La paura del tempo che trascorre: cos’è la cronofobia

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Non solo una puara, ma una vera e propria fobia. La paura del tempo che non basta mai e trascorre troppo velocemente si chiama cronofobia. Ecco quali sono le cause, i sintomi e i rimedi.
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Gaia Cortese 22 Gennaio 2023

Secondo quanto affermava Albert Einstein "il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando". Ma cosa succede quando solo all'idea del tempo che passa si prova una sensazione di disagio, o peggio ancora, di paura?

Quando si parla di cronofobia (dal termine greco antico chrono che significa “tempo” e phobos che significa “paura”) ci si riferisce proprio a quella paura irrazionale che si prova al pensiero del tempo che trascorre. Un tempo, questa fobia era nota anche come “nevrosi delle prigioni” perché sofferta in particolare dalle persone detenute in carcere, ma a soffrirne sono anche gli anziani che, trovandosi più vicini alla fine della loro esistenza, tendono a tener conto del passare dei giorni, dei mesi e degli anni in modo ossessivo.

Le cause

Nonostante la cronofobia sia una forma di paura poco conosciuta, di cui si parla molto poco, è in verità molto diffusa, le cui cause non sono tuttavia ancora poco chiare. Una responsabilità potrebbe essere tuttavia ricercata (e trovata) nel modo di vivere moderno. La quotidianità è vissuta con un ritmo frenetico e il tempo non basta mai, salvo poi provare anche un senso di colpa se in qualche modo non si è sfruttato il tempo a disposizione.

I sintomi

La cronofobia si presenta quindi con stati di ansia, sensazioni di disagio, palpitazioni, tremori e tensione muscolare. In alcuni casi si manifesta con la mancanza di concentrazione, fino ad arrivare ad uno stato di stordimento o ad un vero e proprio mal di testa.

L’ansia che si prova ha un’influenza sulla qualità della vita, perché può portare ad un profondo senso di frustrazione e di insoddisfazione, se non addirittura all’isolamento del soggetto.

I rimedi

Essere consapevoli che il trascorrere del tempo è qualcosa che non possiamo cambiare, è un primo passo per alleviare i sintomi di questa fobia. Come scrive, infatti, lo scrittore Michael Altshuler, “la brutta notizia è che il tempo vola. La buona è che il pilota sei tu”.

Imparare a gestire al meglio il proprio tempo è un buon metodo per sfruttarlo pienamente e non cadere nel senso di colpa. Un esempio? Adottare il metodo delle 5am, ossia il principio per cui svegliarsi almeno due ore prima di iniziare la propria attività lavorativa sia il modo migliore per gestire la giornata senza viverla in fretta e furia.

In alternativa, se l’organizzazione del proprio tempo da autodidatta non dovesse dare risultati, la cronofobia può essere trattata con la psicoterapia, nello specifico con la terapia comportamentale cognitiva.

Anche le tecniche di respirazione possono essere un valido aiuto per alleviare lo stato di ansia, o in alternativa la tecnica della desensibilizzazione sistematica, che consiste nell’esporre il paziente alla sua paura mentre gli viene insegnata una strategia per consentirgli di affrontare la propria paura nel modo migliore possibile.