La Carta per la moda sostenibile: 40 brand si impegnano a ridurre le emissioni entro il 2030

Firmata il 10 dicembre, la Carta è entrata in vigore dal 1 gennaio 2019. Hanno firmato marchi internazionali dell’industria della moda, ma anche aziende tessili, società di trasporto e il Wwf. Tra gli impegni: la riduzione delle emissioni di gas inquinanti, l’eliminazione del carbone come fonte di energia e l’uso di materiali sostenibili.
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Giulia Dallagiovanna 2 Febbraio 2019

Quando compri una maglietta o un paio di pantaloni, stai compiendo una scelta che in qualche modo influirà sull'ambiente. L'industria della moda è ben poco green: le Nazioni Unite segnalano che il 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di gas inquinanti sono dovute alla produzione di abiti. In particolare, di quelli a basso prezzo.

Su Ohga ti avevamo già parlato dei brand italiani che hanno scelto di fare un passo in più verso la sostenibilità. Per la maggior parte però si tratta di marchi di alta moda, le cui creazioni non sono esattamente alla portata di tutti. A partire dai prossimi anni però qualcosa potrebbe cambiare. Lo scorso 10 dicembre, mentre in Polonia era in corso la conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici, 40 brand internazionali firmavano la Carta per la mode sostenibile.

Hugo Boss, ma anche H&M. Burberry, ma anche Adidas. Abiti per tutti i gusti e da tutti i prezzi che saranno confezionati con un impatto minimo sull'ambiente. Chi ha aderito al documento si è impegnato a ridurre le emissioni e a raggiungere i 16 obiettivi indicati, fra i quali:

  • decarbonizzazione nelle fasi di produzione
  • scelta di materiali sostenibili
  • modalità di trasporto a basse emissioni di carbonio
  • sensibilizzazione di clienti e consumatori sul tema
  • dialogo con comunità finanziarie e leader politici per individuare possibili soluzioni
  • promozione dell'economia circolare

I primi risultati dovrebbero vedersi già nel 2030, con una riduzione del 30% delle emissioni di gas serra e l'eliminazione delle caldaie a carbone presso gli stabilimenti dei marchi firmatari della Carta e dei loro fornitori diretti.

Ma non sono solo le case di moda ad aver sposato l'iniziativa. Anche alcune fra la più importanti associazioni tessili e società di trasporto merci possono essere annoverate fra i primi aderenti a un'industria più ecosostenibile. Vediamo allora nel dettaglio di chi si parla:

Grandi marchi di moda:

  • Adidas
  • Aquitex
  • Arcteryx
  • Burberry Limited
  • Esprit
  • Guess
  • Gap Inc.
  • H&M
  • Hakro Gmbh.
  • Hugo Boss
  • Inditex
  • Kering Group
  • Lenzing AG
  • Levi Strauss & Co.
  • Mammut Sports Group AG
  • Mantis World
  • Maersk
  • Pidigi S.P.A
  • PUMA SE
  • Re:newcell
  • Schoeller Textiles AG
  • Peek Performance
  • Salomon
  • Skunkfunk
  • SLN Moda
  • Stella McCartney
  • Sympatex Technologies
  • Target
  • Tropic Knits

Associazioni tessili:

  • Business for Social Responsibility
  • Sustainable Apparel Coalition
  • China National Textile and Apparel Council
  • Outdoor Industry Association and Textile Exchange

Società di trasporti:

  • Maersk

Anche l'Onu e il Wwf hanno fornito il proprio appoggio alla Carta. Ma la prima promotrice è Stella McCartney, che da sempre si batte contro l'utilizzo delle pellicce e delle pelli di animali nell'industria della moda. E lancia un appello affinché tutti i colleghi aderiscano all'impresa: "Se uniamo le forze, insieme riusciremo a fare la differenza".

La Carta è entrata ufficialmente in vigore dal 1 gennaio 2019, ora bisognerà solo capire se i firmatari manterranno gli impegni presi.