Il Global Fund: cos’è e chi finanzia il progetto internazionale per la lotta all’Aids, alla Tubercolosi e alla Malaria

Nato nel 2002, il Fondo Globale è un movimento internazionale di contrasto alle epidemie di Aids, Tbc e Malaria. Ad oggi vede il contributo di 80 Paesi e ogni anno raccoglie più di 4 miliardi di dollari per finanziare e rafforzare progetti sanitari in ogni angolo del mondo, specialmente nelle regioni maggiormente colpite da queste malattie. Negli ultimi 20 anni, grazie al suo impegno sono state salvate oltre 50 milioni di vite.
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Kevin Ben Alì Zinati 17 Novembre 2022
* ultima modifica il 17/11/2022

Aids, tubercolosi e malaria. Sono le tre emergenze sanitarie mondiali nel mirino del Global Fund, il movimento internazionale nato nel 2002 per eradicare definitivamente queste epidemie a partire dalle aree del mondo che maggiormente ne subiscono il peso economico e sociale.

Il Global Fund vede la partecipazione di tutti i Paesi del G7, della Commissione Europea e altri Stati esterni al G7 oltre ad organismi internazionali, ONG  e enti privati e ogni anno raccoglie e investe più di 4 miliardi di dollari per finanziare e rafforzare i sistemi sanitari in prima linea contro quelle che rappresentano tre delle malattie infettive più mortali che conosciamo.

Che cos’è

Il Global Fund è un meccanismo finanziario mondiale deputato alla ricerca di fondi da investire in programmi e progetti di contrasto all’AIDS, alla tubercolosi e alla malaria.

Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del Duemila queste epidemie facevano paura: infezioni sconosciute, malattie nuove contro cui non avevamo terapie o cure. Sembravano imbattibili.

Le risposte “locali”, messe in campo cioè dai singoli Paesi colpiti per di più non sortivano effetti a lungo termine così, nel 2002, il mondo si è riunito per innescare una risposta globale più forte e massiccia.

Fu al G8 di Okinawa del 2000 che per la prima volta venne messa sui tavoli internazionali l’idea di un Fondo Globale per la lotta a quelle che erano le malattie infettive più mortali allora conosciute. L’anno successivo, al Vertice di Genova il Global Fund era già un movimento nato e costruito e immediatamente nel gennaio 2002 si insediò ufficialmente a Ginevra.

Risultati

In questi 20 anni di attività, il Global Fund ha ottenuto risultati decisivi, determinanti. Finanziati con oltre 55 miliardi di dollari, i programmi sanitari per la lotta all’Aids, alla Tbc e alla malaria del Fondo sono stati in grado di salvare otre 50 milioni di vite.

Il traguardo va anche più in là: il tasso di mortalità combinato per queste epidemie, infatti, è stato ridotto di oltre la metà nei paesi in cui investe Global Fund. Immaginarlo appena una ventina di anni fa pareva quasi utopia.

Chi partecipa

Il Global Fund è un’iniziativa di partenariato pubblico-privato che, ad oggi, coinvolge più di 80 paesi “donatori”.

Alla lotta alle tre epidemie contribuiscono prima di tutto i Paesi G7, cioè i sette maggiori Stati economicamente avanzati del mondo (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti). A loro si aggiunge la Commissione Europea e diversi altri Paesi non appartenenti al G7.

Un’importante caratteristica del Fondo Globale è il suo meccanismo di donazione a cui possono partecipare anche soggetti privati ma anche organismi internazionali, ONG dei Paesi in via di sviluppo e rappresentanti delle popolazioni a rischio e colpite dalle malattie.

A questi poi vanno aggiunti i cosiddetti partner bilaterali come il piano di emergenza del presidente degli Stati Uniti per il soccorso contro l'AIDS, la Malaria Initiative (PMI) del presidente degli Stati Uniti, l'agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, l’Agence Française de Développement, l'ufficio per gli affari esteri, il Commonwealth e lo sviluppo del Regno Unito, i governi di Germania e Giappone. E poi: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, UNAIDS, la RBM Partnership to End Malaria, la Stop TB Partnership, Unitaid e Gavi, la Vaccine Alliance.

Il contributo italiano

Riconosciuto come membro del G7, anche l’Italia è tra i donatori del Global Fund. Anzi: dal momento della sua nascita, nel 2002, il nostro Paese ha versato oltre 1 miliardo di dollari al Fondo diventando il nono Stato donatore dopo Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Germania, Giappone, Commissione Europea, Canada e Svezia.

L’Italia, inoltre, ha stipulato con il Global Fund un accordo di contribuzione pluriennale che, nel periodo 2020-2022, prevedeva un contributo di oltre 160 milioni di Euro. Si trattava del singolo maggiore contributo multilaterale volontario corrisposto dalla Cooperazione Italiana.

Recentemente però, durante il G20 di Bali, il neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato che il nostro contributo sarà ancora superiore, con 185 milioni di dollari per il prossimo triennio: un incremento importante, del 15% rispetto al periodo precedente, che testimonia la consapevolezza nostra – e del mondo – di come le pandemie non siano finite.

Anzi, complice anche il cambiamento climatico, potrebbero essercene altre e non così lontane nel tempo.

Fonte | Global Fund; Ministero degli Esteri

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