Il disturbo ossessivo compulsivo: quando un pensiero o un’immagine ricorrente condiziona la tua vita

Secondo la classificazione del DSM 5, il disturbo ossessivo compulsivo (conosciuto anche come DOC o OCD in inglese), è un disturbo caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni. Può presentarsi sia nell’infanzia che nell’età adulta, anche se l’incidenza massima la si ha tra i 15 e i 25 anni.
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Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
6 Dicembre 2019 * ultima modifica il 06/12/2019

Il disturbo ossessivo compulsivo si riconosce perché è costituito da una serie di immagini, pensieri o impulsi ricorrenti. Di solito, ti provocano ansia oppure disgusto e di conseguenza metterai in atto una serie di azioni ripetitive, che siano mentali o materiali, per difenderti e sentirti più tranquillo. Dubbi come: "Potrei infettarmi con il virus Hiv se tocco la porta del bagno della discoteca", oppure "avrò chiuso bene la porta?” che ti rimbalzano nella mente al punto da non lasciare spazio ad altri pensieri, sono tipici di questo problema. Proviamo allora a conoscerlo più da vicino e a capire come fare per tenere a basa ossessioni e compulsioni.

Cos'è il disturbo ossessivo compulsivo

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti. Questi ti possono provocare ansia e disgusto che ti spingono ad attuare azioni ripetitive materiali o mentali per tranquillizzarsi. Il disturbo ossessivo compulsivo prevede l’esistenza di sintomi quali ossessioni e compulsioni, che possono presentarsi insieme o separatamente. Almeno l’80% dei pazienti ha ossessioni e compulsioni, meno del 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni.

Cosa sono le ossessioni

Le ossessioni (chiamate anche erroneamente manie o fissazioni) sono pensieri, immagini o impulsi percepiti come incontrollabili da chi li sperimenta. Tali idee sono sentite come disturbanti e solitamente giudicate come infondate o eccessive.

Tali pensieri e idee vengono infatti percepite come:

  • Intrusive: la persona ha la sensazione che “irrompano da soli” o che siano indipendenti dal flusso di pensieri che li precede.
  • Fastidiose: la persona sperimenta disagio per il contenuto o per la frequenza.
  • Prive di senso: la persona ha la sensazione che siano irrazionali, esagerati o comunque non giustificati o poco legati alla realtà presente.

Essi attivano emozioni sgradevoli e molto intense, come per esempio ansia, disgusto e senso di colpa. Di conseguenza potresti sentire il bisogno di fare il possibile per rassicurarti e gestire il tuo disagio emotivo.

Esempi di ossessioni sono pensieri come:

Potrei infettarmi con il virus Hiv se tocco la porta del bagno della discoteca”; “Non devo pensare al nome delle persone a cui voglio bene in ospedale, altrimenti potrebbero ammalarsi”; “Se non controllo che tutti i file siano chiusi, qualcosa di brutto accadrà”;“Potrei dire qualcosa di brutto senza accorgermene”.

Coloro che soffrono di disturbi ossessivi possono:

  • temere oltremodo lo sporco, i germi e/o le sostanze disgustose;
  • essere terrorizzati di procurare inavvertitamente danni a sé o ad altri (di qualunque natura: di salute, economici, emotivi, ecc.) per errori, leggerezze, disattenzioni, sbadataggini;
  • aver paura di poter perdere il controllo dei propri impulsi diventando aggressivi, perversi, autolesivi, blasfemi, ecc.;
  • avere dubbi persistenti rispetto al sentimento che nutrono verso il partner o rispetto al proprio orientamento sessuale, anche se solitamente riconoscono che tutto ciò non è giustificato;
  • sentire il bisogno di svolgere azioni e sistemare oggetti sempre nel “modo giusto”, completo, “ben fatto”.

Esempi di pensieri ossessivi sono: “Ho dimenticato di chiudere la manopola del gas” “Ci sono dei germi sulle mie mani” “Ho ucciso qualcuno con la macchina”.

Esempi di immagini ossessive sono: immagini blasfeme a sfondo religioso, immagini a sfondo sessuale

Esempi di impulsi ossessivi sono: impulso di fare del male a una persona cara, impulso di agire dei comportamenti sconvenienti in pubblico

Cosa sono le compulsioni

Le compulsioni tipiche del disturbo ossessivo compulsivo sono dette anche cerimoniali o rituali. Sono comportamenti ripetitivi (come controllare, lavare/lavarsi, ordinare, ecc.) o azioni mentali (pregare, ripetere formule, contare) finalizzati a contenere il disagio emotivo provocato dai pensieri e dagli impulsi che caratterizzano le ossessioni sopra descritte. Le compulsioni diventano facilmente rigide regole di comportamento e sono decisamente eccessive, talvolta bizzarre agli occhi degli osservatori.

Tipi di disturbo ossessivo compulsivo

sintomi del DOC sono molto eterogenei, ma nella pratica solitamente se ne distinguono alcune tipologie. Alcuni pazienti possono avere più di un tipo di disturbo contemporaneamente o in momenti diversi della propria vita.

Contaminazione

I sintomi sono ossessioni e compulsioni connesse al rischio di contagi o contaminazioni e compulsioni di pulizia. Le persone che ne soffrono sono ad esempio tormentate dall’insistente preoccupazione che loro stessi o un familiare possa ammalarsi entrando in contatto con qualche invisibile germe o sostanza tossica.

Agenti “contaminanti” comprendono sostanze come urine, sangue, sudore, saponi, solventi e, per generalizzazione, tutti gli oggetti o persone potenzialmente veicolo di queste sostanze.

Il contatto con la sostanza temuta è seguita da rituali tesi a neutralizzare la contaminazione (ad esempio rituali di lavaggio ripetuto delle mani, dei vestiti o di oggetti personali). Talvolta le sensazioni di sporco sono innescate anche solo da pensieri immorali o ricordi di eventi traumatici, senza alcun contatto con agenti contaminanti. In questo caso si parla di contaminazione mentale.

Controllo

I sintomi sono ossessioni e compulsioni implicanti timori ricorrenti e controlli protratti e ripetuti, correlati al dubbio di aver dimenticato qualcosa o di aver fatto un errore o danneggiato qualcosa o qualcuno inavvertitamente. Se soffri di questo tipo di disturbo, arrivi a pensare che una tua azione o omissione sia causa di disgrazie.

Esempi di controlli tipici riguardano aver chiuso la porta di casa, il gas o l’acqua, aver contato bene i soldi o non aver scritto parole blasfeme.

Ossessioni pure

I sintomi sono pensieri o, più spesso, immagini relative a scene in cui la persona attua comportamenti indesiderati e inaccettabili. Questi sono privi di senso, pericolosi o socialmente sconvenienti (aggredire qualcuno, avere rapporti pedofilici, tradire il partner, bestemmiare, compiere azioni blasfeme, offendere persone care, ecc.).

Queste persone non hanno né rituali mentali né compulsioni, ma soltanto pensieri ossessivi. Ciononostante mettono in atto strategie per tranquillizzarsi. Ad esempio ripassano mentalmente il passato per assicurarsi di non aver fatto certe cose. Oppure monitorano costantemente le sensazioni che provano e si sforzano di contrastare pensieri e impulsi sgraditi.

Ossessioni superstiziose

Si tratta di un pensiero superstizioso portato all’eccesso. Il soggetto è dominato da regole per cui deve fare o non fare determinate cose, pronunciare o non pronunciare alcune parole, vedere o non vedere certe cose (es. carri funebri, cimiteri, manifesti mortuari), certi numeri o certi colori, ecc. contare o non contare un numero preciso di volte degli oggetti, ripetere o non ripetere particolari azioni il “giusto” numero di volte. Tutto ciò perché violare le regole potrebbe essere determinante per l’esito degli eventi e far accadere cose negative a sé o ad altri.

Ordine e simmetria

Chi ne soffre non tollera assolutamente che gli oggetti siano posti in modo anche minimamente disordinato o asimmetrico. Libri, fogli, penne, asciugamani, videocassette, cd, abiti nell’armadio, piatti, pentole, tazzine, devono risultare perfettamente allineati, simmetrici e ordinati secondo una sequenza logica (es. dimensione, colore, ecc.).

Quando ciò non avviene queste persone passano ore del loro tempo a riordinare ed allineare questi oggetti, fino a sentirsi completamente tranquilli e soddisfatti.

Accumulo/accaparramento

È un tipo di ossessione piuttosto rara che caratterizza coloro che tendono a conservare e accumulare (e talvolta perfino a raccogliere per strada) oggetti insignificanti e inservibili (riviste e giornali vecchi, pacchetti di sigarette vuoti, bottiglie vuote, asciugamani di carta usati, confezioni di alimenti), per la enorme difficoltà che hanno a gettarli. Oggigiorno questa problematica viene considerata distinta dal vero e proprio DOC e prende il nome di disturbo da accumulo (hoarding disorder).

Le cause del disturbo ossessivo compulsivo

Non sono ancora state scoperte le cause, organiche o ambientali, del disturbo ossessivo compulsivo. È per questo che, piuttosto che di cause, si preferisce parlare di fattori di rischio, cioè elementi che aumentano la probabilità che il DOC si manifesti. Tra questi, si annoverano la storia familiare (avere un familiare stretto che soffre di disturbo ossessivo compulsivo), eventi di vita traumatici o estremamente stressanti e la presenza di altri disturbi mentali, come l’abuso di sostanze o la depressione.

Dal punto di vista strettamente psicologico, esistono evidenze del fatto che alcune esperienze e alcune caratteristiche educative possono contribuire fortemente alla genesi del disturbo ossessivo compulsivo.

Esistono ampie evidenze empiriche e cliniche che sostengono che il timore di colpa e l’elevato senso di responsabilità predicono la tendenza ad avere ossessioni e compulsioni e che la manipolazione della responsabilità influenzi l’intensità e la frequenza di comportamenti ossessivi sia nei pazienti che in campioni non clinici.

Anche una forte rigidità morale, di frequente frutto di una educazione particolarmente severa, con grande attenzione alle regole e con punizioni sproporzionate e/o difficilmente prevedibili, è un elemento che generalmente si trova nella storia delle persone che soffrono del disturbo ossessivo compulsivo (DOC); si tratta di aspetti educativi che molto probabilmente favoriscono l’esagerata responsabilità e la sensibilità alla colpa.

Rischi e conseguenze del disturbo ossessivo compulsivo

Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo che si cronicizza, anche se con fasi altalenanti di miglioramento e di peggioramento, e a volte si aggrava fino a compromettere il funzionamento in diverse aree di vita.

La presenza di ossessioni e compulsioni comporta una marcata sofferenza, compromette il normale funzionamento sociale e lavorativo del soggetto e non è meglio giustificata da altri disturbi d’ansia o da malattie psichiatriche dovute a condizioni mediche generali. Esso riduce notevolmente le capacità di realizzazione esistenziale, riflettendosi negativamente anche sulla qualità e sulla durata delle relazioni amicali e affettive (il 50% dei pazienti non è in grado di mantenere un rapporto di coppia). Può inoltre provocare un peggioramento della vita anche dei familiari: la persona può avere sintomi cosi pervasivi da diventare invalidanti non solo per sé, ma anche da impedire il normale funzionamento della vita dei familiari.

Ad esempio i congiunti spesso sono direttamente coinvolti nelle compulsioni (per contenere il disagio del soggetto si sentono costretti a fare loro stessi lavaggi ripetuti, controlli o altro tipo di rituali) o chiamati continuamente in causa con ripetute richieste di rassicurazione circa il contenuto delle ossessioni (ad esempio il paziente a turno “interroga” genitori, partner, fratelli con domande come “sei sicura che toccando una maglietta rossa non ci si contagi?”; “avrò chiuso bene la porta?”). Il coinvolgimento nei sintomi può essere estenuante per i familiari e questo, con il passare del tempo, può anche peggiorare la qualità delle relazioni.

La presenza dei sintomi è vissuta con sofferenza e disagio per diverse ragioni:

  • Le ossessioni sono presenti in modo costante e ripetuto e non lasciano tregua: gran parte della giornata è occupata da immagini, pensieri e/o idee che non lasciano spazio per dedicarsi ad altro e rendono il soggetto esausto.
  • Il contenuto delle ossessioni è minaccioso e genera preoccupazione: le idee e i pensieri ossessivi sono ansiogeni perché riguardano il timore di essere esposti a un pericolo (“potrei infettarmi”, “potrei far danneggiare mia figlia”, “potrebbe esplodere la casa e tutto il palazzo”) e di essere in qualche modo responsabili e colpevoli di tale pericolo, rendendosi persone immorali, cattive o pericolose (“sarebbe colpa della mia superficialità”, “non ho fatto quando in mio dovere per proteggere i miei famigliari”).
  • Un’idea ossessiva, però, può essere problematica anche per il fatto stesso di essere stata pensata: ad esempio, il soggetto può essere ossessionato da pensieri erotici o da bestemmie.

Un recente studio pubblicato su Molecular Psychiatry ha stabilito che i pazienti affetti da Disturbo Ossessivo-Compulsivo sono 10 volte più a rischio di suicidio rispetto alla popolazione generale. I ricercatori hanno infatti scoperto che il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo associato ad un significativo rischio di suicidio, anche in assenza di altre condizioni psichiatriche in comorbilità, al pari di altri disturbi come schizofrenia, disturbo bipolare, disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) e superiore a quello del disturbo post-traumatico da stress (PTSD) o alla dipendenza da alcol.

Come si cura il disturbo ossessivo compulsivo

Le linee guida internazionali indicano nella terapia farmacologica e nella terapia cognitivo-comportamentale i trattamenti più efficaci.

La terapia cognitivo-comportamentale è finalizzata a breve termine a ridurre la quantità e la frequenza dei sintomi e, più a lungo termine, a rendere il soggetto meno vulnerabile ai temi e ai meccanismi cognitivi che hanno contribuito alla genesi e al mantenimento del disturbo ossessivo compulsivo. Come dice il nome la terapia cognitivo – comportamentale è costituita da due tipi di psicoterapia che si integrano a vicenda: la psicoterapia comportamentale e la psicoterapia cognitiva.

La tecnica più usata all’interno dell’approccio comportamentale alla cura del disturbo ossessivo compulsivo è l’esposizione e prevenzione della risposta. Per esempio: le persone con l’ossessione per i germi possono essere invitate a stare in contatto con oggetti “contenenti germi” (esempio, prendere in mano dei soldi) finché l’ansia non è scomparsa. La ripetizione dell’esposizione, che deve essere condotta in modo estremamente graduale e tollerabile per il paziente, consente la diminuzione dell’ansia fino alla sua completa estinzione.

Perché la tecnica dell’esposizione sia più efficace per la cura del disturbo ossessivo compulsivo è necessario che sia affiancata alla tecnica di prevenzione della risposta. Vengono sospesi, o inizialmente almeno rimandati, gli abituali comportamenti ritualistici che seguono alla comparsa dell’ossessione.

La psicoterapia cognitiva mira alla cura del DOC attraverso la modificazione di alcuni processi di pensiero automatici e disfunzionali. In particolare, agisce sull’eccessivo senso di responsabilità, sull’eccessiva importanza attribuita ai pensieri, sulla sovrastima della possibilità di controllare i propri pensieri e sulla sovrastima della pericolosità dell’ansia, che costituiscono le principali distorsioni cognitive dei pazienti con DOC.

Cos'è il disturbo ossessivo compulsivo di personalità

Gli individui con questo disturbo di personalità sono caratterizzati dalla tendenza al perfezionismo, da elevati standard di prestazione e devozione per il lavoro e per la produttività che si traducono nell’attenzione minuziosa per dettagli, procedure e liste. Sono presenti, inoltre, un’eccessiva preoccupazione per l’ordine, perseveranza, ostinazione, indecisione, inflessibilità, difficoltà a manifestare le proprie emozioni e tendenza ad essere molto ruminativi, coscienziosi, moralisti e critici, soprattutto verso i propri errori.

Le persone con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità tendono a essere rigide, hanno difficoltà a delegare le attività in quanto ritengono che l’altra persona non sia in grado di svolgere il compito altrettanto bene, possono essere avare e sentire il bisogno di controllare il denaro al fine di prevenire eventuali catastrofi. Le parole chiave per descrivere questo disturbo di personalità sono “controllo”, “dovere” e “perfezionista”.

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…