Le Nazioni Unite e la WHO confermano che le pandemie sono provocate dalla distruzione dell’ambiente

Esattamente come tante altre epidemie passate, anche la pandemia del Covid-19 è legata a doppio filo con il modo in cui ci trattiamo il Pianeta e la natura. Natura la cui salute garantisce anche la nostra sopravvivenza. Quando inizieremo ad accettarlo e a cambiare i nostri comportamenti?
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Sara Del Dot 18 Giugno 2020

Lo sapevamo, forse lo abbiamo sempre saputo, eppure fino all’ultimo abbiamo finto che non fosse così. Oggi, però, a confermarlo sono le Nazioni Unite e l’Organizzazione mondiale della sanità: il modo in cui fino a oggi abbiamo trattato il nostro Pianeta e l’ambiente determina in modo inequivocabile l’insorgenza di situazioni come quella in cui ci troviamo adesso. In poche parole, la costante e progressiva distruzione del Pianeta che abbiamo portato avanti fino ad ora è una delle cause delle pandemie che ci colpiscono, proprio come il Coronavirus.

Emissioni, disboscamento, distruzione degli ecosistemi, allevamenti intensivi e alimentazione insostenibile sono tutti fattori di cui siamo responsabili e attraverso cui abbiamo finito per danneggiare noi stessi, la nostra casa e la nostra salute. E questa conseguenza non è destinata a esaurirsi presto. Infatti, secondo il WWF il rischio che una nuova pandemia si ripresenti è più alto che mai. Per questo è fondamentale rivedere al più presto lo stile di vita e di produzione globale, e questa revisione deve per forza tenere conto delle necessità della natura da cui (che fatica facciamo ad accettarlo?) dipendiamo.

Se quindi non ci interessavano le conseguenze delle nostre azioni sul Pianeta, perché ci sembrava non avessero a che fare direttamente con le nostre vite, il Covid-19 ha dimostrato che la situazione è totalmente diversa. E che la salute del Pianeta viaggia sullo stesso binario della nostra sopravvivenza.

A supportare queste affermazioni sono un nuovo report del WWF “Covid-19: urgent call to protect people and nature”. A supporto di questa tesi, le dichiarazioni al Guardian di Elizabeth Maruna Mrena, direttrice della convenzione sulla biodiversità delle Nazioni Unite, ma anche di Maira Neira, direttrice dell’Organizzazione mondiale della Sanità per ambiente e salute, e Marco Lambertini, capo del WWF Internazionale, che avevano già dichiarato al Guardian che moltissime patologie passate come la Zika, Aids, Sars ed Ebola sono state attribuite in modo comprovato a gruppi di animali tenuti in condizioni di salute precaria, come ad esempio quelli stipati negli allevamenti intensivi.

Per affrontare al meglio questa situazione sotto tutti i punti di vista per arginare il danno il più possibile, le associazioni richiedono che la ripresa post-Codiv avvenga in un’ottica di maggiore attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, anche e soprattutto per evitare che in futuro possa ripetersi ciò che è accaduto in questi mesi. Situazione che, ancora fatichiamo a crederci, è legata a doppio filo con i nostri comportamenti ambientali.