Il glifosato minaccia la sopravvivenza delle colonie di api: l’esposizione all’erbicida può provocare la morte delle larve

Secondo un nuovo studio, il noto – e contestatissimo – erbicida usato in agricoltura metterebbe a rischio la vita degli insetti impollinatori rendendoli incapaci di regolare la temperatura dell’alveare e portando alla morte delle larve che, per crescere, necessitano di 30-35°C.
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Martina Alfieri 3 Giugno 2022

Si sente spesso parlare di glifosato, una sostanza chimica utilizzata in moltissimi erbicidi impiegati in agricoltura per eliminare piante infestanti, ma che può avere conseguenze negative sulla salute dell’uomo e anche degli animali. Secondo un nuovo studio, condotto dall’Università di Costanza, in Germania, il glifosato minaccerebbe gravemente le colonie di api selvatiche.

Finora si riteneva che questa sostanza non fosse nociva per le api: la normativa che ne permette l’utilizzo, infatti, prende in considerazione solo gli effetti che il glifosato ha su api selvatiche sane, che non appaiono significativi. Ma la situazione cambia nel caso in cui le api si trovino ad affrontare la scarsità di cibo, come può accadere in natura: come hanno rilevato gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Science, in questa situazione, le colonie di api – o meglio, di bombi – esposte al glifosato perdevano la loro capacità di regolare la temperatura dell’alveare, compromettendo la nascita delle generazioni successive.

"I test non considerano gli effetti subletali che, nel caso dei bombi, hanno un impatto diretto sulla riproduzione di una colonia", ha dichiarato al Guardian la dott.ssa Anja Weidenmüller dell'Università di Costanza. "Nei nostri paesaggi agricoli, [la carenza di cibo] è un fattore di stress molto comune, più normale che insolito".

Lo studio ha esaminato in particolare colonie di bombi terrestri, tra le specie di bombo più diffuse in Europa, spesso utilizzati per rappresentare le api selvatiche negli studi sulla tossicità delle sostanze chimiche. Queste api sono normalmente in grado di aumentare la loro temperatura corporea per permettere la crescita delle larve della colonia.

Sono state esaminate 15 colonie di bombi: una metà è stata esposta al glifosato a livelli comparabili a quelli osservati nei campi. Le api esposte alla sostanza sono state in grado di mantenere la temperatura dell’alveare al di sopra dei 28°C per un tempo inferiore del 25% rispetto alle api non esposte: "Questo può avere effetti massicci sulla crescita delle colonie", ha aggiunto Weidenmüller. La temperatura ideale per lo sviluppo della covata, infatti, è di 30-35°C. Al di sotto dei 28°C lo sviluppo si arresta, e a 25°C sopravvive solo il 17% delle larve.

Gli insetti impollinatori, come le api, sono preziosissimi alleati nel mantenimento dell’equilibrio ecologico del Pianeta e nella conservazione della biodiversità. Per questo bisognerà comprendere meglio in che misura il glifosato rappresenti una minaccia per le api selvatiche, in modo da regolarne l'utilizzo.