Limone di Sorrento, il frutto che racchiude l’odore della Costiera

Non solo sorbetto e limoncello. Il limone di Sorrento IGP trova svariati utilizzi in cucina ed è un autentico elisir di lunga vita, in quanto è ricco di vitamine e sali minerali. Per le sue caratteristiche uniche, è tutelato da un disciplinare che ne stabilisce la zona di produzione in alcune aree della penisola sorrentina, di cui è diventato il simbolo.
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Rubrica a cura di Federico Turrisi
5 Novembre 2020

Difficile quale lato scegliere della penisola sorrentina, se quello che si affaccia sul golfo di Napoli (il lato di Sorrento) oppure quello rivolto verso il golfo di Salerno (il lato di Amalfi). Entrambi sono di una bellezza travolgente, meta ogni di anno di milioni di turisti: tant'è che l'intera penisola sorrentina rientra dal 1997 nella lista dei patrimonio dell'umanità riconosciuti dall'Unesco.

Ma perché parliamo di questa "divisione"? Semplice, perché la ritroviamo anche nella varietà di limoni che si coltivano in quest'area: da una parte c'è il Limone Costa d'Amalfi e dall'altra il Limone di Sorrento, detto anche "Ovale di Sorrento" o femminiello sorrentino. Noi ci concentreremo su quest'ultimo. Sappi comunque che sono entrambi dei prodotti di eccellenza della nostra cultura gastronomica; tutt'e due godono infatti del marchio di riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta) e la loro produzione è rigidamente regolata da un disciplinare.

Il Limone di Sorrento IGP, in particolare – come stabilisce proprio il disciplinare di produzione -, è coltivato nel territorio dei comuni di Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Sant'Agnello, Sorrento e Vico Equense, oltre che nei comuni di Capri ed Anacapri nell'isola di Capri. Buccia spessa dal colore acceso, succo giallo paglierino dotato di elevata acidità, profumo intenso. Non c'è bisogno di aggiungere altro, il limone di Sorrento è l'ingrediente perfetto per dare un tocco in più ai tuoi piatti ed è un autentico fiore all'occhiello della tradizione culinaria partenopea.

Come il "fratello" amalfitano, il limone di Sorrento viene utilizzato soprattutto per la preparazione del limoncello, ma anche per aromatizzare pietanze, per arricchire dolci e per creare marmellate. Ma ciò che lo rende unico è la particolare tecnica di produzione, legata ancora al sistema di coltivazione delle "pagliarelle", che rappresentano un elemento iconico del paesaggio sorrentino. I limoneti consistono in una specie di pergolati formati da stuoie di paglia (le pagliarelle, per l'appunto) che sono sorrette da pali di legno, solitamente di castagno. Questo sistema serve non solo a proteggere le chiome degli alberi da frutto dal freddo, dal vento e da eventuali grandinate, ma anche a ritardare la maturazione dei limoni, in modo da esaltarne le proprietà organolettiche. Dietro a ogni eccellenza del territorio, ormai lo hai capito, c'è una serie di usanze e riti che si mantengono inalterati nel corso del tempo. I limoni di Sorrento ne sono una prova.

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Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…