La tua immaginazione può aiutarti a calmare l’ansia e superare le paure

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Non ha importanza che tu stia facendo esperienza diretta di un pericolo o lo stia solo immaginando: le aree cerebrali che si attiveranno saranno le stesse. Perciò se al ripetersi di uno stimolo continuerai a raffigurarti una minaccia senza che questa poi si verifichi sul serio, potresti smettere di provare paura.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 15 Dicembre 2018

Non solo quello che vivi, ma anche quello che immagini può modificare il tuo cervello. E lo può fare in modo così incisivo, che ti aiuta a superare le fobie, i timori e addirittura a calmare l'ansia. Secondo uno studio dell'Università del Colorado e della Scuola di Medicina di Mount Sinai, nello stato di New York, il primo strumento per combattere lo stress è già dentro di te.

"Questa ricerca conferma che l'immaginazione è una realtà neurologica che può avere un impatto sul nostro cervello e sul nostro corpo in modo da poter migliorare la nostra vita", ha spiegato Tor Wager, professore del dipartimento di Psicologia e Neuroscienze dell'Università di Chicago e co-autore del paper.

Un risultato che è emerso grazie a un esperimento che forse ti sembrerà un po' bizzarro. I 68 partecipanti, tutti volontari e senza particolari disturbi psicologici, hanno ascoltato un suono specifico e, allo stesso tempo, ricevuto una leggera scossa elettrica. Non pensare a un elettroshock, sto parlando di un voltaggio molto basso anche se fastidioso.

Dopodiché sono stati suddivisi in tre gruppi: il primo ha riascoltato lo stesso suono, il secondo doveva immaginare di sentirlo, mentre al terzo sono stati proposti il canto degli uccellini e il rumore delle gocce di pioggia che cadono. A nessuno di loro, però, è arrivata una nuova scarica elettrica.

Nel frattempo, i ricercatori hanno tenuto monitorato l'attività celebrale di tutti i partecipanti con risonanze magnetiche e le reazioni fisiologiche grazie a dei sensori attaccati direttamente alla pelle.

Le reazioni dei partecipanti all'esperimento venivano monitorare con risonanze magnetiche e sensori

Quello di cui si sono resi conto è stato che il comportamento del cervello di chi aveva sentito il rumore collegato alla scossa elettrica era uguale a quello di chi l'aveva solo immaginato. Che si trattasse di realtà o finzione, la mente reagiva sempre allo stesso modo: venivano attivate assieme corteccia uditiva, nucleo accumbens, cioè la parte associata all'esperienza della paura, e corteccia prefrontale che si occupa di segnalare i potenziali pericoli.

A mano a mano che i partecipanti ascoltavano o immaginavano quel rumore senza ricevere scariche, non ne venivano più spaventati. L'associazione fra il suono e l'esperienza sgradevole si era interrotta. In psicologia questo risultato si chiama proprio "estinzione" e fa parte della cosiddetta terapia dell'esposizione che viene già utilizzata dagli specialisti.

Ma la novità di questo studio è proprio racchiusa nel cervello: quando immagini una minaccia, i processi neuronali che metti in atto si modificano per davvero.

Nel terzo gruppo, dove i componenti hanno ascoltato solo i piacevoli suoni della natura, la risonanza ha evidenziato l'attività di aree celebrali diverse. Non solo, ma la paura di ricevere una scossa elettrica era rimasta invariata.

Come spesso accade in questi casi, serviranno ulteriori ricerche per approfondire il collegamento fra l'immaginazione e le paure, ma quello che sperano gli autori è di poter impiegare la fantasia anche per superare traumi e fobie. Attento, però, perché quel che è certo è che questo metodo funziona solo con chi è già propenso a lasciar volare la propria mente. Perciò inizia a sentirti meno in colpa quando ti perdi nei tuoi pensieri e ogni tanto permetti al tuo cervello di collegarsi con un mondo immaginario. Potrebbe sempre servirti!