L’inquinamento da cocaina nel Tamigi sta facendo impazzire le anguille del fiume

Un recente studio ha dimostrato come dagli impianti fognari della capitale inglese, fluisca un’elevatissima quantità di cocaina, proveniente dall’urina di migliaia di cittadini londinesi. E questo fenomeno si manifesta nel comportamento delle anguille che transitano nel Tamigi, che una volta a contatto con lo stupefacente iniziano ad assumere comportamenti iperattivi.
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Sara Del Dot 23 Gennaio 2019

Quando parliamo di inquinamento dei fiumi e dei mari, tendiamo a pensare ai rifiuti domestici e industriali, agli oli di scarico, al carburante delle imbarcazioni, alla plastica monouso. Eppure, ci sono pericoli ugualmente insidiosi che non solo rischiano di uccidere gli ecosistemi acquatici, ma sono addirittura in grado di farli impazzire.

Sto parlando, ad esempio, di sostanze stupefacenti come la cocaina. Sì, la stessa cocaina di cui milioni di persone al mondo fanno uso, ha effetti dannosi sulla salute e sul comportamento di alcuni abitanti dei fiumi e dei mari, come le anguille. Che non sembrano essere molto felici di poter usufruire gratuitamente di droghe costose.

Proprio questi pesci, che transitano lungo il Tamigi tra settembre e ottobre, modificano radicalmente il proprio comportamento una volta a contatto con lo stupefacente, diventando iperattive e imprevedibili. Lo rivela una ricerca del King’s College London, in cui un team di scienziati ha analizzato la composizione dell’acqua che fluisce nel fiume dagli impianti fognari dopo gli acquazzoni. L’esperimento ha trovato tracce di droga entro 24 ore dallo straripamento delle acque, ed è inoltre emerso che, a confronto con altre grandi città, Londra ha un livello di cocaina presente negli impianti fognari molto elevato, ed è maggiormente probabile che vi arrivi tramite l’urina dei cittadini. Insomma, pare che l’uso di stupefacenti sia in grado di condizionare le abitudini degli animali quasi allo stesso modo di come lo fa con gli esseri umani.

Anguille e cocaina

L’effetto della cocaina sulle anguille era già stato analizzato nel 2018, in uno studio pubblicato sulla rivista specializzata Science of the Total Environment, in cui era emersa una forte presenza di sostanze stupefacenti e di loro metaboliti sulla superficie delle acque in tutto il mondo. Nel corso della ricerca, alcune anguille erano state immerse in acque contaminate da cocaina e i risultati erano evidenti: il loro comportamento cambiava, e così anche i loro muscoli, i loro ormoni e il loro cervello.

Insomma, sembra che la dipendenza che molti cercano di tenere nascosta possa emergere in modo manifesto nell’ambiente circostante, attraverso insospettabili pesci privi di capacità verbali. E non può che stimolare un’attenta riflessione sulla connessione tra i danni alla propria salute e quelli all’ambiente di abitudini dannose come questa.