Le ostriche, amiche del clima: contrastano l’inquinamento intrappolando la CO2 all’interno dei loro gusci

Un team dell’Università di Ferrara ha considerato la produzione di ostriche di Goro: un solo chilo di pregiati molluschi è in grado di ripulire l’ambiente da quasi 300 grammi di anidride carbonica. Per questo ostriche – ma anche cozze e vongole – potrebbero essere le proteine sostenibili del futuro.
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Martina Alfieri 13 Febbraio 2023

Il futuro potrebbe rivelarci delle sorprese per quanto riguarda l’alimentazione sostenibile. Se ormai siamo certi che i prodotti derivati dagli insetti saranno via via più diffusi – dopo il via libera dell’Unione europea alla farina di grillo -, secondo alcuni ricercatori è possibile che una proteina amica dell’ambiente arriverà dal mare.

Un team dell’Università di Ferrara ha studiato la produzione di ostriche di Goro, nell’alto Adriatico, e avrebbe visto che questi pregiati molluschi sarebbero in grado di trattenere anidride carbonica con i loro gusci.

Si chiama “ostricoltura” l’attività di produzione delle ostriche, e permette ogni anno di ripulire l’aria da diverse tonnellate di CO2. Come spiega l'Università di Ferrara, un chilo di ostriche – pari a 10-12 molluschi – contiene circa 630 grammi di guscio, il 60/70% del peso totale. Questa piccola quantità sottrae dall’ambiente 275.8 grammi di anidride carbonica.

Come riporta l'agenzia Ansa, secondo i ricercatori nel solo 2020 sono state prodotte, tra oltre 40 Paesi nel mondo, circa 6 milioni di tonnellate di ostriche: hanno contrastato l’inquinamento eliminando 1.7 milioni di tonnellate di CO2. In Italia, un piano strategico guidato dalla professoressa Elena Tamburini, dell’Università di Ferrara, mira a potenziare l’ostricoltura creando una rete nazionale tra i produttori di Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Puglia, Sardegna e Liguria.

"Ostriche, insieme a cozze e vongole potrebbero rappresentare un'importante fonte di proteine per il futuro del pianeta, molto più sostenibili dal punto di vista ambientale di quelle da insetti e carne artificiale prodotta in laboratorio e con un valore nutrizionale superiore", dichiara Tamburini all’agenzia.

L’impatto positivo dell’acquacoltura dei molluschi era stato evidenziato già nei mesi scorsi dagli stessi ricercatori che avevano dimostrato in particolare come la produzione di cozze e vongole fosse “carbon negative": sottrae, cioè più CO2 di quella che rilascia.