La Xyllela torna a far paura in Puglia, ma dalle nanotecnologie potrebbe arrivare la soluzione

Da quando è arrivata nel Salento, nel sud della Puglia, la Xyllela fastidiosa ha ucciso 21 milioni di piante d’ulivo. Ora, una soluzione al batterio killer, che intanto sta minacciando anche il nord della Regione, potrebbe arrivare dal campo delle nanotecnologie.
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Maria Teresa Gasbarrone 22 Agosto 2023

La soluzione contro la Xylella fastidiosa, il batterio fitopatogeno che ha causato la morte e l'abbattimento di milioni di ulivi in Puglia, potrebbe arrivare dal settore delle nanotecnologie.

Si chiama “Argirium SUNc” ed è stato identificato per la prima volta nei laboratori dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara da un team di ricercatori coordinati dal dottor Luca Scotti, da anni impegnato nella ricerca di nuovi materiali presso il Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologiche dell’Ateneo.

Si tratta di un nuovo nano materiale – che ha dimensioni del nano world (pochi nanometri) – in grado di agire efficacemente su molti agenti patogeni sia batterici che fungini, responsabili di molte patologie in campo medico e in fitopatologia.

Tra i batteri che “Argirium SUNc” sarebbe in grado di sconfiggere c'è anche la Xylella, il batterio killer che da anni ormai preoccupa gli agricoltori di ulivi, non solo in Puglia e in Italia, ma anche in altri Paesi d'Europa.

Il nuovo nano materiale

"Possiamo ritenere a ragione – ha spiegato il dottor Luca Scotti – che da oggi la Xylella, questa patologia che tanto preoccupa i coltivatori dell’ulivo, sia trattabile efficacemente e che “Argirium SUNc” possa offrire una reale e concreta soluzione al problema".

L’efficacia di questo materiale è stata comprovata da diverse sperimentazioni in vitro e ora anche precliniche e cliniche, anche attraverso la collaborazione di altri centri di ricerca sparsi sul territorio nazionale: le Università di Teramo, di Roma Tor Vergata e di Perugia.

Le ricerche multicentriche hanno portato ad ottenere un nano materiale dalle proprietà battericide, batteriostatiche, e fungicide uniche a concentrazioni efficaci di pochi parti per milione (mg/ Litro). L’Argirium SUNc, il nuovo nano composto frutto di questa ricerca, ha richiesto cinque anni di sperimentazione e di controlli al fine di comprendere la sua efficacia e la sua eventuale tossicità.

Xyllela, una minaccia più attuale che mai

Oltre 21 milioni di piante, più di 8mila chilometri quadrati di terreno infettato, circa il 40% dell'intera Regione. Bastano questi numeri, elaborati dal monitoraggio della Coldiretti sull'epidemia del batterio killer in Puglia.

Una strage che purtroppo non accenna a finire. Da quanto nel 2008 fu rilevata la sua presenza nel Salento, nel sud della Puglia, la Xyllela ha determinato danni enormi all'economia, ma anche al patrimonio naturale della Regione.

Dopo aver devastato il Salento, quest'estate si è riacceso l'allarme per il timore che il batterio possa arrivare anche al nord, dopo che sono stati ritrovati insetti vettori infetti, le cosiddette cicaline sputacchine ("Philaenus spumarius") nelle campagne del comune di Triggiano, alle porte di Bari: ben oltre la zona in cui era nota la presenza del batterio. È la prima volta che esemplari di cicalino sputacchine vengono segnalate così al Nord.

Produzione dell'olio di oliva in picchiata

Per provare a contenere il rischio che la Xyllela possa diffondersi anche nell'area settentrionale, il 23 giugno 2023 la Regione Puglia ha disposto l'obbligo del secondo trattamento insetticida in 19 comuni pugliesi, che aveva come scadenza di esecuzione lo scorso 10 luglio.

Si tratta degli stessi comuni dove il 18 maggio era stato prescritto il primo trattamento obbligatorio, con l'aggiunta del Comune di Triggiano.

Il settore del produzione dell'olio di oliva, uno dei capisaldi del made in Italy, rischia di subire danni inimmaginabili.

A causa della Xyllela, ma anche dell'impatto prodotto dalla crisi climatica, nel 2023 – secondo Coldiretti – è andato perso un potenziale pari al 30% della produzione nazionale di olio, che nella stagione 2022/2023 ha registrato solo 208 milioni di chili di olive raccolte, contro i 329 milioni di chili della stagione precedente.