La Grande Barriera Corallina si sta riprendendo, ma la buona notizia è a metà: il climate change continua a minacciarla

L’ha annunciato l’ultimo report dell’Australiana Institute of Marine Science, agenzia indipendente che fa capo al governo di Canberra. Nell’ultimo anno gli scienziati avrebbe osservato un ripopolamento guidato dai coralli Acropora: tanto veloci a crescere quanto ad andarsene sotto i colpi degli eventi climatici estremi come cicloni o sbancamenti. Che, purtroppo, non accennano a diminuire.
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Kevin Ben Alì Zinati 22 Luglio 2021

È tornata a crescere. Dopo anni passati a subire le conseguenze dei grandi eventi meteorologici estremi, la Grande Barriera Corallina avrebbe imboccato la strada della guarigione.

Nell’ultimo anno gli scienziati sarebbero stati spettatori di una vera e propria ricrescita all’interno del più grande sistema corallino al mondo, registrata praticamente in tutte le sue regioni.

Fai attenzione però: come tutte le medaglie, anche questa notizia ha tuttavia un suo lato nascosto e meno positivo. Sì, perché sebbene i coralli stiano ricrescendo a un buon ritmo, la Grande Barriera resta comunque minacciata fargli effetti del cambiamento climatico.

Il ripopolamento 

La ripresa della Grande Barriera Corallina è stata certificata dall’Australiana Institute of Marine Science nell’ultimo rapporto pubblicato nel mese di luglio 2021.

Dai monitoraggi sarebbe emerso che nella zona centrale della Grande Barriera Corallina, la copertura di coralli aveva raggiunto il punto più baso nel 2012 dopo l'impatto del ciclone tropicale Yasi mentre ora sarebbe risalita fino al 26%.

In quella meridionale, che nel 2011 aveva fatto registrare una presenza di coralli solo del 12%, oggi è caratterizzata da una copertura stimata del 39% mentre nella regione meridionale, colpita dallo sbiancamento di massa del 2020, la mortalità dei coralli avrebbe raggiunto livelli minimi.

"Le barriere coralline possono riprendersi dai disturbi se gli viene dato abbastanza tempo e la barriera corallina ha avuto una pausa nell'ultimo anno", ha spiegato Paul Hardisty, il Ceo dell’Australian Institute of Marine Science, agenzia che fa capo al governo di Canberra.

Il capo del team che si occupa del programma di monitoraggio dell’Aims, il dottor Mike Emslie, ha poi spiegato che nel 2021 sono state esaminate 127 barriere coralline di cui 69 avrebbero visto un aumento della copertura di coralli.

Le analisi hanno mostrato che gran parte dell'aumento è stato guidato dai coralli Acropora a crescita rapida, noti come coralli da tavola e ramificati, che sono comuni a molte parti della Grande Barriera Corallina.

I ricercatori australiani avrebbero scoperto che, una volta ristabiliti, questi coralli hanno raggiunto un periodo di crescita esponenziale che ha portato agli aumenti registrati quest’anno.

Buone notizie a metà

Puoi gioire, sì, ma fino a un certo punto. La crescente importanza e diffusione di eventi climatici estremi o delle epidemie di stelle marine "corona di spine" sta continuando comunque a premere gravemente su questo magnifico ecosistema marino.

L'ultimo rapporto dell'Aims, infatti, spiega che dal 2009 la Barriera è stata colpita da 17 cicloni, 3 eventi di sbiancamento di massa e un’ondata di stelle di mare dette “corona di spine” che si nutrono a grandi scorpacciate proprio di coralli.

Eventi che hanno portato la copertura di coralli duri a un minimo record in tutte le sue regioni.

I coralli Acropora di cui si sta ripopolando la Grande Barriera sono tanto veloci a crescere quanto ad andarsene.

Si tratta di una specie infatti molto suscettibile ai cicloni, allo sbiancamento e sono tra i nutrienti preferiti delle stelle marine corona di spine, la cui proliferazione è favorita dai cambiamenti climatici.