La pandemia potrebbe portare a un picco di malattie mentali: come si possono prevenire

Secondo uno studio, un’esperienza di questo tipo segnerà per sempre le nostre vite. E a subirne le conseguenze dal punto di vista psicologico saranno sia le persone già fragili che quelle che si consideravano “sane”. È importante quindi cercare di capire come si potranno prevenire le ricadute sulla nostra mente.
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Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
1 Maggio 2020 * ultima modifica il 12/06/2020

Vivere una pandemia può traumatizzarti per sempre, dice lo psicologo Steven Taylor, professore e psicologo clinico nel dipartimento di Psichiatria dell’Università della British Columbia. In un articolo sul Guardian, Taylor ha evidenziato i punti salienti della sua ricerca, che si avvale di dati che si riferiscono a epidemie recenti, avvertendo come gli effetti psicologici di una pandemia, sia tra chi sperimenta la quarantena sia tra chi ha contratto il virus, sono tutt'altro che trascurabili e si possono estendere nel tempo.

Tra i primi effetti conclamati ci sono l’aumento dell’ansia e dello shopping compulsivo al supermercato, la proliferazione delle teorie cospirazioniste, il diffondersi di molti atteggiamenti razzisti e quella di furti e saccheggi veri e propri, soprattutto con il prolungarsi del periodo di isolamento forzato. Le precedenti esperienze, come la pandemia di influenza del 2009 e l’epidemia di Sars del 2003, ci insegnano inoltre che "un’emergenza di sanità pubblica può avere effetti duraturi sulla psicologia di una popolazione. Nel caso del Covid-19, alcuni di questi effetti sono già evidenti: molte persone perderanno il lavoro e subiranno difficoltà finanziarie; altri dovranno affrontare la devastazione della perdita dei propri cari; matrimoni e relazioni crolleranno sotto la pressione del blocco". La quarantena forzata è infatti particolarmente pesante, e pericolosa, per chi soffre di disturbi mentali, malattie croniche o vive in una relazione abusiva, ma può avere effetti psicologici anche su chi si considera emotivamente stabile.

A supporto di tale idea uno studio, pubblicato sulla rivista Lancet Psychiatry, afferma che a fine emergenza ci potrebbero essere tanti episodi di danni psicologici alle persone. Con crisi che potrebbero portare a veri e propri problemi mentali, non solo per le persone già malate prima dello scoppio della pandemia, ma anche persone "sane" potrebbero incorrere in questa criticità.

Gli effetti avversi della pandemia sulle persone con malattie mentali e sulla salute mentale della popolazione in generale potrebbero essere aggravati dalla paura, dall'isolamento e dal distanziamento fisico. Il rischio di suicidio potrebbe essere legato allo stigma nei confronti dei malati di Covid19 e delle loro famiglie. Tra gli infetti ci saranno anche persone con pregresse patologie psichiatriche che potrebbero accusare un peggioramento dei sintomi. Ma in una situazione caratterizzata da forti inquietudini per la propria salute e da stringenti misure di isolamento, ansia, depressione e stress post traumatico potrebbero riguardare anche soggetti che in precedenza non abbiano mostrato alcun segno di squilibrio mentale.

Ci sono, poi, le persone che già prima del virus avevano mostrato tendenze suicide. Queste potrebbero rinunciare a chiedere aiuto, temendo un sovraffollamento dei servizi di assistenza o che l’eventuale colloquio con un operatore possa esporle all’infezione. Sono, poi, a rischio quanti hanno perso il lavoro o sono soggetti a preoccupazioni di natura finanziaria o per le loro prospettive future, come gli studenti che hanno interrotto il loro percorso formativo. Non solo: la quarantena forzata può far crescere gli episodi di violenza domestica e l’abuso di alcool ed esacerbare la condizione di isolamento sociale già vissuta da determinati soggetti, in particolare per quanti dovranno affrontare lutti legati alla malattia. Fattori di rischio sono, poi, la disponibilità di armi nelle proprie abitazioni o i "resoconti irresponsabili dei media", su altri suicidi e sull’epidemia.

Le soluzioni proposte dal team di esperti vanno oltre le normali misure di prevenzione in materia di malattie mentali. Serve, spiegano, "una risposta interdisciplinare ad ampio raggio". A seconda delle criticità evidenziate si consigliano: l’implementazione dello smart working e del supporto psicologico a distanza, un rafforzamento della rete dei servizi sociali e di quelli antiviolenza, supporto economico e alimentare, la prosecuzione delle lezioni scolastiche mediante il ricorso al digitale, restrizioni sulla vendita di armi e così via.

È necessario sviluppare e fornire urgentemente e tempestivamente strumenti e servizi specifici per supportare queste persone.

Come prevenire

A seguito degli studi effettuati durante situazioni analoghe (ad esempio l'epidemia di SARS del 2003), alcuni metodi si sono rivelati utili per prevenire questi problemi:

  • Istituire a livello nazionale e regionale équipe multidisciplinari che includano psichiatri, infermieri psichiatrici, psicologi clinici e altre categorie di professionisti della salute mentale
  • Comunicare in maniera chiara dati aggiornati e accurati sull'epidemia, per contenere il senso di incertezza e paura; le informazioni devono riguardare in particolare il piano di trattamento, il resoconto del monitoraggio sull'andamento dello stato di salute, e devono essere destinati ai pazienti e ai loro familiari
  • Incoraggiare canali comunicativi "sicuri" tra pazienti e familiari, ad esempio chat via smartphone, per ridurre l'isolamento
  • Fare screening regolari per individuare segni di depressione, ansia, tendenze suicidarie su persone con sospetto di contagio o con contagio conclamato e sugli operatori sanitari che lavorano negli ospedali e reparti infettivi. Qualora si rilevassero problemi di salute mentale, prevedere un tempestivo intervento di tipo psicoterapeutico (lo "stress-adaption model" è uno dei più usati) o psichiatrico, con eventuale ausilio farmacologico ma "base".

Paura, incertezza, stigma sono comuni in situazioni di disastro biologico, epidemie e pandemie causate da virus, e possono ostacolare gli interventi medico-clinici, compresi quelli inerenti la salute mentale. A partire dall'esperienza dell'ultima epidemia e dell'impatto psicosociale, è cruciale sviluppare e implementare strumenti di valutazione, supporto, trattamento e servizi dedicati a proteggere le persone e la loro salute mentale.

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…