
In psicologia, con sindrome di Procuste s'intende il disprezzo che una persona sente per quegli individui che hanno maggiori capacità e talento. Non si tratta solamente di una sensazione negativa ma spesso si traduce anche in vere proprie azioni che hanno l'obiettivo di sminuire se non addirittura di sabotare l'altro. Chi soffre di queste sindrome è solitamente frustrato e mette in atto una competitività di tipo negativo che tende a ostacolare l'altra persona per sentirsi meglio.
La sindrome di Procuste non si può trovare solamente all'interno del posto di lavoro ma anche in ambito familiare e sociale. In qualsiasi settore può esserci qualche individuo che mette in atto azioni scorrette per invidia e con l'obiettivo di non farci avere successo.
Per chi soffre della sindrome di Procuste la competitività non è uno stimolo a fare meglio ma è solamente una scusa per sabotare l'altro. Tendenzialmente non si fida di nessuno e cerca di imporre il proprio punto di vista e le proprie idee giudicando sempre in maniera negativa ciò che fanno gli altri.
Rispetto a un’invidia cosiddetta “sana”, caratterizzata cioè dal riconoscere le qualità altrui senza cercare di sminuirle e dal tentativo di mettere in atto le strategie adeguate per migliorare la propria posizione lavorativa e sociale, l’invidia patologica è caratterizzata da un profondo senso di disprezzo e spesso può portare al tentativo di ostacolare il successo dell’altro anche attraverso mezzi sleali.
Chi sono e come si presentano le persone che hanno la sindrome di Procuste?
Per ultimo, ma non meno importante, occorre dire anche che non ci pensano due volte a manipolare terzi e a sfruttare la loro complicità per “fare fuori” colui che spicca.
Chi soffre della Sindrome di Procuste ha un unico scopo: sentirsi superiore rispetto agli altri. La comparazione non trova limiti: dagli oggetti posseduti ai successi scolastici dei figli, dal numero di mete turistiche alla mera vanità.
E se gli altri dovessero superarlo in qualcosa, allora dovrà correre ai ripari per mettersi subito in pari. Qualora il "mettersi alla pari" non fosse possibile, troverà un modo per surclassarlo anche in modo effimero, con frecciatine velenose o bassezze varie.
Il modo migliore per difendersi da chi soffre di questa sindrome è avanzare per conto proprio, cercare nuovi contesti in cui trovare la possibilità di realizzarci al massimo come individui. La realizzazione personale corrisponde al benessere, ciò significa che per difenderti da questi individui, hai solo bisogno di distaccarti e dedicarti alle attività che davvero ti gratificano.