Medicina e nutrizione di genere: come dovrebbero mangiare donne e uomini? Risponde il medico

La nutrizione può aiutare a prevenire o a curare alcune patologie e quella di genere si basa sul fatto che uomini e donne hanno fin da piccoli caratteristiche fisiologiche diverse, e quindi fabbisogni nutrizionali differenti. Vediamo, quindi, come dovrebbe essere declinata l’alimentazione e quali sono i rischi che si possono evitare.
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Evelyn Novello 20 Settembre 2023
* ultima modifica il 20/09/2023
Intervista a Dott.ssa Hellas Cena Medico chirurgo specializzata in Scienze dell’Alimentazione, responsabile del Laboratorio di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Università di Pavia e dell’Unità di Nutrizione Clinica dell’IRCCS Maugeri e membro del comitato scientifico di SoLongevity.

Forse non ci hai mai pensato ma la medicina, così come la conosciamo oggi, è androcentrica. La maggior parte dei medicinali è stata testata su uomini, i sintomi di alcune malattie che conosciamo sono quelli riscontrati su campioni maschili. Gli interessi della salute femminile sono relegati solo all'ambito riproduttivo. Questo può essere un problema perché, in realtà, a partire dall'infanzia, maschi e femmine sono strutturalmente differenti sia per il ruolo che svolgono all'interno della società, sia per questioni fisiologiche che li portano, e nel corso dell'età adulta, ad andare incontro a fattori di rischio differenti. Su questo concetto si basa la medicina di genere, lo studio dell’influenza di sesso e genere sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Approfondiremo qua solo una branca della medicina di genere: la nutrizione. Spesso è sottovalutato ma l'alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella cura di patologie e riuscire a personalizzarla a seconda del genere farebbe sì che la maggior parte di noi arrivi alla vecchiaia nel modo più sano possibile. Per saperne di più abbiamo sentito una della massime esperte in Italia su queste tema, la dott.ssa Hellas Cena, medico specializzato in Scienze dell’Alimentazione, responsabile del Laboratorio di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Università di Pavia.

Dottoressa, cosa intendiamo per nutrizione di genere?

La nutrizione è fondamentale per mantenere un buono stato di salute, questo serve sia nella prevenzione che nella terapia. In entrambi i casi vanno prese in considerazione le richieste dell’individuo che non sono diverse solo a seconda dell'età, del lavoro svolto e dell'attività fisica, ma anche del genere. Maschi e femmine da quando sono preadolescenti, dal momento in cui iniziano a differenziarsi per le modificazioni ormonali, hanno bisogni nutrizionali diversi. Che ci debba essere una distinzione nell'alimentazione di uomini e donne è sempre stato chiaro ma ora se ne si sta parlando di più perché sta nascendo un interesse per la medicina di genere. Ogni aspetto deve essere declinato per genere ma anche composizione corporea, peso, setting ormonale ed effetti collaterali. La medicina è sempre più personalizzata ed è giusto tener conto delle abitudini della persona, delle predisposizioni, delle sue preferenze e del suo stile di vita. Anche la nutrizione deve seguire queste linee.

Il 75% della popolazione mondiale si ammala di malattie cronico-degenerative che per il 90% possono essere evitate

Nella donna quali sono i rischi per la salute che la nutrizione può prevenire?

Dobbiamo partire dall'assunto che la donna nei diversi momenti della vita ha fabbisogni nutrizionali diversi che perlopiù sono scanditi da due fenomeni: il menarca e la menopausa. É più frequente che le donne in stato perimenopausale (poco prima della menopausa, ndr) o in menopausa possono andare incontro ad aumenti di peso con una redistribuzione del grasso che se prima si accumulava sui fianchi, per merito degli ormoni, si accumula, poi, sull'addome e le conseguenze possono essere ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, alterazioni del metabolismo glucidico, diabete tipo 2 e alcuni tumori. Quindi, riconoscere che in alcuni momenti della vita la donna è a rischio di sviluppare patologie ci permette, dal punto di vista nutrizionale, di agire prima che si manifestino. La popolazione mondiale per il 75% si ammala di malattie cronico-degenerative che per il 90% possono essere evitate da uno stile di vita adeguato in cui si include anche e soprattutto un'alimentazione idonea.

Come si differenzia, in pratica, l'alimentazione femminile da quella maschile?

In condizioni di salute, quando la donna entra nel periodo riproduttivo, nelle ragazze c'è un fabbisogno maggiore di ferro a causa delle perdite ematiche mensili. Servono anche più calcio e più vitamina d perchè la donna può andare incontro, con più frequenza rispetto all'uomo, a osteoporosi nell’età adulta. La gravidanza, poi, impone altre necessità: occorrono più vitamine e minerali e più acido folico, perché è un deterrente dai difetti del tubo neurale nel feto, e, nell'ultimo trimestre, serve anche più energia. In collaborazione con una specialista di Harvard abbiamo dimostrato che le donne, che in gravidanza sono già predisposte all'aumento di peso, se assumono alcuni farmaci come alcuni antidepressivi o antipertensivi, possono ingrassare ancora di più predisponendole ai rischi di cui abbiamo già parlato prima, alla base di quel 75% delle malattie cronico-degenerative che si potrebbero evitare.

nutrizione di genere

Invece a cosa devono prestare attenzione gli uomini?

I maschi fin dalla nascita hanno un peso superiore, una massa magra superiore alle donne e, per questo, hanno un fabbisogno di proteine maggiore. Andando avanti con l’età, però, siccome non sono protetti dagli ormoni femminili, tendono ad aumentare di circonferenza vita, fattore di rischio per quelle patologie che nella donna si manifestano più avanti nell’età, vicino alla menopausa. Gli uomini sono sensibili a ipertensione e diabete e l’alimentazione dovrà essere attenta a grassi di origine animale e sodio, in particolare, cibi processati e carne rossa.

Secondo lei i medici di base sono abbastanza formati nella nutrizione?

Purtroppo, la nutrizione clinica non è una materia obbligatoria per tutti i professionisti della salute. Nella maggior parte dei casi si tratta di un argomento conosciuto in modo superficiale. Manca proprio la consapevolezza che esiste un professionista di nutrizione a cui il paziente deve rivolgersi in caso in cui ci sia una patologia complessa. Le nozioni date di solito sono quelle un po' risapute, utili solo per la perdita di peso, ma ci sono casi specifici in cui serve avere nozioni approfondite. Ci sono, ad esempio, indicazioni alimentari precise per il Parkinson e per le terapie oncologiche, che potrebbero essere utili ma che sono ignorate.

La nutrizione di genere si inserisce nella branca della Logevity medicine, in cosa consiste?

Per Longevity medicine si intende la consapevolezza che l'invecchiamento può essere rallentato ma anche accompagnato da modificazioni dello stile di vita che permettono di invecchiare meglio. L'invecchiamento è sì fisiologico, ma può essere una trasformazione accompagnata da minor danni possibili. Ora si vive a lungo ora ma da malati, con una qualità di vita scadente, ed è quello che noi medici vediamo in ospedale quotidianamente. Finché siamo giovani abbiamo la grande responsabilità di fare prevenzione sia primaria che secondaria perché possiamo farla per noi e per i nostri figli. I professionisti della salute, in primis, dovrebbero insegnare alle persone a comportarsi in maniera corretta ma ci dovrebbe essere anche un impegno politico nei confronti delle categorie più fragili. Nelle scuole l'educazione alimentare che sarebbe obbligatoria per legge non funziona. La prevenzione dovrebbe basarsi soprattutto sul coinvolgimento delle nuove generazioni.

Fonti |ISS

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