L’Italia ha realizzato un algoritmo in grado di tracciare l’inquinamento dell’aria: come funziona

Sarà in grado di identificare in modo più specifico quali sono le cause dell’inquinamento dell’aria e non solo a livello nazionale, ma anche a livello locale. Sarà messo a disposizione di tutte le Arpa presenti sul territorio e la prima ad averlo già usato è stata Arpa Piemonte.
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Mattia Giangaspero 24 Maggio 2024

L'Enea, l'istituto nazionale di ricerca scientifica e ambientale ha sviluppato un algoritmo che sarà in grado di tracciare l’inquinamento dell’aria per settore ed area geografica. Si chiama ORSA (On line Reactive Source Apportionment) e grazie a esso sarà immediato poter identificare la provenienza per settore e area geografica delle emissioni inquinanti, tenendo traccia dell’origine anche durante le trasformazioni chimico-fisiche in atmosfera.

L'algoritmo inoltre è già in funzione per il monitoraggio della qualità dell'aria e questo è stato possibile grazie all'approvazione da parte del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. Attualmente ORSA fornisce previsioni giornaliere delle principali concentrazioni di gas e particolati negli strati più bassi dell’atmosfera (a tre giorni per l’Italia e a quattro per l’Europa).

Questo strumento funziona come un vero e proprio sistema di tracciabilità che permette di ‘etichettare’ le emissioni per conoscere il ‘contributo’ specifico di ogni singola fonte alle concentrazioni di inquinanti in atmosfera”, spiega Gino Briganti del Laboratorio ENEA di Inquinamento atmosferico, primo autore dello studio pubblicato su Atmosphere insieme ai colleghi Ilaria D’Elia, Mihaela Mircea e Antonio Piersanti. “È pensato in particolare per le amministrazioni locali – prosegue Briganti – che hanno il compito di preservare la qualità dell’aria e la salute dei cittadini attraverso politiche che vadano a incidere direttamente sulle fonti più inquinanti che comprendono il traffico stradale, il riscaldamento domestico, gli allevamenti, i fertilizzanti e l’industria. Ad esempio, ARPA Piemonte lo ha utilizzato per un suo studio”.

È arrivato anche un primo rapporto di ORSA che ha confermato come nei mesi invernali, in Italia, le maggiori concentrazioni di PM10 sono attribuibili al riscaldamento residenziale, specialmente nei centri abitati. Nella Pianura Padana, il traffico e l’agricoltura hanno un impatto rilevante sull’inquinamento dell’aria. Inoltre, ad esempio, in alcune località rurali della Lombardia, le concentrazioni estive di ozono sono prevalentemente originate in altre regioni oppure derivano da alti strati dell’atmosfera confermando che questo inquinante, particolarmente dannoso per la salute e l’ambiente, è originato da contributi non localizzati, ma proviene dal trasporto per centinaia di chilometri e dalla trasformazione chimica di altri inquinanti.

Fonte | Enea