Il primo volo “zero rifiuti” è decollato da Sydney: la compagnia Qantas punta ai viaggi aerei zero waste

Un intero volo in cui niente viene sprecato. Ecco il nuovo progetto della linea aerea australiana Qantas, che ha testato il primo volo al mondo completamente zero waste. Per dimostrare che, anche a migliaia di metri di quota, il rispetto per l’ambiente non va mai dimenticato e un piccolo cambiamento può davvero fare la differenza.
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Sara Del Dot 9 Maggio 2019

Niente tazze, bicchieri e posate in plastica monouso da raccogliere alla fine del pranzo e spedire in discarica, e neanche contenitori e imballaggi di plastica in cui servire i pasti caldi da buttare tutti insieme in un sacco nero destinato all’inceneritore. La compagnia aerea australiana Qantas ha lanciato oggi il primo volo al mondo durante il quale non è stato prodotto alcun rifiuto. E no, non sto dicendo che i passeggeri non fossero in possesso di carta d’imbarco o abbiano mangiato con le mani.

L’hanno soprannominato The Bowerbird Project, e si tratta di un’iniziativa che mira a eliminare definitivamente dai voli della compagnia circa 100 milioni di oggetti in plastica monouso entro il 2021. Ma non solo: durante i voli ogni scarto verrà destinato o al compost per le fattorie oppure all’economia circolare. Niente finirà in discarica o in un inceneritore.

Un traguardo decisamente ambizioso che caratterizza quello di Qantas come uno dei singoli progetti di riduzione dei rifiuti più grandi mai testati nel Paese. Per raggiungere l’obiettivo previsto, la compagnia dovrà eliminare 45 milioni di tazze di plastica, 30 milioni di set di posate e 4 milioni di involucri per poggiatesta. Tutta plastica monouso con cui siamo abituati ad avere a che fare durante i nostri spostamenti aerei, ma che verrà  rimpiazzata da materiali compostabili e, quindi, decisamente più sostenibili.

Nel corso di questo viaggio di prova, che è durato poco meno di un’ora, normalmente sarebbero stati prodotti circa 34 chili di rifiuti. In questo caso, invece, le carte d'imbarco erano digitali e gli assistenti di volo hanno distribuito a tutti i passeggeri i pasti all’interno di contenitori in bio-plastica fatta di canna da zucchero mentre le posate erano realizzate con amido di mais. Entrambi i materiali sono 100% compostabili, e verranno destinate a campi e fattorie una volta recuperati. Gli oggetti non compostabili utilizzati in volo, invece, se in plastica verranno avviati a seconda vita, mentre quelli in materiale non riciclabile diventeranno materia prima per realizzare un combustibile non fossile chiamato PEF.

La differenza tra un volo “normale” e il volo zero rifiuti era appena percepibile. La qualità dei servizi è rimasta intatta, così come i costi del viaggio. Di conseguenza, si potrebbe dire che il progetto potrebbe davvero fare la differenza, ma per l’ambiente invece che per i passeggeri. Che possa diventare un efficace modello per i viaggi del futuro?