Inaugurato a Ferrara un impianto di rimozione dei microinquinanti dalle acque: funzionerebbe anche contro i pfas

Grazie agli scarti biomedicali, il gruppo Hera sarebbe riuscito a realizzare un impianto di depurazione nelle acque del Po. Ecco come funziona la struttura.
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Francesco Castagna 6 Marzo 2024

Si trova a Pontelagoscuro (FE) ed è un innovativo laboratorio di purificazione delle acque, nato dove era già presente l'impianto potabilizzatore del Comune di Ferrara. Water Living Lab, è così che si chiama la nuova struttura che servirà a purificare le acque del Po dagli inquinanti, tra cui (forse) quelli eterni come i Pfas.

Con la collaborazione del Cnr, Medica Spa, leader nella produzione di apparecchiature biomedicali, e il gruppo Hera, l'impianto si trova all'interno della centrale di Pontelagoscuro, che preleva l'acqua direttamente dal fiume Po e, tramite una filiera di trattamento e l'utilizzo di materiali innovativi, derivanti dal recupero di prodotti di scarto dell'industria biomedica, potrebbe riuscire a ripulire il corso d'acqua dai microinquinanti emergenti.

Essendo sperimentale, vogliamo aspettare i primi campionamenti delle acque prima di darlo per certo. Al momento infatti abbiamo solo la certezza che questo impianto sarebbe in grado di rimuovere su piccola scala i PFAS (e altre sostanze contenute nei farmaci, cosmetici e antiparassitari), tramite i test condotti presso il Cnr-Isof di Bologna. Ora, grazie alla deviazione di un piccolo flusso di acqua trattata dal potabilizzatore, sarà possibile effettuare dei campionamenti in ambiente reale.

Come funziona l'impianto di purificazione dai PFAS di Ferrara

Secondo il comunicato riportato dal Cnr, l'impianto utilizzerebbe granuli polimerici contenenti grafene, ovvero scarti che si ottengono dalla lavorazione di membrane rimaste inutilizzate dell'industria biomedicale. Questi granuli fanno da filtro, vengono inseriti in serbatoi in cui viene fatta confluire l'acqua, in modo tale da trattenere (ed eliminare) i microinquinanti. In questo modo si riutilizzano dei prodotti dell'industria medica molto preziosi, per risolvere quello che a tutti gli effetti è un problema ambientale, tutto nell'ottica di un'economia circolare.

"Vedere una tecnologia sviluppata nei nostri laboratori approdare in un impianto reale e diventare un prodotto innovativo e sostenibile, nonché poter contribuire a validare questo prodotto nel potabilizzatore Hera a beneficio futuro di tutti i cittadini, è per noi ricercatori un grande privilegio. Solo con collaborazioni multidisciplinari, sinergie pubblico-privato e con il supporto locale ed europeo riusciremo ad accelerare il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile", dice Manuela Melucci, ricercatrice del Cnr-Isof.

Fonte| CNR;