Legge 104: quali agevolazioni prevede e come fare per ottenerle

Lo scopo della legge 104 è quello di promuovere il benessere e l’autonomia delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Pubblicata per la prima volta nel febbraio del 1992, è stata aggiornata diverse volte. Ma cosa prevede di preciso e come può essere presentata la richiesta?
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Giulia Dallagiovanna 7 Febbraio 2022
* ultima modifica il 26/06/2022

La legge 104 è la "legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate". Forse una tra le più nominate e conosciute, è stata pubblicata a febbraio del 1992 e negli anni ha subito alcune revisioni e aggiornamenti per effetto di norme inserite in seguito. Lo scopo principale è quello di promuovere sia l'autonomia che il benessere delle persone con disabilità e anche delle loro famiglie. E per questo motivo, come a grandi linee potresti già sapere, prevede la possibilità di permessi pagati e di un'indennità economica mensile. Ma chi ne ha diritto e come si può presentare la richiesta?

Chi ne ha diritto

Le persone che hanno diritto ai permessi retribuiti e ai periodi di congedo straordinario garantiti dalla legge 104 devono avere determinati requisiti. Prima di tutto, le agevolazioni sono riservate ai lavoratori dipendenti, anche part-time, purché siano assicurati per le prestazioni economiche di maternità presso l'INPS. Inoltre devono essere:

  • disabili in situazioni di gravità
  • gentitori di figli disabili in situazioni di gravità, siano questi biologici, adottivi o in affido
  • coniuge (ma anche convivente di fatto o parte dell'unione civile) di una persona disabile in situazione di gravità
  • parenti o affini entro il terzo grado di familiari in situazioni di gravità

Quest'ultimo caso però, è stato aggiunto con la legge 103 del 2010 ed è previsto solo quando il genitore o il coniuge è anch'esso affetto da patologie invalidanti, oppure abbia già compiuto 65 anni. Devi sapere infatti che nella maggior parte dei casi, la richiesta viene presentata in relazione a persone già anziane, la cui disabilità è una conseguenza proprio dell'età avanzata.

Chi non ne ha diritto

Non può invece presentare la richiesta per i permessi retribuiti e le altre agevolazioni chi:

  • svolge un lavoro a domicilio
  • chi è addetto ai lavori domestici e familiari
  • chi è un lavoratore agricolo a tempo determinato ma occupato a giornata
  • chi è un lavoratore autonomo
  • chi è un lavoratore parasubordinato

Inoltre non è possibile ottenerla se la persona disabile è ricoverata in una struttura a tempo pieno, sia pubblica che privata, che ne assicuri l'assistenza 24 ore su 24. In quel caso, infatti, non è più necessario assentarsi dal lavoro per far fronte a necessità come le visite mediche, gli esami periodici, l'assistenza quotidiana e così via.

Cosa prevede

In linea generale, la legge 104 prevede che il lavoratore disabile possa godere di 1 o 2 ore di assenza all'interno del turno di lavoro. Più nel dettaglio, se la tua giornata è pari o superiore alle sei ore, avrai diritto al massimo dell'agevolazione, mentre se l'orario è inferiore potrai assentarti solo per un'ora. Sono poi previsti 3 giorni al mese di permesso, i quali possono essere comunque frazionati in ore.

Allo stesso modo, un parente di una persona disabile che "ha ottenuto la 104", come avrai sentito dire in gergo, potrà godere di tre giorni al mese di permesso retribuito e regolarmente coperto anche dal versamento dei contributi.

I genitori di figli disabili

Se sei genitore di un figlio con disabilità grave, puoi presentare la richiesta e ottenere i medesimi permessi retribuiti al lavoro. Le differenze in questo caso riguardano proprio l'età del bambino.

Minore di 3 anni

Se tuo figlio ha meno di tre anni, oltre ai permessi retribuiti, hai la possibilità di prolungare il congedo parentale fino al compimento dell'ottavo anno, ricevendo un indennizzo pari al 30% della tua retribuzione. Ricorda che l'aggiunta deve essere richiesta un volta terminato il periodo normale al quale ha diritto qualsiasi genitore.

Tra i 3 e i 12 anni

Se tuo figlio ha tra i 3 e i 12 anni o, in caso di affido o adozione, è entrato in famiglia da meno di 12 anni, puoi usufruire sia delle ore che dei giorni di permesso di cui ti abbiamo parlato finora. Inoltre, puoi richiedere un prolungamento del congedo parentale. In linea generale, tieni presente che il totale dei giorni di congedo parentale (ordinario e straordinario) non può superare i tre anni.

Oltre i 12 anni

Una volta che tuo figlio compie 12 anni, puoi continuare a usufruire solo dei tre giorni di permesso mensili, che possono comunque essere frazionati in ore.

L'assegno e la pensione di invalidità

Oltre ai permessi e ai congedi retribuiti, la legge 104 prevede anche un'indennità economica di cui avrai sentito parlare come una generica "invalidità". Si tratta in realtà dell'assegno oppure della pensione di invalidità (chiamata anche assegno di invalidità civile).

Nel primo caso, viene elargito a chi presenta una riduzione della capacità lavorativa superiore al 67% e ha già versato almeno 5 anni di contribuiti, di cui 3 negli ultimi cinque anni. Nel secondo caso, invece, l'invalidità riconosciuta deve essere superiore al 74% e vengono inoltre valutati alcuni limiti di reddito.

Le altre agevolazioni

Come terza tipologia di agevolazioni, oltre ai permessi e all'indennità economica, troviamo delle detrazioni e delle deduzioni fiscali a cui ha diritto chi riceve l'ok alla richiesta. Si parla ad esempio dell'acquisto di un veicolo, di un'ulteriore detrazioni alla voce "figli a carico", delle spese che devono essere affrontate per l'assistenza al disabile e delle spese sanitarie.

Altri aspetti riguardano poi l'abbattimento delle barriere architettoniche, e quindi una detrazione IRPEF per la costruzione di rampe e l'installazione di ascensori, un assegno familiare superiore e un esonero dalle visite fiscali per tutte le patologie connesse alla disabilità.

Come si presenta la richiesta

Se hai tutti i requisiti e vuoi presentare richiesta per il riconoscimento dell'invalidità e delle agevolazioni della legge 104, come prima cosa dovrai recarti dal tuo medico di famiglia, se è abilitato presso l'INPS. In caso contrario, ti dovrai rivolgere a un patronato di fiducia. La procedura comunque non cambia: dovrà essere compilato un apposito modello, che si può trovare sul sito dell'INPS, dove viene indicata la patologia della persona disabile e le sue attuali condizioni di salute. A quel punto, ti verrà consegnata una ricevuta sopra la quale sarà riportato un codice identificativo.

Ora potrai inviare la domanda vera e propria, che troverai sempre sullo medesimo sito e che dovrà essere compilata entro 90 giorni dall'invio del primo certificato. Una volta svolte tutte le pratiche, riceverai una lettera o una mail con la data e l'orario della visita.

La visita serve per accertare il livello di invalidità e deve essere eseguita da una commissione medica nominata direttamente dalla tua Asl e nella quale è presente anche un medico dell'INPS. Al termine del colloqui viene redatto un verbale con il giudizio finale e il grado di invalidità, che sarà poi inviato alla persona. Nei casi in cui il responso non sia unanime, invece, l'INPS potrebbe sospendere la pratica e richiedere altri documenti, prima di elaborare un verdetto definitivo.

Come si calcola l'invalidità

Il giudizio sul livello di invalidità non è del tutto dipendente dalla commissione medica. Questa infatti deve seguire le tabelle del Ministero della Salute previste nel decreto, le quali riportano uno specifico punteggio per ogni sintomo. Alla fine si calcola semplicemente la somma e se ne deduce così la percentuale di invalidità assegnata al paziente.

Se da un lato questo meccanismo garantisce una maggiore imparzialità, dall'altro lato può risultare eccessivamente rigido in certi frangenti. In pazienti con la sclerosi multipla, ad esempio, sono emerse alcune difficoltà proprio a causa dei sintomi specifici della patologia che non erano contemplati nelle tabelle. Inoltre, non possiamo dimenticare che ogni persona è unica e può presentare una sintomatologia sua propria, che magari uno schema non contiene.

Per i minori cambiano, infine, i criteri di valutazione e anche le agevolazioni possibili. Il punto di partenza diventano le attività che la persona dovrebbe svolgere alla sua età, come lo studio e lo sport, e si può quindi ottenere un'indennità di frequenza e un'indennità di accompagnamento in caso sia necessaria una forma di assitenza quotidiana e continua.

Quanto dura

La domanda che presenti all'INPS ha naturalmente validità a partire proprio dal momento in cui viene inviata. Nel caso poi cambino alcune condizioni o dati che hai inserito nel modello, avrai 30 giorni di tempo per comunicarlo all'ente di previdenza.

Una volta che l'invalidità è stata riconosciuta, l'attestato risulta valido a partire dal suo rilascio e se questo non avviene entro 45 giorni, o possibile presentare un certificato provvisorio, che deve comunque essere firmato da un medico specialista della Asl.

Le novità del 2022

La novità principale inserita dal governo Draghi nella legge di bilancio 2022 riguarda lo stanziamento dei fondi. Sono in arrivo infatti maggiori sussidi sia per le famiglie che per il potenziamento di servizi sul territorio, come l'assistenza domicliare integrata e i servizi sociali e sociosanitari.

Già a partire da quest'anno, il fondo per la disabilità e l'autosufficienza riceverà in totale 300 milioni, ovvero 100 milioni in più in confronto al 2021. Il fondo per le non autosufficienze, invece, potrà beneficiare di ben 850 milioni entro il 2025.

Fonti| INPS; Gazzetta Ufficiale

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