
Il Kodo è una qualità di miglio, autoctono dell'India ed è un alimento tradizionale che ricorda molto il riso ed è utile per chi vuole perdere peso. È facilmente digeribile ed è ricco di sostanze fitochimiche e antiossidanti che aiutano a prevenire diverse malattie associate allo stile di vita. Lo hai mai assaggiato?
Il miglio di Kodo o Arikelu è un'erba annuale a crescita rapida, resistente alla siccità, che raggiunge un'altezza di 1-2 metri. La pianta ha un aspetto folto a causa delle foglie lunghe e larghe. La sua capacità di adattarsi a terreni poveri è diventato un punto fermo tra i contadini, soprattutto durante i periodi di carestia.
L'uso del miglio Kodo come fonte di cibo può essere fatto risalire a secoli fa. Si pensa che sia uno degli antichi grani coltivati dall'uomo sin dal Neolitico. È originario dell’Africa, ma oggi è coltivato principalmente in India.
Il Kodo pare essere altamente nutriente e di conseguenza abbia numerose proprietà e benefici nutrizionali. È una fonte di proteine, fibre alimentari, vitamine del gruppo B, minerali come rame, manganese e fosforo. Oltre a ciò, i migli Kodo o Arikelu contengono anche calcio, magnesio e sodio.
È dunque un’ottima alternativa al riso e al grano. È stato per secoli un alimento di base, ma recentemente, ha guadagnato popolarità come cibo che può aiutare a contrastare il diabete e le sue complicanze, grazie alla presenza di fibre. Motivo per cui fa sentire anche più sazi più velocemente, prevenendo così l'eccesso di cibo e favorendo una sana gestione del peso. Aiuta anche a ridurre problemi come costipazione, flatulenza, gonfiore e crampi allo stomaco.
Contiene un'elevata quantità di lecitina ed è ottimo per rafforzare il sistema nervoso. Inoltre, pare essere privo di glutine, dunque ideale per chi soffre di celiachia o intolleranza alla proteina del grano.
In India, puoi trovare il miglio Kodo in diversi cibi tradizionali. Può essere usato per produrre farina e creare pani, biscotti, budini o paste. Lo puoi mescolare ad altri cereali e legumi (in questo caso fai attenzione alle contaminazioni se sei celiaco).
Fonte | Science Direct