La stretta sui pesticidi della Ue: il loro utilizzo andrà dimezzato del 50% entro il 2030

La Commissione Europea ha proposto di ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030, anno in cui il 20% degli habitat a rischio dovrà essere interessato da azioni di ripristino. I provvedimenti sono stati approvati nell’ambito del Green Deal europeo, centro dei piani di transizione ecologica, tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare e sanitaria europea. Te ne parlo nel dettaglio in questo articolo.
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Michele Mastandrea 27 Giugno 2022

Mentre i cambiamenti climatici minacciano sempre più la tenuta dei nostri ecosistemi, come puoi notare dalla durissima siccità che interessa anche l'Italia in questi giorni, non si ferma la marcia del Green Deal dell'Unione Europea. Lo scorso 22 giugno sono state proposte altre misure per quanto riguarda la protezione degli ecosistemi e della biodiversità, definite ‘pionieristiche' dalla Commissione Europea.

"Gli scienziati sono stati chiari: non c'è tempo da perdere", ha affermato Virginijus Sinkevičius, commissario Ue responsabile per l'Ambiente, gli oceani e la pesca. "Altrettanto chiara è la motivazione economica: ogni euro speso per il ripristino frutterà un utile di almeno otto euro", ha spiegato il politico lituano presentando le due proposte legislative.

Queste consistono da un lato in operazioni per il ripristino degli habitat naturali (l'80% è attualmente a rischio) e dall'altro in azioni per ridurre l'uso dei pesticidi, fino al 50% entro il 2030. Le due proposte applicano rispettivamente due strategie europee, ‘Biodiversità‘ e ‘Dal produttore al consumatore‘, al centro dei piani di transizione ecologica, neutralità climatica e sicurezza sanitaria dell'Unione Europea. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Riduzione dell'uso dei pesticidi

Novità importanti soprattutto per quanto riguarda i pesticidi: l'idea è una stretta sul loro utilizzo, al fine di ridurre i rischi che ne derivano. La vecchia direttiva che regolava il loro utilizzo sarà trasformata in un regolamento, direttamente applicabile dai 27 Stati membri.

"Le attuali norme della direttiva sull'uso sostenibile dei pesticidi si sono rivelate troppo deboli", si legge nella proposta di regolamento, "e sono state attuate in modo non uniforme. Inoltre, sono stati compiuti progressi insufficienti nell'uso della gestione integrata dei parassiti e in altri approcci alternativi". Da qui la necessità di intervenire.

L'utilizzo di pesticidi e agenti chimici pericolosi sarà dunque vietato nelle aree verdi urbane, come parchi e giardini pubblici, ma anche nei parchi giochi, nelle scuole, nei campi ricreativi o sportivi, nei sentieri pubblici e in altre aree protette. Bisognerà poi far sì sempre di più che i pesticidi diventino da parte degli agricoltori una misura di ultima istanza, definendo con chiarezza da parte degli Stati quali approcci alternativi utilizzare nella lotta ai parassiti. Infine, gli agricoltori dovranno tenere obbligatoriamente registri dove siano segnalati gli agenti chimici usati nella produzione.

A difendere dalla concorrenza sleale da un punto di vista ambientale i prodotti europei a minor uso di pesticidi è la norma per cui gli alimenti importati che abbiano residui misurabili di sostanze vietate, come tiametoxam e clothianidin, non potranno più essere commercializzati in tutti i 27 Paesi membri della Ue. Inoltre, per cinque anni a partire dall'approvazione definitiva delle misure, gli agricoltori potranno ricorrere a fondi Pac per sostenere la loro transizione verso una produzione con uso nettamente minore di pesticidi, come annunciato anche dalla commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides.

Il ripristino della natura

Approvato poi il ‘Pacchetto Natura‘, focalizzato sulla tutela della biodiversità. Entro il 2030 le proposte della Commissione intendono attuare piani di ripristino della natura in relazione ad almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’Unione europea.  Nel 2050 queste misure andranno estese a tutti gli ecosistemi a rischio, pari attualmente all'80% del totale. Sarà di 100 miliardi di euro il fondo a disposizione per queste azioni, che riguarderanno boschi, zone umide, fiumi, mari e praterie.

Tra le misure pensate ci sono quelle per la riduzione del calo della popolazione di insetti impollinatori (come api e bombi) entro il 2030, che dovrà poi essere aumentata negli anni successivi. La superficie totale degli spazi verdi dovrà essere aumentata del 5% entro metà secolo, con l'obiettivo del 10% di verde da raggiungere per quanto riguarda i centri urbani. Inoltre, entro il 2030 bisognerà raggiungere l'obiettivo di 25mila chilometri di fiumi a libero scorrimento, rimuovendo ostacoli come dighe e barriere di vario tipo.

La situazione è del resto molto grave, spiega la stessa Commissione Ue a motivazione della propria azione. Dal 1970 a oggi in Europa occidentale, centrale e orientale le zone umide si sono ridotte del 50%. Il 71% delle tipologie di pesci e il 60% di quelle degli anfibi sono diminuite negli ultimi dieci anni. Con gravissimi danni economici: nel periodo 1997-2011, la perdita di biodiversità ha significato una perdita annua tra i 3.500 e i 18.500 miliardi di euro.