L’Ue dichiara lo stop alle buste di plastica entro il 2030: quali rifiuti da packaging spariranno dal mercato

Il Consiglio e il Parlamento dell’Unione europea hanno raggiunto l’accordo sulla “direttiva imballaggi”. Ecco cosa sarà vietato nel mercato comunitario.
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Francesco Castagna 6 Marzo 2024

Si tratta di un'intesa provvisoria quella raggiunta sulla riduzione degli imballaggi entro il 2030 in Unione europea, approvata sia dal Consiglio che dal Parlamento UE.

Lo scorso dicembre 2023, il ministro delle Imprese Adolfo Urso aveva sollevato numerose criticità in merito al nuovo Regolamento europeo, che a sua detta avrebbe penalizzato fortemente l'economia del Paese. L'Italia è attualmente l'unico Stato membro ad aver votato contro l'adozione del mandato negoziale del Consiglio UE. La presidenza belga quindi ha deciso di rivedere alcuni punti della direttiva, sottoponendolo prima in un primo momento al Coreper, i Comitato dei rappresentanti permanenti, e successivamente agli altri organi UE.

Lo scetticismo italiano deriva da una posizione diversa in merito al riciclo e al riuso: l'Italia, avendo messo in atto un processo di conversione della Packaging Valley emiliana, preme per mantenere prioritario il riciclo tra gli obiettivi UE al 2030, mentre l'Unione europea sarebbe più orientata verso il riuso.

L'eccessiva produzione di imballaggi all'interno dell'Unione europea sta diventando negli anni un tema di cui parlare e un problema da risolvere. Stando ai dati comunicati dall'Unione europea infatti, ogni cittadino UE genera quasi 190 kg di rifiuti di imballaggio all'anno, e il numero è in costante aumento. Sostanzialmente, il Parlamento europeo ha fissato questi obiettivi: il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. "I deputati hanno poi proposto obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040)", si legge nel comunicato UE.

Cosa cambia

Uno dei problemi principali degli imballaggi in UE è che spesso quelli riciclabili finiscono in centri di smaltimento dell'indifferenziata, a causa della mancanza di impianti di trattamento ad hoc. Per questo motivo l'UE ha deciso di puntare sull'eliminazione di alcuni oggetti ritenuti non necessari, oltre a incrementare misure ambientali sostenibili, come: il divieto delle "sostanze chimiche per sempre" negli imballaggi alimentari, che tutti gli involucri siano 100% riciclabili, che i distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore della ristorazione (inclusi hotel, ristoranti e bar) offrano ai consumatori la possibilità di portare e utilizzare il proprio contenitore, l'introduzione di sistemi di restituzione e deposito per bottiglie di plastica monouso e contenitori metallici per bevande.

Quali oggetti spariranno dal mercato

Nei prossimi anni quindi, al fine di produrre meno rifiuti da packaging e quindi impattare di meno sull'ambiente in cui viviamo, non troveremo più in commercio alcuni tipi di involucri. Ecco la lista contenuta all'interno del Regolamento UE:

  • Imballaggi multipli di plastica monouso: film estensibili, film di plastica termoretraibili;
  • Imballaggi di plastica monouso, imballaggi compositi monouso o altri imballaggi monouso per prodotti ortofrutticoli freschi: reti, sacchetti, vassoi, contenitori, buste di plastica;
  • Plastica monouso, imballaggi compositi monouso o altri imballaggi monouso: vassoi, piatti e bicchieri usa e getta, sacchetti, lamine, scatole;
  • Imballaggi monouso per condimenti, conserve, salse, panna da caffè e zucchero nel settore alberghiero, della ristorazione e del catering: bustine, vaschette, vassoi, scatole;
  • Piccoli imballaggi monouso utilizzati negli alberghi: flaconi di shampoo, flaconi per lozioni per mani e corpo, piccoli sacchetti per saponette.

Fonte: Unione Europea;