenze che permettono al bambino di comprendere quale ruolo deve occupare nella relazione tra i due sessi.

Nello sviluppo evolutivo, pertanto, questa tappa è importante per la futura strutturazione della personalità.

Oggi, quest'espressione è impiegata per entrambi i sessi, nonostante per le bambine sia più appropriato parlare di complesso di Elettra.

Il mito di Edipo

Il complesso di Edipo prende il nome dal protagonista di un mito greco raccontato da Sofocle. Come spesso accade nella mitologia, il mito in questione ha un esito tragico: Edipo uccide il padre e sposa la madre, causando la rovina della sua gente.

La storia però è molto più complessa di così. Il mito è ambientato nella città greca di Tebe: qui il re Laio, non riuscendo ad avere figli dalla moglie Giocastra, si reca all’oracolo di Delfi per avere risposte. Ma quello che scopre è terrificante: se mai avesse avuto un figlio, questo lo avrebbe ucciso e poi si sarebbe legato in un rapporto incestuoso con la moglie.

Ecco perché quando Giocostra rimane incinta, dopo averlo ubriacato, Laio decide di abbandonare il figlio in una foresta dopo avergli ferito i piedi per impedire che riuscisse a muoversi e a trovare aiuto (“Edipo” in greco significa “dai piedi gonfi”).

Il piccolo viene però salvato da un pastore e donato al re di Corinto. Solo da adulto Edipo scopre che il re non è il suo vero padre e così decide di lasciare la città. Dopo una serie di eventi a incastro – come capita spesso nella mitologia – Edipo finisce a Tebe e dopo aver sconfitto la Sfinge, il mostro che aveva invaso la città, diventa re e sposa Giocastra. Entrambi ignari del rapporto che li lega, concepiscono dei figli, realizzando così la profezia di Delfi e facendo piombare sulla città una terribile pestilenza.

Il complesso di Elettra

Per quanto riguarda le bambine, invece, il "complesso di Elettra" prende ispirazione dal nome dell'eroina greca che uccise la madre, Clitemnestra, per vendicare suo padre Agamennone.

Proprio come il complesso di Edipo, quello di Elettra è stato identificato da Jung per per approfondire le differenze tra i due generi in questo fondamentale – e normale – tappa dello sviluppo psicologico e sessuale di un individuo.

Complesso di Edipo non superato

Secondo Freud il complesso edipico è il risultato della relazione triangolare che si sviluppa tra madre, padre e figlio e la sua risoluzione determinerebbe la personalità dell'individuo. Secondo la teoria del padre della psicoanalisi il complesso di Edipo si sviluppa in tre fasi:

  1. Fase orale (fino ai 18 mesi): è la fase dell'allattamento e della suzione. In questa fase il possesso si realizza attraverso il canale orale e la libido passa attraverso la bocca, il mezzo con cui il bambino conosce il mondo esterno e si nutre;
  2. Fase anale (dai 18 mesi ai tre anni): in questa fase il piacere del bambino si realizza attraverso la defecazione. Durante questo periodo si sviluppa l'autostima;
  3. Fase fallica (dai 3 ai 5/6 anni): il bambino acquista consapevolezza del proprio organo sessuale. Secondo Freud è a questa fase che corrisponde lo sviluppo dell'ostilità verso il padre e il timore della castrazione come punizione, il cosiddetto "complesso della castrazione".

Nello sviluppo normale della persona questo rapporto triangolare dovrebbe risolversi spontaneamente con la crescita. Qualora invece l'ostilità con il padre (ovvero il genitore del proprio sesso) e l'attaccamento con la madre (ovvero il genitore dell'altro sesso) persistano anche dopo la fine della fase fallica possono innescarsi forme di nevrosi infantili con conseguenze possibili anche nelle relazioni adulte.

Come si manifesta

Nei bambini

Verso i tre anni, o i due anni e mezzo, il bambino diventa possessivo nei confronti della madre, chiede più coccole e tenerezze. Può anche cercare di intromettersi nell'intimità sessuale dei genitori entrando, per esempio, in camera loro senza bussare. Per quanto concerne le bambine, questa fase corrisponde al momento in cui cercano di conquistare il papà e di attirare continuamente la sua attenzione, mentre la madre diventa, al tempo stesso, una rivale e un modello. Freud la chiama fase fallica, poiché il bambino, in piena fase di scoperta del proprio corpo, capisce che il pene è un elemento importante nell'intimità dei suoi genitori, dalla quale lui però è escluso.

Non riuscendo in queste incoscienti manovre di seduzione, spesso il bambino, tra i tre e i cinque anni, soffocherà la propria contrarietà, che finirà per esprimersi attraverso attacchi di collera e incubi. Freud definisce questa fase "complesso di castrazione".

Generalmente, tra i 5 e i 7 anni, si passa attraverso quella che Freu definisce "fase risolutiva", durante la quale il bambino rinuncerà a prendere il posto del genitore del suo stesso sesso, respingendo nel proprio inconscio le sue emozioni e le sue passioni.

Verso i cinque o i sei anni infatti, inizia l’età in cui le bambine vogliono imitare la mamma e in cui i bambini sono felici di adottare comportamenti simili a quelli del papà e di condividere delle attività con lui. Questi comportamenti sanciscono concretamente il superamento del complesso edipico e l'ingresso in una nuova fase che accompagnerà la crescita del bambino e il suo corretto approccio psicologico nei confronti della figura paterna e materna.

Negli adulti

Secondo Freud, nella crescita di un bambino, un complesso di Edipo irrisolto sarebbe all'origine della maggior parte dei disordini psichici. Spesso infatti, nell'età adulta, la ricerca difficoltosa di un partner, e una conseguente relazione problematica, nasce proprio da un rapporto non risolto con il genitore del sesso opposto. In questo caso si parla appunto di complesso di Edipo non superato.

Idealizzazione, rabbia repressa, incapacità di comunicare e tensioni nascoste accumulate nel tempo possono determinare una difficoltà di approccio con il sesso opposto che nasce da un rapporto tutt'altro che risolto con la madre o, nel caso del complesso di Elettra, con il padre.

Tuttavia, questo complesso sembra poter esistere solo in una famiglia nucleare (padre, madre e bambini che vivono sotto lo stesso tetto): l’emergere di nuove forme di famiglia (monoparentali, omoparentali) conduce la psicanalisi moderna a considerare altri casi, in cui la figura paterna o materna è assente, o divisa tra due uomini o due donne. Casi come questi mostrano l'urgenza di rivedere lo schema psicoanalitico del complesso di Edipo, che la critica scientifica sta mettendo in discussione ormai da molti anni, anche per quanto riguarda le famiglie di tipo classico, con padre, madre e bambino.

Come superare il complesso di Edipo

Come già anticipato il complesso di Edipo, e quindi anche quello di Elettra, rientra spontaneamente. In questa fase di crescita però i genitori possono avere un ruolo importante. Innanzitutto è decisivo l'ambiente in cui il bambino vive, essere circondato da rapporti familiari sereni e  con ruoli definiti.

I genitori, inoltre, devono avere un approccio amorevole, ma anche autorevole, attento a non accontentare ogni desiderio o richiesta del bambino, così come non possono imporre al piccolo uno stile di vita ipercontrollato e fatto di proibizioni continue.

(Scritto da Samanta Travini, psicologa, il 26 febbraio 2020;

Modificato da Maria Teresa Gasbarrone il 19 aprile 2023)