Il primo giorno di vaccinazioni anti-Covid è passato. E ora cosa accade?

Quando partirà la campagna vaccinale vera e propria? Quando raggiungeremo l’immunità di gregge o potremo finalmente dichiarare finita la pandemia? Messo da parte tutto l’entusiasmo per il V-Day, ora è tempo di guardare al futuro e iniziare a fare i conti con i numeri che abbiamo a disposizione.
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Giulia Dallagiovanna 28 Dicembre 2020
* ultima modifica il 18/01/2021

Ieri è stata una giornata storica e per molti aspetti emozionante: il V-Day europeo. I primi vaccini anti-Covid sono stati somministrati ai rappresentanti delle categorie sanitarie che tuttora sono in prima linea in questa emergenza. Bene. E ora che succede? Accantonato l'entusiasmo del primo giorno, è arrivato il momento di sedersi e ragionare sul futuro prossimo per capire cosa ci attende e in quanto tempo potremmo sperare di dichiarare finita questa pandemia.

I primi vaccini

Ieri in Italia abbiamo iniziato a somministrare le prime 9.750 dosi della soluzione di Pfizer-BioNTech, il primo vaccino ad essere stato approvato dall'Ema, l'agenzia europea dei medicinali. Ti ricordo però che sono necessarie due dosi ciascuno a distanza di 21 giorni per ottenere l'immunità completa e che, una volta ricevuto anche il cosiddetto richiamo, l'efficacia di questo farmaco è del 95%. Nei prossimi quattro giorni quindi dovranno essere vaccinate quasi 10mila persone, perché le fiale non possono rimanere per più tempo fuori dai supercongelatori che le conservano a una temperatura compresa tra i -60 e i -90 gradi, come ci ha spiegato Massimo Medaglia, direttore della farmacia dell'Ospedale Niguarda di Milano che nella mattina di ieri si è occupato della preparazione dei vaccini. Quando arriveranno le prossime?

Pfizer-BioNTech ha promesso l'arrivo di 470mila dosi ogni settimana a partire proprio da oggi, 28 dicembre 2020. Sembra che l'avvio delle vaccinazioni vere e proprie all'interno degli ospedali e dei presidi sanitari partirà durante i primi giorni di gennaio. Entro marzo dovrebbero essere immunizzate almeno 1.874.323 persone.

Le prime persone vaccinate ieri all’Ospedale Niguarda di Milano. Credits photo: Regione Lombardia

Le dosi assegnate all'Italia

In via del tutto eccezionale e causa naturalmente della gravità della situazione che stiamo vivendo, i vaccini sono stati acquistati dai governi prima ancora che le autorità sanitarie li avessero approvati. L'idea è che era meglio rischiare di non ricevere il prodotto ordinato, piuttosto che arrivare in ritardo con gli approvvigionamenti e rischiare di uscire troppo tardi della pandemia. Naturalmente anche l'Italia si è messa in coda, ma la negoziazione vera e propria è stata affidata a una task force dell'Unione europea che si è poi occupata di dividere le dosi per tutti gli stati membri in base ai loro bisogni. In questo modo l'Italia dovrebbe avere:

  • 40,38 milioni di dosi da AstraZeneca
  • 26,92 milioni di dosi da Pfizer-BioNTech
  • 53,84 milioni di dosi da Johnson&Johnson
  • 40,38 milioni di dosi da Sanofi – GSK
  • 30,285 milioni di dosi da CureVac
  • 10,768 milioni di dosi da Moderna

In totale ci sono più di 202 milioni di dosi di vaccini anti-Covid opzionate dal nostro Paese, il 13,4% di tutte quelle richieste dall'UE.

Le dosi in arrivo ogni trimestre

Sulla base di questi numeri, è stato elaborato un piano vaccinale che tiene conto della produzione e quindi dell'arrivo in Italia delle varie dosi di vaccino. Il programma è suddiviso per trimestri e tiene conto anche della priorità con cui le diverse categorie dovranno essere vaccinate:

  • Primo trimestre 2021: 28,269 milioni di dosi
  • Secondo trimestre 2021: 57,202 milioni di dosi
  • Terzo trimestre 2021: 53,84 milioni di dosi
  • Quarto trimestre 2021: 14,806 milioni di dosi
  • Primo trimestre 2022: 28,266 milioni di dosi
  • Secondo trimestre 2022: 20,19 milioni di dosi

Se guardiamo solo alle dosi di Pfizer-BioNTech, ovvero l'unico utilizzato oggi in Italia, la ripartizione invece è questa:

  • Primo trimestre 2021: 8,749 milioni di dosi
  • Secondo trimestre 2021: 8,076 milioni di dosi
  • Terzo trimestre 2021: 10,095 milioni di dosi

Vale la pena di dare anche un'occhiata anche alle proiezioni del vaccino di Moderna, più avanti ti spiegherò perché:

  • Primo trimestre 2021: 1,346 milioni di dosi
  • Secondo trimestre 2021: 4,711 milioni di dosi
  • Terzo trimestre 2021: 4,711 milioni di dosi

L'ordine in cui saremo vaccinati

Lo saprai già: dal momento che le dosi non arriveranno tutte assieme, il governo ha stabilito un ordine di priorità rispetto alle persone che lo potranno ricevere per prime e a chi invece dovrà aspettare. Questo qui:

  1. Operatori sanitari e sociosanitari, sia pubblici che privati accreditati
  2. Residenti e personale delle RSA e delle strutture per anziani
  3. Persone che hanno più di 80 anni
  4. Persone che hanno più di 60 anni
  5. Persone di qualsiasi età che soffrono di una patologia cronica pregressa, immunodeficienza o disabilità
  6. Lavoratori a rischio come rappresentanti delle forze dell'ordine, insegnanti e così via
  7. Tutti gli altri
Il vaccino di Pfizer–BioNTech somministrato in Italia a partire dal 27 dicembre. Credits photo: Regione Lombardia

Le dosi in più

Fino a questo momento ti ho parlato di stime, che erano state elaborate quando ancora non erano arrivate le prime autorizzazioni. Oggi potremmo assistere a qualche cambiamento. Prima di tutto, il vaccino di Moderna sembra essere il prossimo farmaco ad essere approvato in Europa. Mentre l'FDA ha già dato il suo ok e negli Stati Uniti viene già utilizzato, si attende il verdetto dell'Ema il prossimo 6 gennaio e le prime somministrazioni già a partire dall'8. Nonostante questa sia una buona notizia, viene a scombussolare un po' i nostri piani.

Come infatti avrai notato anche tu, l'UE aveva puntato quasi tutto sul vaccino prodotto da AstraZeneca assieme all'Università di Oxford e all'azienda Irbm di Pomezia. Ma la sperimentazione, che sembrava proseguire a grande velocità, ha subito invece qualche ritardo e il farmaco non è quindi stato ultimato nei tempi previsti. Ora però l'azienda farmaceutica britannica sembra essersi rimessa al passo e una prima approvazione potrebbe arrivare già il 4 gennaio ad opera dell'Mhra, l'autorità che approva i farmaci nel Regno Unito a seguito della Brexit.

L'Italia potrebbe riuscire a ottenere altri 10 milioni di dosi delle soluzioni di Moderna e Pfizer-BioNTech

Intanto l'Unione europea ha girato lo sguardo verso le due americane e sta negoziando altre dosi con Pfizer e Moderna. Se tutto dovesse andare bene, l'Italia potrebbe avere diritto ad altre 10 milioni di dosi circa. A questo punto, vale la pena di ricordare che tutti e tre i vaccini di cui ti ho parlato fino ad ora dovrebbero avere un'efficacia che si aggira attorno al 95%, dopo la seconda dose.

I vaccini in ritardo

Se da un lato ci sono buone notizie, come quello delle dosi in aggiunta che potrebbero arrivare, dall'altro bisogna fare i conti con i normali intoppi che possono capitare nell'ambito della ricerca scientifica e della produzione di nuovi farmaci. Il vaccino di Sanofi-GSK infatti ha subito dei ritardi e non sembra che possa venir pronto prima della fine del 2021. Il problema principale è che non sembra essere in grado di stimolare una risposta immunitaria in grado di prevenire il Covid-19, soprattutto nelle persone più anziane. Va detto che per noi non sarà un grande ostacolo, dal momento che l'arrivo delle loro dosi era già previsto per l'inizio del 2022.

Per quanto riguarda gli altri, ovvero quello di Johnson&Johnson e il tedesco CureVac, sappiamo che il primo ha già consegnato tutti i dati all'Ema che li sta quindi studiando e a breve potrebbe pronunciarsi in favore o contro la sua approvazione. In Italia è atteso a partire da aprile 2021. Il secondo invece potrebbe essere quello che arriverà più tardi, perché al momento stanno ancora affrontando la fase 2 della sperimentazione. Si tratta comunque di un farmaco a mRNA, la stessa tecnologia utilizzata da Pfizer e Moderna. Infine, in estate potrebbe arrivare anche il vaccino italiano Reithera, prodotto in collaborazione con l'Istituto Spallanzani di Roma.

I primi effetti della campagna vaccinale

Dopo aver preso in considerazione tutti questi nomi e questi numeri, quando potremo iniziare a vedere i primi effetti della campagna vaccinale? Quando cioè il virus circolerà meno perché inizierà ad esserci un numero consistente di persone immunizzate? Il virologo Fabrizio Pregliasco ci ha spiegato che i primi benefici li vedremo quando raggiungeremo il 20-30% di persone vaccinate, ovvero tra i 12 e i 18 milioni di italiani. Secondo le stime, potremmo quindi toccare con mano i primi risultati tra giugno e luglio 2021.

Il virologo Fabrizio Pregliasco riceve la prima dose di vaccino Pfizer–BioNTech. Credits photo: Regione Lombardia

L'immunità di gregge

L'immunità di gregge invece potrebbe essere raggiunta già con il 60-70% di copertura vaccinale, anche se diversi esperti auspicano che si arrivi all'80%.

Insomma, dovremo aspettare che almeno 36milioni di italiani abbiano ricevuto entrambe le iniezioni per poter iniziare a parlare davvero di fine della pandemia e forse con 48 milioni di vaccinati potremmo finalmente toglierci le mascherine e riprendere la nostra vita di prima. Per questo motivo è fondamentale che ciascuno di noi, e anche tu, aderisca alla campagna vaccinale e se hai dubbi rispetto alla sicurezza del vaccino, non affidarti ai social network o al passaparola di qualche amico: informati da medici e fonti ufficiali, come l'AIFA o il Ministero della Salute.

L'immunità di gregge potrebbe arrivare tra settembre e novembre del prossimo anno

Se quindi anche tu contribuirai a questo importante traguardo, potremmo raggiungerlo tra settembre e novembre del prossimo anno. In questo modo, eviteremmo un nuovo inverno in pandemia e un altro natale chiusi in casa e lontano da amici e parenti.

Ma i bambini possono vaccinarsi?

Per la fascia di età al di sotto dei 16 anni sono ancora in corso gli studi che si stanno occupando di stabilire se i vari farmaci siano efficaci e sicuri per bambini e adolescenti. Al momento quindi non verranno vaccinati, ma non è escluso che presto si possa cominciare anche con loro.

Fonti| Ministero della Salute; ANSA

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