donne

La sicurezza delle donne in strada non è un’emergenza di serie B

La proposta del ministro dei Trasporti Matteo Salvini di offrire taxi gratuiti fuori dalle discoteche a chi risulta positivo all’alcol test impone nuove riflessioni sul concetto di “sicurezza stradale”. In Italia ci sono oltre 31 milioni di persone a cui questa sicurezza non viene garantita, a prescindere dalle loro azioni: le donne. Ne abbiamo parlato con Laura De Dilectis, vicepresidente dell’associazione “Donnexstrada”.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Maria Teresa Gasbarrone 18 Agosto 2023
Intervista a Dott. Laura De Dilectis Psicologa, vicepresidente di "Donnexstrada"

Mercoledì 5 aprile 2023, una ragazza di 21 anni viene violentata in pieno giorno sul treno Milano-Bergamo. Solo qualche giorno dopo, giovedì 27 aprile, all'alba, una donna di 36 anni viene picchiata, strattonata e palpeggiata da un uomo nell'ascensore della stazione Centrale di Milano, che tenta in tutti i modi di avere un rapporto sessuale con lei.

I segni sulla loro pelle sono i segni che centinaia, se non migliaia di donne, vittime di violenza o molestia sessuale, sono costrette a portarsi addosso per sempre. Alle "fortunate" che riescono a evitare una simile violenza resta la paura. Una paura che non se ne va mai.

La recente proposta del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, in accordo con le associazione rappresentative dei locali di intrattenimento notturno, di offrire taxi gratuiti fuori dalle discoteche a chi risulta positivo all'alcol test, ha fatto discutere per diversi motivi, tra cui anche l'effettivo valore educativo della proposta e il suo impatto sulla spesa pubblica.

Noi però oggi ne vogliamo analizzare un altro. Che l'attuale governo si sia attivato per offrire un simile servizio a chi abbia bevuto troppo durante una serata non è un fatto in sé sbagliato, ma non possiamo fare a meno di pensare a un'altra categoria di persone, che, pur avendo bisogno dello stesso servizio per la propria sicurezza, non ne può usufruire: le donne.

Perché le donne?

"Tornare a casa e non essere ammazzata". Con questo slogan nel 2021 nasce "Donnexstrada", un'associazione che attraverso diverse iniziative e la creazione di una rete di sostegno locale vuole offrire aiuto alle vittime di violenza di generemigliorare la sicurezza in strada delle donne.

Abbiamo chiesto un parere sulla proposta del ministro Salvini – che intanto è partita con una fase sperimentale da una discoteca di Jesolo – a una delle sue fondatrici, nonché vicepresidente, la psicologa Laura De Dilectis.

"Come Donnexstrada tra le prime proposte che abbiamo formulato c’era proprio quella del “taxi sospeso”, per offrire alle donne che hanno bisogno di tornare a casa, ma che non possono permetterselo, un taxi gratuito".

La collaborazione con diversi Comuni d'Italia ha portato a risultati significativi, ma mai strutturali. Leggendo queste parole, potresti pensare che si tratti di un'esigenza non primaria, che per una donna che torna da lavoro o da una serata fuori ci sono comunque i mezzi pubblici. Purtroppo, però, non è così: per una donna, soprattutto se da sola, muoversi la sera – e non solo – con metro, bus, treni, o anche semplicemente a piedi, non è sicuro.

Su più di 9mila donne intervistate, il 100% ha dichiarato di non sentirsi sicuro nei pressi di una stazione dei treni

Non lo diciamo noi, ma i numeri: secondo una ricerca Istat, in Italia il 15,9% delle donne ha subito almeno una volta nella propria vita molestie con contatto fisico imposto, a fronte del 3,6% degli uomini. Ma soprattutto un dato è rilevante ai fini di questo discorso: la maggior parte di queste molestie sono state compiute da estranei e nel 27,9% sui mezzi di trasporto pubblici.

"Non ci sentiamo sicure"

Oltre ai numeri, i fatti di cronaca parlano da soli. L'ultimo dei quali risale al 9 maggio, quando un'altra ragazza è stata molestata sulla tratta Monza-Milano. Così come la paura che la maggior parte donne prova nello spostarsi con i mezzi pubblici. Per avere un quadro più chiaro la start-up "ViolaWalkHome", nata da un'idea dell'associazione "Donnexstrada", ha condotto il più ampio sondaggio sull'argomento mai svolto in Italia.

Al sondaggio hanno risposto più di 9mila persone, di queste il 95% erano donne tra i 18 e i 35 anni. Tra loro l’86% ha dichiarato di non sentirsi sicuro sui treni (soprattutto sui regionali) e il 100% non si sente sicuro nelle aeree vicine alle stazioni.

Tra le motivazioni principali c’è l’aver già subito una molestia sessuale (40%) o avere una vittima tra conoscenti e amici (60%). Seguono tra le cause di questo forte senso di insicurezza la mancanza di personale, la mancanza di altri passeggeri e l'assenza di luci adeguate.

Oltre il 90% ha inoltre dichiarato che si sentirebbe più sicuro con un aumento del personale e l’84% con la presenza di personale formato appositamente.

Formazione e misure d'intervento

"Il nostro obiettivo – spiega De Dilectisnon è criticare la creazione del servizio di taxi gratuito fuori dalle discoteche, ma farne un punto di partenza per garantire la sicurezza di tutti e tutte. Per prima cosa estendo o creando un servizio simile anche per donne, ma anche rafforzando gli sportelli di formazione, attraverso ad esempio la presenza di Punti Viola anche nei locali notturni".

I Punti Viola sono luoghi, all'intento di locali di vario tipo, destinati ad accogliere chi ha subito violenza di genere. Ne esistono 150 in tutta Italia e presto ne verranno creati dei nuovi: "Sappiamo che – aggiunge la psicologa  – le donne vittime di violenze non sempre riescono a rivolgersi al centro antiviolenza o a esporre denuncia, ma spesso frequentano locali di vita quotidiana, come il parrucchiere o il bar. Con i Punti Viola noi cerchiamo di fare formazione in quelle realtà che non sono preparate a gestire la violenza di genere".

Tra le iniziative avviate dall'associazione a tutela delle donne o di chiunque non si senta sicuro in strada c'è anche "Making your Journey Home Safer", un servizio di videochiamata sempre attivo per tutti coloro che vogliono essere accompagnati quando tornano a casa la sera. "Alcune donne ci hanno raccontato che grazie al nostro servizio sono riuscite ad accettare un lavoro che altrimenti avrebbe dovuto rifiutare", racconta De Dilectis.

Il lavoro di associazioni come "Donnexstrada" è prezioso, ma un tema di tali dimensioni non può essere lasciato all'iniziativa e alla sensibilità dei singoli.

Avere paura per la propria incolumità è forse il più grande limite alla libertà individuale che possa esistere. Eppure in un Paese fondato sulla libertà, anche di movimento (articolo 16 della Costituzione), qual è sulla carta l'Italia, questo limite pesa sulla vita di più di una persona su due.

In Italia le donne sono più di 31 milioni, ovvero circa il 51,3%, della popolazione totale, e tutte loro, almeno una volta nella vita, non si sono sentite sicure nel tornare a casa da sole.

Fonti | Istat; Viola