festa della mamma

In Italia le donne devono ancora scegliere tra figli e lavoro: il rapporto di Save the Children Italia

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
In occasione della Festa della Mamma Save the Children ha pubblicato l’ottava edizione del rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2023”. I dati raccolti mostrano un quadro critico, rispetto al quale non è difficile capire le cause della crisi della natalità in atto: il divario occupazionale tra uomini e donne aumenta quando arriva il primo figlio e diventa quasi del 40% se nasce un secondo bambino.
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Maria Teresa Gasbarrone 14 Maggio 2023

Nelle famiglie con due figli minori solo poco più di una donna su due lavora. Con solo un figlio la percentuale delle mamme lavoratici sale, ma di poco, fermandosi al 63%. In entrambi i casi invece più del 90% dei papà è occupato. È solo uno dei preoccupanti dati raccolti dall'ottavo rapporto "Le Equilibriste: la maternità in Italia 2023" pubblicato da Save the Children Italia in occasione della Festa della Mamma. Quello che emerge è l'immagine di un Paese in cui il divario occupazionale donne-uomini è ancora un tema, soprattutto in presenza di figli.

Così mentre si rincorrono gli slogan sulla natalità, dopo che il 2022 ha sancito il minimo storico delle nasce in Italia (-1,9% per 392.598 registrazioni all’anagrafe), è evidente che non si sta affrontando la problematica in modo efficace (o forse non lo si sta facendo affatto). Lo dicono i numeri.

Figli o lavoro?

Nel 2022 il divario lavorativo tra uomini e donne si è attestato al 17,5%, ma le cose peggiorano di molto nel momento in cui arriva un bambino: nella fascia di età 25-54 anni se c’è un figlio minore, il tasso di occupazione per le mamme si ferma al 63%, contro il 90,4% di quello dei papà, e con due figli minori scende fino al 56,1%, mentre i padri che lavorano sono ancora di più (90,8%), con un divario che sale a 34 punti percentuali.

Le difficoltà lavorative che ancora oggi implica diventare mamme non sono un problema per poche donne svantaggiate, ma riguardano la quasi maggior parte delle lavoratrici. Il timore di non poter conciliare maternità e lavoro, che dovrebbero essere due diritti e possibilità riconosciute a tutte le persone, è così forte che anche quando si decide di diventare mamme spesso a venirne compromessa è l'esperienza stessa della maternità.

In una indagine realizzata da Ipsos per Save the Children e contenuta nel rapporto, nonostante il sentimento di gioia per la maternità sia quello prevalente nella grandissima maggioranza delle madri, il 43% delle stesse dichiara di non desiderare altri figli. Tra le cause segnalate c'è per il 40% fatica, per il 33% difficile conciliazione lavoro/famiglia, la mancanza di supporto per il 26% delle intervistate e la scarsità dei servizi per il rimanente 26%.

Le mamme si licenziano più di papà

Un altro dato restituisce in modo innegabile come diventare genitori abbia un prezzo troppo caro da pagare, soprattutto per le donne: secondo un'indagine elaborata dall'INL (Ispettorato Nazionale del Lavoro) sulle dimissioni: nel 2021, delle 52.436 convalide totali, il 71,8% si riferiscono a donne (madri) e il 28,2% a uomini (padri). La percentuale delle madri sale oltre l’81% tra giovani fino a 29 anni. Tra gli uomini il 78% delle dimissioni è legato al passaggio ad altra azienda e solo il 3% alla difficoltà di conciliazione tra lavoro e attività di cura, mentre per le donne questa difficoltà rappresenta complessivamente il 65,5% del totale delle motivazioni.

"Un paese a rischio futuro"

“La condizione lavorativa delle donne, e in particolare delle madri, nel nostro Paese è ancora ampiamente caratterizzata da instabilità e precarietà, a cui si aggiungono la carenza strutturale di servizi per l’infanzia, a partire dalla rete di asili nido sul territorio, e la mancanza di politiche per la promozione dell’equità nel carico di cura familiare", spiega Antonella Inverno, Responsabile Politiche Infanzia Adolescenza di Save the Children Italia.

Proprio in questa mancanza di adeguati servizi per l'infanzia e di sostegni alla genitorialità bisognerebbe ricercare le vere cause della crisi della natalità che sta colpendo il Paese: "L’Italia è un Paese a rischio futuro, e se è vero che il trend di denatalità non può essere invertito velocemente, è ancor più vero che è quanto mai urgente invertire il trend delle politiche a sostegno della genitorialità per non perdere altro tempo prezioso", prosegue Inverno.