La nuova soluzione degli Usa contro il Climate Change? Piantare alberi geneticamente modificati per assorbire più Co2

Nella Georgia meridionale la startup Living Carbon ha piantato oltre 5mila pioppi modificati geneticamente per crescere più rapidamente e quindi immagazzinare più CO2 fossile rispetto ai “cugini” naturali.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 22 Febbraio 2023

Forse la più bella, certo tra le più facili: ad ogni modo, sai anche tu che ripopolare il Pianeta di alberi e allargare le macchie verdi che ne coprono la superficie è una delle soluzioni per provare a respingere indietro il cambiamento climatico.

Le chiome di abeti, faggi e querce assorbono e immagazzinano anidride carbonica generata dalle attività umane e il rimboschimento può aiutarci quindi a contenere l’aumento della temperatura globale entro la soglia degli 1,5°C.

Eppure tutto ciò potrebbe non bastare. Molte delle attività che emettono gas serra e altre sostanze inquinanti, infatti, non accennano ad arrestarsi e rischiano di oscurare l’azione di mitigazione degli alberi.

Le piante messe a terra fino ad oggi, poi, potrebbero anche non crescere sufficientemente in fretta per inseguire concretamente gli obiettivi climatici stabiliti a livello internazionale.

Il tempo, infatti, ormai è letteralmente contro di noi. Ce l’ha ricolato anche l’orologio dell’Apocalisse, che a causa della guerra tra Russia e Ucraina e pure l’immobilismo sul fronte climatico si è visto costretto a spostare le proprie lancette un po’ più vicine alla mezzanotte (ora siamo a 90 secondi, mai così vicini alla “fine).

E il tempo è la variabile su cui ha provato a intervenire Living Carbon. La startup biotecnologica americana con sede a San Francisco ha infatti cominciato a piantare nella Georgia meridionale degli alberi modificati geneticamente per crescere più in fretta e quindi immagazzinare più CO2 rispetto ai “cugini” naturali.

Facciamo un passo indietro. Sai bene che la fotosintesi è un processo chimico fondamentale per la vita sulla Terra. Si verifica quando le piante assorbono la luce solare convertendola in energia e altre sostanze organiche che costituiscono i composti della materia vivente.

Questo processo però non è perfetto perché le piante non sempre riescono a catturare e immagazzinare grandi quantità di energia solare che cade sulle loro foglie. Queste “inefficienza” può limitare la velocità con cui crescono le piante e quindi la quantità di anidride carbonica che potrebbero potenzialmente assorbire.

L’idea alla base del progetto di Living Carbon è insomma che queste piante geneticamente modificate inneschino reazioni di fotosintesi in modo più preciso e completo, riuscendo così ad assorbire abbastanza anidride carbonica per raffreddare il Pianeta.

Il progetto è ambizioso e per certi versi fa l’eco a tante altre missioni di cui ti abbiamo già parlato. El Hadji Salifou Ouédraogo, per esempio, pianta un baobab al giorno da oltre 50anni mentre Wangari Maathai nel corso della sua vita ha messo a dimora più di 50 milioni di alberi.

Il punto però è che lo studio della Living Carbon deve ancora pubblicare articoli sottoposti a peer-review e gli unici risultati già pubblicati provengono da una sperimentazione in serra durata pochi mesi.

Anche per questo insomma il progetto ha attirato su di sé non poche critiche. Secondo il New York Times, il gruppo ambientalista Global Justice Ecology Project avrebbe additato gli alberi modificati come delle minacce crescenti.

L’azienda però si è subito tutelata. I pioppi modificati, infatti, sono tutte femmine e quindi incapaci di produrre polline, aggiungendo poi che i pioppi verrebbero piantati attorno ad alberi autoctoni per evitare gruppi di alberi geneticamente identicità le cosiddette monocolture.