La Festa della Donna è molto più di quel che pensi: il significato è profondo e storico

La Festa della Donna non è solo l’occasione per celebrare le donne della propria vita, ma una giornata nella quale ricordare a che punto siamo riguardo ai diritti e alla parità, riscoprendo anche le radici di questa ricorrenza. Ecco il suo vero significato.
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Sara Polotti 8 Marzo 2022

Anche se la chiamiamo comunemente "Festa della Donna", l'8 marzo ricorre la Giornata internazionale dei diritti della donna. La dicitura estesa chiarisce meglio il senso di questa ricorrenza: è giusto celebrare le donne della propria vita con mimose, regali, altri fiori alternativi alle mimose o semplici biglietti e pensieri, ma è altrettanto importante scoprire il significato reale della Giornata, che affonda le sue radici nella storia. L'8 marzo infatti non è una data casuale, e non è nemmeno quella che ricorda il famoso (ma nebuloso) incendio in una fabbrica di New York nel quale persero la vita moltissime operaie (ne parliamo più avanti nell'articolo).

Festa della Donna: le origini

Le origini della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna sono diverse e significative. Tra le prime testimonianze di una giornata dedicata alle donne si ha quella negli Stati Uniti nel 1909: il Partito Socialista americano organizzò per il 28 febbraio una grande manifestazione per sensibilizzare la popolazione sul diritto di voto alle donne, e l'anno seguente il Congresso dell'Internazionale socialista propose di istituire una giornata dedicata proprio al genere femminile, per rivendicare diritti, parità di salario e dignità.. Negli anni successivi, molti Paesi istituirono quindi la loro Festa della Donna, ma senza una data comune.

Le diverse leggende riguardanti gli incendi in fabbrica nei quali persero la vita numerose operaie sono quindi dei falsi storici, di cui si trovano narrazioni diverse praticamente in ogni Paese. Se è vero che accaddero (magari con qualche inesattezza, restando tuttavia verosimili e frequenti nella storia), è anche vero che non fu in seguito ad essi che si decise di fissare la data dell'8 marzo come giornata ufficiale. Gli incidenti reali o presunti (quello ad esempio nella fabbrica Triangle di New York nel quale persero la vita 146 lavoratori, la maggior parte donne immigrate, o quello accaduto sempre negli Stati Uniti nel 1857, quando un padrone chiuse in fabbrica le donne per evitare che scioperassero provocandone la morte a causa di un incendio) non furono quindi che la goccia che fece traboccare il vaso: a cavallo tra Otto e Novecento il sentimento era diffuso e si cominciava a sentire – finalmente – l'esigenza di dare voce al genere femminile, una maggioranza da sempre trattata come una minoranza e bistrattata come tutte le minoranze.

Quando è stato istituito l'8 marzo

Se l'episodio dell'incendio Triangle e quello della fabbrica che rinchiuse le proprie lavoratrici per evitare uno sciopero sono comunque significativi nella storia dei diritti delle donne, non sono dunque quelli che hanno fatto sì che si istituisse una giornata interamente dedicata alle operaie. La ricorrenza deve la sua nascita a una protesta di piazza che le donne di San Pietroburgo intrapresero nel 1917: era, appunto, l'8 marzo, e loro protestarono contro lo zarismo.

Nel 1921 a Mosca, quindi, durante la seconda Conferenza delle Donne Comuniste venne proposta come data internazionale proprio l'8 marzo, e da quel momento la maggior parte dei Paesi decise di adottare questa data come Festa della Donna. In Italia è dal 1922 che si celebra la Festa della Donna, anche se l'8 marzo è stato istituito ufficialmente nel 1946.

Il significato profondo

Oltre a festeggiare le donne della propria famiglia e della propria vita, la Giornata della Donna è diventata ormai un momento per ricordare e rivendicare i diritti femminili, che non sono ancora una realtà in moltissime parti del mondo. Anche in Occidente, per quanto le donne abbiano ottenuto più riconoscimenti, è ancora lunga la strada verso la parità: le donne non guadagnano le stesse cifre a parità di mansione, l'aborto non è accessibile a tutte, il carico mentale è nella maggior parte dei casi sulle spalle delle donne e la normalità è ancora basata sulla società patriarcale (pensiamo, per esempio, alla consuetudine di dare il solo cognome paterno ai figli: il cognome della madre può essere dato solo come secondo cognome, oppure come primo cognome nel caso di paternità non riconosciuta, non lasciando la scelta alle famiglie).