C’è un erbicida di cui, negli ultimi tempi, tutti abbiamo sentito parlare: si tratta del glifosato. Questo composto chimico è molto utilizzato in agricoltura, ma i suoi effetti sulla salute dell’uomo e della natura sono ancora al centro di studi e dibattiti.
Tra i paesi che stanno cercando con più convinzione di rinunciare al glifosato c’è la Francia. Il governo ha infatti stanziato per quest'anno un fondo da 215 milioni di euro di aiuti da destinare agli imprenditori agricoli che smetteranno di usare il potente erbicida.
Il governo francese ha ottenuto il via libera anche dalla Commissione europea: nel 2023, gli agricoltori francesi che faranno a meno del glifosato riceveranno un sostegno economico per compensare gli eventuali costi più alti che dovranno sostenere.
La guerra in Ucraina ha generato un terremoto nella produzione agricola e in generale nell’economia europea. Per questo, la Commissione a marzo 2022 ha pubblicato il Quadro temporaneo di crisi per misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina, nel cui ambito rientrano anche i fondi stanziati dalla Francia per supportare i suoi agricoltori.
Il piano di aiuti francese è stato introdotto per la prima volta nella legge finanziaria del 2021, e concede un credito d'imposta annuale di 2.500 euro per ogni azienda agricola che non utilizza il glifosato. Il presidente Emmanuel Macron già nel 2017 aveva annunciato una rinuncia totale al glifosato per il suo Paese "entro tre anni", ma l’obiettivo è stato poi posticipato.
In Europa, l’utilizzo del glifosato era stato autorizzato fino a dicembre del 2022: per il 2023 si attende il parere scientifico dell’EFSA – l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare -, che dovrebbe arrivare intorno all’estate e che potrebbe confermare il rinnovo, o vietare la sostanza chimica che finisce ancora molto spesso sulle nostre tavole.
Ciò che è certo è che l’ECHA – Agenzia europea delle sostanze chimiche – ha confermato la scorsa primavera la classificazione del glifosato come "pericolo che provoca gravi danni oculari ed è tossico per la vita acquatica”, dichiarando però che non sarebbe cancerogeno.
Nel mondo, intanto, c’è chi approfondisce i danni che l’erbicida più diffuso sta provocando alla biodiversità: l’Università di Costanza, in Germania, ha determinato ad esempio che il glifosato minaccia la sopravvivenza delle colonie di api selvatiche.