L’arcipelago di Palau bandisce le creme solari: danneggiano la barriera corallina. E la nostra pelle?

Alcuni ingredienti contenuti nelle protezioni solari risultano molto dannosi per l’ecosistema marino. Per questa ragione, il governo di Palau, in Micronesia, ha scelto di bandire dal proprio territorio quelle contenenti i dieci elementi più nocivi. Quindi, come proteggere la propria pelle?
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Sara Del Dot 2 Novembre 2018

Al momento di andare al mare, non partiamo mai senza. Se ce la dimentichiamo, la acquistiamo non appena arriviamo a destinazione. La crema solare è un prodotto imprescindibile da avere con sé in vacanza, soprattutto per tutti coloro che il resto dell’anno lo trascorrono in città, lontani dalla diretta luce del sole. C’è chi ha bisogno della protezione 50, chi invece si fa bastare una 20, ma, a prescindere dal tipo di pelle, i primi giorni è impensabile esporsi al sole senza essersi prima protetti a sufficienza. I rischi per la salute potrebbero essere tanti. Dall’altro lato, sono tanti i rischi a cui le sostanze contenute di molte creme solari espongono la fauna marina, una volta disperse in acqua. Si stima infatti che ogni anno finiscano nelle acque di mari e oceani dalle 6.000 alle 14.000 tonnellate di creme solari lavate via dal corpo di turisti e bagnanti, gran parte di queste contenenti elementi tossici per l’ambiente acquatico. E quindi c’è chi, per salvaguardare il proprio ecosistema, ha deciso di bandirle, impedendone il commercio e multando severamente chiunque ne venga trovato in possesso.

Palau: difesa senza protezione

Il governo di Palau, arcipelago di oltre 200 isole della Micronesia, piccola nazione nel Pacifico occidentale, ha approvato la scorsa settimana una legge che prevede il bando delle creme solari a partire dal 2020. Il motivo è molto semplice: le sostanze contenute in questi prodotti, una volta disperse in acqua, uccidono i coralli e danneggiano la fauna marina. Palau rappresenta uno dei punti di immersione più belli e suggestivi esistenti, ma la grande affluenza di turisti ha spaventato il governo, che ha deciso di puntare sulla prevenzione nella salvaguardia del suo preziosissimo ambiente. Il divieto, che partirà ufficialmente l’1 gennaio 2020, rappresenta il primo caso al mondo nel suo genere, ma verrà presto seguito anche dalle Hawaii, che hanno annunciato un provvedimento simile per il 2021. Quindi, tra un anno, tubetti e contenitori portati dai turisti saranno sequestrati al confine con la nazione, e chiunque verrà scoperto a vendere o acquistare creme solari incorrerà in una sanzione fino a 1.000 dollari.

Quali sostanze danneggiano il mare?

Le creme solari bandite dalla legge di Palau sono quelle contenenti i dieci ingredienti più dannosi per l’ecosistema. Le principali sostanze che provocano danni alla barriera corallina sono due: ossibenzone, un composto organico usato come fotostabilizzatore e l’octinoxato, anche conosciuto come octyl methoxycinnamate. Secondo una ricerca, il peggiore elemento dei dieci elencati è proprio l’ossibenzone, che avrebbe sui coralli un’azione scolorente, con un effetto tipo candeggina, indebolendoli e riducendo la loro resistenza ai cambiamenti di temperatura. Inoltre, i coralli giovani sono più fragili di quelli adulti, e la presenza di sostanze tossiche fa in modo che la loro crescita venga bloccata, se non letteralmente impedita, favorendo una diminuzione generale della presenza della specie. Queste due dannosissime sostanze sono presenti in circa il 50% dei prodotti di protezione solare che ogni anno finiscono nelle acque di tutto il mondo.

E la nostra pelle?

La salvaguardia del Pianeta e dell’ambiente è fondamentale, soprattutto in un’ottica di prevenzione. Tuttavia, fondamentale è anche poter andare al mare senza rischiare problemi alla pelle, anche gravi. È quindi importante riuscire a trovare il corretto equilibrio tra la difesa del mare e la difesa della propria salute. Se tutti i governi delle località turistiche come Palau adottassero questa legge (improbabile, ma non impossibile), risulterebbe obbligatorio trovare delle modalità alternative di proteggersi, potendosi però esporre ai raggi del sole, tuffarsi in acqua liberamente e portando comunque a casa una bella abbronzatura. Sul mercato sono presenti creme solari che non contengono gli elementi elencati nella legge, o almeno i due giudicati più dannosi per l’ambiente. Di protezioni, infatti, ne esistono centinaia di tipologie differenti, adatte a qualsiasi tipo di pelle, basta informarsi bene e capire quale faccia più al caso proprio, magari dietro consulto di un dermatologo. Infatti, per quanto si sia sensibili alle tematiche ambientali, è importante non demonizzare la funzione della crema solare: si tratta di un vero e proprio scudo che va tenuto sempre attivo, ripristinato più volte per non lasciare il proprio corpo in balìa dei raggi ultravioletti. Ma le possibilità ormai sono tante, ed è sufficiente informarsi bene per compiere delle scelte che siano consapevoli e rispettose dell’ecosistema.