Lo scioglimento dei ghiacciai in Antartide è irreversibile. Livelli dei mari, specie animali, clima: quali saranno le conseguenze?

In che modo l’uomo può adattarsi a questo cambiamento? Chi vivrà di più sulle coste a cosa va in contro? Quali specie animali rischiano l’estinzione e quali invece un processo evolutivo? Cambierà il clima? Ecco tutte le risposte.
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Mattia Giangaspero 6 Novembre 2023
Intervista a Maurizio Azzaro responsabile della sezione dell’Istituto di Scienze Polari di Messina. Ricercatore Cnr-Isp, coordinatore progetto ELENO

Era il 1997 quando la Terra ha iniziato a segnalare all'essere umano uno dei problemi che più potrebbe preoccupare la vita di chi abita il Pianeta. Qual è il problema? Ti sembra molto lontano da te, ma allo stesso tempo ti sarà anche ovvio ormai, dopo che sono passati 26 anni, eppure nulla per evitarlo è stato fatto. I ghiacciai presenti nell'Antartide, dal 1997 al 2021, si sono ridotti del 40% e tutte le piattaforme di ghiaccio sciolte in questi anni non hanno dato alcun segnale di ripresa.

A rilevare questa situazione sono stati alcuni ricercatori dell'Università di Leeds i quali hanno pubblicato uno studio sulla rivista Science che indica come: su 162 piattaforme di ghiaccio presenti nell’area, 71 hanno visto una consistente riduzione delle loro dimensioni. 62 piattaforme hanno invece mantenuto in maniera piuttosto stabile la loro portata, mentre 29 hanno “guadagnato massa”. I ghiacci che hanno perso volume sono situati nel lato occidentale dell’Antartide, mentre quelli rimasti invariati e quelli che sono cresciuti si trovano sul fianco orientale del continente. Questo ci porta a una prima conclusione: "L'Antartide occidentale si sta sciogliendo e la riduzione già avvenuta ha portato un aumento dei livelli dei mari di 8cm."

Oltre a questo studio pubblicato su Science a Ottobre esiste un altro recente studio, di settembre, pubblicato sulla rivista Nature nel quale si indica che tutta l’Antartide si starebbe riscaldando più velocemente rispetto alla media globale e più di quanto previsto dai modelli climatici che monitorano la regione.

Il dato che più fa scalpore è comunque un altro, ovvero:

"Lo scioglimento accelerato dei ghiacci nell’Antartide occidentale è inevitabile per il resto del secolo, indipendentemente dalla riduzione delle emissioni di carbonio. Le implicazioni per l’innalzamento del livello del mare sono “terribili”, dicono gli scienziati, e significano che alcune città costiere potrebbero dover essere abbandonate."

Ohga allora ha voluto intervistare un ricercatore che si occupa direttamente del nesso crisi climatica scioglimento dei ghiacciai in quanto è anche responsabile della sezione dell’Istituto di Scienze Polari di Messina. Il ricercatore del Cnr Maurizio Azzaro.

Quali possono essere le conseguenze dello scioglimento di tutti i ghiacciai? 

Abbiamo osservato un trend in diminuzione di ghiacci, marini dalla fine degli anni ’70 ad oggi e questi cambiamenti li vediamo anche alle nostre latitudini osservando per esempio l’arretramento dei ghiacciai alpini oppure Inoltre si osserva progressivamente a una Perdita di massa delle calotte glaciali di Groenlandia e Antartide. Purtroppo una risposta alla sua domanda la sappiamo già, ed è molto chiaro che la conseguenza diretta di uno scioglimento dei ghiacciai è l'innalzamento dei mari. E questo vuol dire che molti territori, Paesi e Nazioni dovranno portare grandi e inevitabili cambiamenti ai propri territori ed alla propria urbanizzazione per far fronte all’innalzamento del livello del mare.

Per esempio, negli Stati Uniti le popolazioni che saranno soggette vivono sulle coste orientali e del golfo, dove si prevede che nel 2050 le inondazioni raggiungeranno una frequenza dieci volte maggiore di quella odierna.

Restando sempre sul tema dell'adattamento, volevo chiederle se possibile una precisazione. In merito alla ricerca pubblicata su Nature Climate Change, viene indicato che anche riuscendo a ridurre le emissioni nei prossimi anni, le condizioni di scioglimento dei ghiacciai nell'Antartide occidentale non cambieranno. A questo proposito lei ha parlato del mare che mitiga le condizioni climatiche. È possibile che, paradossalmente, questo in futuro accada ancora di più con lo scioglimento dei ghiacciai?

Il motore climatico della Terra è in rapida evoluzione e lo vediamo anche alle nostre latitudini, con eventi climatici estremi sempre più frequenti. Non basta solo la riduzione della CO2 antropogenica per fermare dei fenomeni, quali quelli del riscaldamento globale che sono già avviati e stanno portando alla fusione dei ghiacciai. Il mare è un importante attore del sistema climatico, e immagazzinando nelle sue acque un importante parte del surplus di CO2 atmosferica prodotta dall’uomo, ha di fatto mitigato l’impatto sul clima. Di sicuro nel futuro, bisognerà prepararsi a affrontare dei livelli di mare più alti con conseguenze soprattutto a carico dei paesi rivieraschi.

Sa darmi un esempio su come prepararsi? Esiste un modo adesso

Attualmente l’uomo vive al di sopra delle proprie possibilità sulla Terra. Dovremmo ritornare a una vita umana sostenibile, anche in termini di numerosità di popolazione, e integrata con la rete trofica esistente e non predatoria di tutte le risorse esistenti. Modifiche importanti dovranno essere fatte anche all’urbanizzazione delle aree costiere.

Invece dottor Azzaro, cosa potrebbe accadere all'ecosistema marino se dovesse avvenire la fusione dei ghiacciai?

Per esempio molte specie che vivono in Antartide oggi non sopravvivranno a questo evento, quindi ci sarà una grossa perdita di biodiversità. Dall'altro lato ci saranno delle specie che colonizzeranno nuovi habitat verso i poli dove attualmente non possono vivere.

Un esempio di specie che potrebbe colonizzare aree più a Nord? 

L'amato Delfino per esempio potrebbe spostarsi sempre più a Nord

Con la fusione dei ghiacciai cosa potrebbe accadere alle correnti marine? 

Purtroppo tra le conseguenze più preoccupanti della fusione accelerata dei ghiacci dell'Antartide c'è anche una possibile alterazione delle correnti marine profonde. Si è stimato che le correnti profonde in Antartide potrebbero rallentare infatti del 40% entro il 2050. Questo causerà inevitabilmente un rallentamento del “motore” freddo delle correnti oceaniche profonde del mondo, con conseguenze importanti non solo a livello locale.