Il Tar di Trento respinge il ricorso degli animalisti dando il via libera alla cattura dell’orsa JJ4

La nuova ordinanza in sede collegiare del Tar dà ragione alla provincia autonoma di Trento, giustificando l’ordinanza di cattura emessa dal presidente Fugatti nei confronti dell’orsa JJ4, che aveva aggredito lo scorso giugno due uomini. Ma le associazioni animaliste non ci stanno: Enpa e Oipa hanno già annunciato che faranno ricorso al Consiglio di Stato.
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Federico Turrisi 9 Ottobre 2020

Nuovo colpo di scena nella saga infinita sugli orsi in Trentino che vede contrapposti le associazioni animaliste e la Provincia autonoma di Trento. Con una nuova ordinanza in sede collegiale il Tar di Trento ha ribaltato il proprio precedente pronunciamento in sede monocratica, dichiarando non accoglibile il ricorso presentato da Enpa, Oipa, Associazione Lega per l'Abolizione della Caccia, Lav, Lega Nazionale per la difesa del cane, Wwf, Lipu Italia contro l'ordinanza di cattura dell'orsa JJ4. Lo scorso 11 agosto Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, aveva firmato un provvedimento che prevedeva la cattura e la captivazione permamente dell’orsa JJ4, madre di tre cuccioli, la quale il 22 giugno aveva attaccato due uomini sul monte Peller.

Ma dopo un primo parere del giudice amministrativo favorevole agli animalisti, è arrivata la doccia fredda: JJ4 può essere catturata e rinchiusa nell'area recintata del Casteller. Secondo il Tar, "dato l’atteggiamento non schivo, bensì confidente, di assuefazione all’uomo ed aggressivo", ci sono i presupposti per considerare la situazione "di pericolo attuale e concreto per la sicurezza e l’incolumità pubblica, non altrimenti fronteggiabile", e dunque per intraprendere un'azione preventiva come la cattura del plantigrado.

Le reazioni

Soddisfatto dell'ordinanza del Tar il presidente della Provincia autonoma di Trento. "Viene riconosciuta la correttezza del nostro operato", ha commentato Maurizio Fugatti. "Dall’inizio della legislatura stiamo cercando di affrontare il tema orsi nel pieno rispetto delle normative e cercando di dialogare con il Ministero dell’Ambiente. Il problema è complesso e credo vada affrontato evitando posizioni ideologiche, ma cercando di confrontarsi apertamente e fattivamente con l’intento di trovare una soluzione".

Non si arrendono invece le associazioni animaliste. Inizialmente l'Enpa aveva diffuso un comunicato in cui si diceva che il Tar di Trento aveva accolto il loro ricorso. La notizia, rivelatasi poi errata, aveva tratto in inganno perfino il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, che da tempo rimarca la sua convinzione di lasciare liberi gli orsi in Trentino. Sulla sua pagina Facebook si rallegrava della decisione dei giudici, ma ha poi corretto subito il post: "La battaglia continua perchè c'è un'altra udienza il 22 Ottobre. Incrociamo le dita e lottiamo sempre".

L’Enpa e l’Oipa hanno già annunciato che ricorreranno congiuntamente al Consiglio di Stato (il secondo grado della giustizia amministrativa) contro l’ordinanza del Tar di Trento. Ricordano che il recinto del Casteller, dove attualmente sono rinchiusi tre orsi, è stato ritenuto non idoneo in una relazione dell'Ispra e dei Carabinieri del Cites inviati dal Ministero dell’Ambiente; gli animalisti, inoltre, ribadiscono che le soluzioni per una pacifica convivenza orso-uomo esistono: dalle campagne di informazione rivolte ai cittadini all'installazione di bidoni anti-orso, passando dalla creazione di corridoi faunistici e dalla messa in campo di interventi a protezione delle greggi e degli animali delle fattorie tramite dissuasori, reti e recinti.