L’ansia del tempo: quando e perché orologio e calendario diventano dei nemici

Quando guardi costantemente l’orologio in modo ossessivo, quando cerchi di fare un numero incredibile di cose in un tempo che evidentemente non è sufficiente, quando ti senti in colpa perché ti prendi qualche minuto per te. Sono tutti possibili sintomi che soffri di ansia per il tempo. Vediamo qualche strategia per gestirla.
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Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
29 Luglio 2022 * ultima modifica il 29/07/2022

Il tempo non smette mai di essere un incredibile paradosso. Da una parte non è altro che un’invenzione umana. Forse una delle più utili, ma anche una di quelle di cui siamo maggiormente schiavi. Succede spesso, inoltre, che, quando ci servirebbe che passasse in fretta, fa il contrario; mentre nei momenti più belli, la sua velocità accelera. I secondi scorrono lentamente quando ci si trova in sala d’attesa, mentre volano quando siamo a cena con amici e ci stiamo divertendo.

Se l'orologio diventa padrone delle nostre giornate, si entra in una fase d'ansia che crea forti disagi interiori, ostacola i rapporti con gli altri e spegne ogni energia creativa.

È una forma d'ansia insidiosa, che entra silenziosamente a far parte della vita quotidiana e finisce per condizionarla pesantemente: sentiamo il tempo come un nemico che ci insegue in ogni cosa che facciamo, come se non ce ne fosse mai abbastanza. È più di una semplice fretta sporadica: è una modalità costante di affrontare ogni giornata, sia lavorativa che di festa.

Perché accade

Chi vive questo tipo di ansia guarda l'orologio decine di volte al giorno, in modo compulsivo, e ha come "obiettivo automatico" quello di fare tante cose in un tempo chiaramente insufficiente.

Ma perché il tempo diventa un nemico?

Spesso tutto nasce da un periodo di grande impegno, che viene però affrontato male: si distribuisce in modo sbilanciato l'attenzione alle singole attività, si organizza male la giornata, si vuole fare tutto e subito, si fa fatica a delegare o a chiedere un aiuto. E anche quando non si rinuncia a piccole "concessioni" di piacere, queste vengono relegate in un tempo misero e vissute con senso di colpa e ulteriore aumento della frenesia. Un problema più "tecnico" che psicologico, dunque, ma che agisce fortemente sulla psiche e sul corpo, defraudandoli di tante energie e peggiorando la vita di relazione.

Come gestirla

Vediamo alcune strategie che possono aiutare a gestire meglio l'ansia per il tempo:

  • Percepire il problema. Visto che guardi sempre l'orologio, sfrutta il sintomo e cronometrati nelle cose che fai, scrivendo i tempi. Osserva quanto ti è difficile organizzarti: tanto tempo per una piccola cosa, poco tempo per una importante.
  • Ri-bilanciare le priorità. Le azioni non sono tutte uguali: richiedono approcci e tempi qualitativamente diversi. Ora che hai visto, puoi ridare il giusto peso e tempo ai vari impegni. Per un po' magari con l'aiuto di un'agenda.
  • Concedersi svaghi sufficienti. Il tempo per se stessi è fondamentale ma deve essere preso nel modo giusto: quando c'è davvero tempo per farlo, e godendoselo tutto senza pensare a nient'altro.
  • Saper chiedere aiuto. Basta con la presunzione di essere indispensabili: se ti ammali quelle cose le farà qualcun altro. Chiedere una mano quando si ha bisogno è segno di vera autonomia mentale, non di dipendenza.

Quando c’è il rischio che il tempo diventi uno stimolo ansioso, spetta a noi scegliere se vogliamo che la nostra mente si concentri sullo scorrere del tempo o se, invece, vogliamo che sposti la sua attenzione su pensieri più piacevoli e, soprattutto, meno angoscianti.

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…