In Kenya non si allevano più mucche, meglio i dromedari: ecco perché

Con il clima che cambia e le temperature che non smettono di salire, in Kenya sono mutate anche le abitudini alimentari. Mucche e vacche resistono a fatica al grande caldo, così gli allevatori hanno dati un taglio al loro allevamento e dunque al consumo di latte vaccino preferendo invece quello derivato dai dromedari. Si tratta di un alimento altrettanto gustoso e soprattuto ricco di vitamina C e povero di grassi.
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Kevin Ben Alì Zinati 18 Ottobre 2024

Con la crisi climatica stanno cambiando tantissime cose a cui eravamo abituati ormai da tempo immemore.

Cambiano, per esempio, le coltivazioni di diversi luoghi del mondo, diventati troppi caldi e inospitali. Cambia la geografia: quella delle cartine, con sempre meno ghiacciai sulle nostre montagne, e anche quella delle malattie, grazie alla diffusione di popolazioni di zanzare (e quindi di patologie) a latitudini prima inesplorate.

A causa dei frequenti e pesantissimi periodi di siccità e carenza idrica e delle temperature sempre più roventi stanno cambiando anche le abitudini alimentari di certe zone dell’Africa.

In Kenya, infatti, gli allevatori hanno deciso di non allevare più vacche e mucche e di sostituirle con animali più resistenti a questi climi come i dromedari. Una scelta forzata dalle condizioni ambientali che di fatto ha portato a un taglio importante ai consumi di latte vaccino e a un aumento invece di quello di latte di dromedario.

I dromedari – che sia differenziano dai cammelli perché hanno una sola gobba – hanno infatti tutte le caratteristiche per poter sopravvivere in un mondo sempre più caldo e arido.

Considera che questi animali possono resistere anche una settimana senza bere e molto di più senza mangiare ma sono anche in grado di ridurre il proprio peso corporeo anche del 30% senza incorrere in alcun genere di problema.

Oltre a rinfrescarsi grazie alla propria urina che scivola lungo le zampe mantenenti freschi, i dromedari emettono anche meno concentrazioni di metano attraverso flatulenze ed escrementi ripeto alle mucche e ciò li rende sicuramente più sostenibili da un punto di vista ambientale.

E per di più, appunto, possono produrre grosse quantità di latte. La richiesta di latte di dromedario infatti è in forte aumento soprattutto in Medio Oriente, in Africa settentrionale perché si tratta di un alimento molto ricco di vitamina C e povero di grassi.

Il latte di dromedario, insomma, rappresenta una buona alternativa al latte vaccino (specie per chi soffre di intolleranza al lattosio) ma anche un modo interessante per cercare di adattarsi al mondo clima che cambia.