Il Parlamento Ue corregge la rotta: sì alla riforma del mercato delle emissioni climalteranti e alla Carbon Tax alla frontiera

Via libera del Parlamento Europeo alla riforma del mercato delle emissioni e alla ‘Carbon tax’ sui prodotti importati da Pesi esterni ai confini Ue. Anche termovalorizzatori e inceneritori dovranno pagare per il loro rilascio di gas serra, mentre i permessi gratuiti per le imprese a grande intensità energetica saranno eliminati solo nel 2032.
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Michele Mastandrea 24 Giugno 2022

Un'inversione di marcia, che salva alcune dei provvedimenti più importanti del FitFor55, il pacchetto preparato dalla Commissione Europea per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 e di neutralità climatica al 2050.

Mercoledì è stata infatti approvata dal Parlamento Europeo la riforma del mercato delle emissioni di gas serra, l'Emission Trading System (Ets), dopo che solo lo scorso 8 giugno i deputati di Strasburgo non erano riusciti a trovare un accordo.

L'Ets, dei cui pregi e difetti ti ho già parlato in precedenza, è un sistema che costringe le aziende ad acquistare "permessi di emissione" quando inquinano, limitando il numero di permessi disponibili di anno in anno. Con l'obiettivo finale di arrivare allo stop totale del rilascio di gas serra nell'atmosfera.

I contenuti dell'accordo

"Finalmente ce l'abbiamo fatta. Abbiamo adottato, a enorme maggioranza, la più grande legge sul clima mai vista", ha commentato Peter Liese, principale relatore in Parlamento della proposta di riforma. "Un altro grande passo in avanti per il Green Deal Ue", ha aggiunto la presidentessa della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Ovviamente, per l'ottenere l'ok del Parlamento è stato necessario rivedere – in alcuni caso al ribasso – diversi aspetti del pacchetto, che dovrà ora essere ulteriormente contrattato con il Consiglio Europeo per giungere alla definitiva approvazione.

Il nodo centrale sul quale è stato poi trovato un compromesso era quello dell'abolizione della quota di permessi gratuiti attualmente concessi alle aziende ad alto consumo energetico, in un contesto di costi delle materie prime e dell'inflazione in forte aumento. La decisione è stata quella di rinviare al 2032 l'eliminazione dei permessi gratuiti, attraverso un processo graduale.

I "permessi di emissione" disponibili sul mercato diminuiranno del 4,4% nel 2024, del 4,5% nel 2026 e del 4,6% nel 2029. L'obiettivo è partire in maniera più lenta per accelerare più forte dopo, arrivando nel 2030 all'eliminazione del 63% delle emissioni rispetto al 2005, con la commissione che aveva fissato un obiettivo del 61%. Dal 2027, inoltre, tutte le emissioni prodotte dalle compagnie marittime internazionali rientreranno in quelle sotto il sistema Ets, con le aziende del settore che dovranno dunque pagare per le loro emissioni.

Novità sui termovalorizzatori

Molto importante, soprattutto per quanto riguarda l'Italia, è infine l'emendamento approvato che include anche gli inceneritori e i termovalorizzatori municipali nel campo di applicazione del sistema Ets. Anche il progetto di inceneritore per Roma proposto dal sindaco Roberto Gualtieri dovrebbe dunque sostenere ulteriori costi nell'ambito della sua operatività.

Va poi aggiunto che in favore delle aziende, per compensarne le perdite, è stata approvata la Cbam, una sorta di ‘tassa sul carbonio alle frontiere‘. Verrà pagata sulla produzione di acciaio, cemento, fertilizzanti e altri prodotti nel caso questi venissero importati in Unione Europea da Paesi con forme di tutela dell'ambiente meno stringenti.  Una misura pensata per mettere le imprese europee e quelle straniere su un piano di parità, evitando forme di concorrenza sleale sul piano ambientale.

Infine, per aiutare le persone potenzialmente più colpite dalla povertà energetica, il Parlamento ha dato l'ok alla creazione di un Fondo Sociale per il Clima. In questo modo potranno essere finanziate misure di sostegno diretto al reddito (come la riduzione delle tasse e delle tariffe per l'energia), investimenti nella ristrutturazione degli edifici e negli impianti di energie rinnovabili, incentivi per passare dal trasporto privato a quello pubblico. Il Fondo, secondo il Parlamento, dovrebbe avere a disposizione 16,4 miliardi di euro nel periodo dal 2024 al 2027.