Oggi è il Vaccine Day: cos’è accaduto a Milano in questa giornata storica

In tutta Italia è partita oggi la campagna vaccinale contro il Covid-19. Alcuni rappresentanti di medici, infermieri e operatori sociosanitari hanno ricevuto la prima delle due dosi del farmaco di Pfizer-BioNTech necessarie per ottenere la protezione contro la malattia provocata dal Coronavirus. Ohga ha seguito questa giornata storica a Milano, una delle città più colpite dall’epidemia.
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Giulia Dallagiovanna 27 Dicembre 2020
* ultima modifica il 27/12/2020

Oggi è la giornata che stavamo aspettando. Oggi comincia la campagna vaccinale anti-Covid in tutta Italia e nel resto dell'Unione Europea. Dopo più di 10 mesi passati a difenderci dal Coronavirus, ora si inizia a giocare in attacco. "A Milano splende il sole", ha commentato il professor Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive dell'Ospedale Sacco. Ohga era all'Ospedale Niguarda, nel capoluogo meneghino, per seguire da vicino il Vaccine-Day italiano. E allora proviamo a viverla insieme questa giornata storica, che segna una svolta nel corso della pandemia.

I primi vaccinati

Entusiasmo ed emozione. Si legge questo negli occhi delle persone che dopo aver visto da vicino gli ospedali pieni di pazienti Covid che lottavano per sopravvivere, oggi si sono trovate di fronte all'arma che potrebbe farci dimenticare la pandemia una volta per tutte. "Finalmente c’è un risultato, finalmente si parte, si fa qualcosa di utile, di veramente utile per la fine di questa pandemia. Ci vorranno dei mesi perché tutti arrivino a poter fruire e avere benefici ma sono convinto di sì, funzionerà", dichiara commosso il dottor Alberto Zoli, direttore generale di AREU (Azienda Regionale Emergenza Urgenza), cioè quello che chiamiamo comunemente il 112. I primi soccorsi ai pazienti che dovevano essere ricoverati, l'entrare nelle case per assistere persone che non riuscivano più a respirare e le corse a bordo delle ambulanze a sirene spiegate. Ci sono tutti questi ricordi e la consapevolezza che, purtroppo, non è ancora finita, nella voce del dottore.

I medici, gli infermieri e gli operatori sanitari vaccinati oggi all’Ospedale Niguarda di Milano

"Dopo tutto quello che abbiamo vissuto, dopo aver visto persone soffrire, morire, voglio dare una testimonianza – aggiunge il professor Roberto Fumagalli, Direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione 1 dell'Ospedale Niguarda – Il vaccino serve per cambiare le sorti di questa epidemia". Sono tutti d'accordo, quando escono dall'ospedale Niguarda dove hanno ricevuto l'iniezione intramuscolo, la prima delle due necessarie per ottenere l'immunità completa. Stanno bene e dopo aver fatto da apripista lanciano un appello: "La vaccinazione è un'azione importante che serve a proteggere se stessi e la propria famiglia", ricorda il professor Fabrizio Pregliasco, presidente di Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze).

L'arrivo dei vaccini

In questi giorni abbiamo seguito passo passo il viaggio dei vaccini di Pfizer-BioNTech dal Belgio, dove si trova lo stabilimento che li produce, fino in Italia. Hanno valicato il Brennero la sera del 25 dicembre in direzione dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive "Lazzaro Spallanzani" di Roma. Il primo ospedale italiano ad avere accolto pazienti Covid è anche l'HUB principale dove saranno conservate tutte le dosi che arriveranno nel nostro Paese a cominciare da queste prime 9.750.

Allo Lombardia sono state destinate 324 fiale, che diventano 1.620 dosi

E sempre da qui sono partiti gli aerei e i camion militari che li hanno portati in tutte le regioni italiane, compresa quella più colpita in assoluto: la Lombardia. All'Ospedale Niguarda sono arrivate le 324 fiale alle 7:30 del mattino di domenica 27 dicembre e qualche ora più tardi, dal piazzale davanti alla struttura, sono partite la automediche che le hanno trasferite alle 11 province lombarde.

Nella giornata di oggi quindi sono stati vaccinati i primi medici, infermieri e operatori sanitari scelti in rappresentanza di tutte le categorie che si sono trovate e continueranno a trovarsi in prima linea durante questa emergenza. Oltre ai già citati Galli, Pregliasco, Fumagalli e Zoli, a Milano c'erano Adele Gelfo, operatrice socio sanitaria all'Ospedale Niguarda, Carlo Roberto Rossi, presidente dell'ordine dei Medici di Milano, Pasqualino D'Aloia, presidente dell'Ordine degli Infermieri di Milano e Fiorenzo Corti, vicesegretario di FIMMG Lombardia in rappresentanza dei medici di famiglia.

Non solo, ma nel pomeriggio verranno vaccinati anche alcuni rappresentanti del personale del Pio Albergo Trivulzio, simbolo del tragedia che il Covid ha rappresentato per le RSA.

La preparazione dei vaccini

È stata la farmacia del Niguarda ad occuparsi di smistare le fiale per farle arrivare alle altre province lombarde. "Abbiamo suddiviso i 324 flaconi nel nostro laboratorio galenico, quindi in ambiente controllato – ci spiega Massimo Medaglia, direttore della farmacia – e abbiamo inserito le dosi in confezioni refrigerate. Questo vaccino infatti deve essere conservato in congelatore tra i -60 e i -90 gradi per poter durare 6 mesi. A noi è arrivato già scongelato e a temperatura di frigo, in via eccezionale per questa giornata e dovrà essere utilizzato entro e non oltre i prossimi 5 giorni. Non solo, ma un'altra difficoltà riguarda la validità di sole 6 ore dal momento in cui il farmaco diluito viene inserito nella siringa per l'iniezione. È decisamente più complicato gestire questo vaccino e quindi è importante gestire bene tutto il percorso organizzativo, altrimenti si rischia di non calcolare bene le dosi e di sprecarlo".

Da un flacone vengono estratte 5 dosi

Da un singolo flacone infatti possono essere estratte 5 dosi. Questo significa che in Lombardia al momento ci sono 1.620 dosi a disposizione.

Da paziente Covid a vaccinato

"Nel mese di marzo sono stato tra i primi ad essere contagiato – ricorda il dottor Corti. – Quel periodo non è stato facile, non avevamo i dispositivi di protezione di cui avevamo bisogno. Sono stato anche ricoverato per una polmonite da Covid-19. La giornata di oggi è la luce in fondo al tunnel".

Quasi non sembra vero che dopo solo 11 mesi da quando il genoma del SARS-Cov-2 è stato sequenziato ci troviamo già di fronte a un vaccino. I progressi della ricerca scientifica e della Medicina si sono visti tutti in questo anno così difficile. Ora se vogliamo tornare a uscire come facevamo prima, a non veder più i negozi con le saracinesche abbassate, le attività produttive ferme e gli ospedali pieni di pazienti che lottano per sopravvivere, dobbiamo essere pronti ad aderire tutti a questa campagna vaccinale storica.

La somministrazione del vaccino ad Adele Gelfo, rappresentante degli operatori sociosanitari (OSS) dell’Ospedale Niguarda di Milano

"Io sono pro vaccino, chi non lo è dovrebbe provare a entrare nei reparti Covid – ha dichiarato Adele Gelfo dopo aver ricevuto la prima iniezione. – Poi ognuno è liberissimo di fare quello che vuole, ma io consiglio vivamente di fare il vaccino. Io sto bene, e sono già pronta per il turno di notte che mi aspetta".

In copertina: Una siringa contente il vaccino di Pfizer-BioNTech somministrato oggi in Italia. 

Credits photos: Regione Lombardia

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