
La maggior parte di noi ha sofferto almeno una volta una delusione amorosa o un tradimento da parte di un amico o di un familiare. In seguito a ciò, ci è stato difficile fidarci nuovamente della persona in questione.
Già di per sé fidarsi non è un compito facile, ma se per di più si presenta la pisantrofobia, si trasforma in una autentica chimera.
Come tutte le fobie, anche la pisantrofobia non è causata da un pericolo reale e imminente, quanto piuttosto da una sorta di paura anticipatoria.
Si caratterizza da una paura irrazionale di costruire una relazione intima e personale con gli altri e di rivivere il dolore seguito a precedenti tradimenti o delusioni.
Per il pisantropo la fiducia è un concetto astratto che non gli appartiene.
La pisantropia si colloca tra le nuove fobie e si ritiene che ponga le sue radici nella primissima infanzia. La persona che prova tale fobia inizia a pensare (credere) che prima o poi tutti la tradiranno e deluderanno.
Spesso la pisantrofobia ha messo radici già nell’infanzia, quando gli adulti, più generalmente i genitori, raccontavano al bambino delle piccole “bugie a fin di bene”, ad esempio promettendogli un premio per far sì che faccia il bravo: il bambino si carica di aspettative.
Quando il premio promesso si rivela una bugia, gli scenari possono essere due, a seconda del carattere del bambino:
Il bambino introverso da adulto tenderà a muoversi sospettosamente, stringerà relazioni incerte e piene di dubbi, e resterà in attesa dell’ennesima e inevitabile delusione.
Dopo il fallimento di una o più relazioni, sentimentali o amicali, in cui la fiducia viene tradita, iniziano a nascere nella persona pensieri come “perché capita sempre a me?” , o “finirò per stare da solo” o anche “non permetterò che mi succeda ancora”.
Sono pensieri normali, che ognuno di noi ha avuto almeno una volta nella propria vita. Ma quando questi pensieri iniziano a prendere il sopravvento, allora possono dare origine alla pisantrofobia.
Questo genere di pensieri è associato e dà luogo a sensazioni e emozioni negative, ad esempio:
Quando queste sensazioni ed emozioni vengono generalizzate si inizia a pensare che con ogni probabilità accadrà di nuovo di essere feriti, traditi e che di fronte alla sofferenza che ne deriverebbe, sarà meglio non rischiare.
La paura che accada di nuovo porta ad alzare dei muri, che impediscono a chiunque di raggiungere davvero il pisantrofobo.
La pisantrofobia non è solo mancanza di fiducia nei confronti degli altri, ma anche scarsa autostima, mancanza di fiducia in se stessi e nel proprio metro di giudizio.
In una situazione normale, quando si conosce qualcuno, il nostro intuito ci indica se quella persona possa essere degna di fiducia o meno, e questa intuizione influenza il nostro comportamento con la nuova conoscenza.
Anche il pisantrofobo ha delle intuizioni in questo senso, ma ha anche, purtroppo, scarsa fiducia nelle sue intuizioni: ha il dubbio di sbagliarsi, di fidarsi di qualcuno che istintivamente sembra degno di fiducia e che invece lo farà soffrire di nuovo.
E a quel punto inizia a pensare che, essendo più indifeso a causa delle sofferenze passate, non riuscirà a difendersi adeguatamente qualora quella persona non si rivelasse degna della fiducia a lei data.
Nasce un circolo vizioso, si entra in un loop di pensieri da cui è difficile uscire e la fobia diventa, così, limitante.
Cosa ci fa capire la netta differenza tra chi è solo cauto e chi, invece, è pisantrofobo.
Il pisantrofobo:
Le conseguenze della pisantrofobia non si limitano al solo piano affettivo, bensì si trasferiscono ai restanti ambiti della vita: lavorativo, familiare, di coppia o socio-culturale. Le sue auto-suggestioni, portano la persona ad attuare comportamenti antisociali e di isolamento che nuocciono a tutti questi contesti. Alcune di queste condotte sono:
Tutte queste ripercussioni aumentano di intensità in base al grado di coinvolgimento del pisantrofobico con l’altra persona.
La personalità paranoica presenta “tratti di diffidenza, sospettosità, riservatezza, timore dell’aggressività altrui, rigidità e ipersuscettibilità alle critiche, alta concenzione di sé con ostinazione e intolleranza verso gli altri”. Secondo le teorie della psicoanalisi classica, alla base di questa personalità vi sarebbe una struttura narcisistica che induce l’individuo a utilizzare assiduamente meccanismi di difesa come la negazione e soprattutto la proiezione inconscia di caratteristiche negative proprie sugli altri, pensando che gli appartengano. Questo meccanismo può condurre a disturbi più gravi come il delirio di persecuzione che ritroviamo frequentemente nella gelosia e nella rivendicazione per presunti torti subiti.
Tuttavia il confine tra paranoia e pistantrofobia è molto labile se pensiamo che gli individui ipersensibili che hanno subito delusioni e tradimenti possono sviluppare, secondo una logica o tutto bianco o tutto nero, comportamenti estremi che vanno dalla grande partecipazione socio-affettiva al totale isolamento colorato di rabbia e rancore.
In entrambi i casi viene meno la capacità di comprendere realmente le intenzioni del prossimo; la conseguenza è che chiunque è un potenziale traditore e la vita sociale dell’individuo pistantrofobo si impoverisce fino ad annullarsi.
In seguito a una relazione fallimentare in cui la fiducia è stata tradita è normale provare dolore, diffidenza e paura verso il futuro, ma ogni relazione, di qualsiasi natura sia, è basata sulla fiducia ed è importante imparare a dare di nuovo fiducia per poter far entrare nella nostra vita persone che ci donino benessere.
Per arrivare a questo risultato sarà importante rivolgersi a un professionista, il quale ti accompagnerà nei vari passi di questo percorso: