Messina, gli animalisti si oppongono alla delfino-terapia: “No all’utilizzo di animali reclusi e addestrati”

Nei giorni scorsi è stato annunciato un progetto per realizzare a Mortelle, frazione del comune di Messina, un delfinario a scopo terapeutico e riabilitativo per bambini disabili, ma la Lega Anti vivisezione è insorta contro l’iniziativa: “Va contro le normative”.
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Federico Turrisi 5 Novembre 2019

Di per sé lo scopo è anche encomiabile: alleviare le sofferenze di bambini affetti da grave disabilità. Peccato però che si faccia ricorso a degli animali (dei delfini in questo caso) in cattività che invece dovrebbero nuotare liberi nei mari. A inizio novembre è stato annunciato l'avvio di un progetto per un delfinario a scopo terapeutico e riabilitativo a Mortelle, frazione del comune di Messina, rivolto a bambini con difficoltà cognitive e disabilità. Parte dei 91 milioni di euro messi a disposizione dell'ospedale Irccs Centro Neurolesi Bonino Pulejo di Messina grazie a una convenzione siglata tra il Ministero della Salute e l’assessorato alla Sanità della Regione Sicilia verrebbero destinati per finanziare proprio un centro di delfino-terapia.

Non si è fatta attendere la reazione della Lav, la Lega anti vivisezione: "Non si può fare, è contro le normative". Se ricordi, lo scorso maggio il Tar del Lazio aveva dichiarato illegittimo un decreto emanato nel dicembre 2017 dagli allora Ministri dell’Ambiente e della Salute, Galletti e Lorenzin, con cui si autorizzava il bagno e il contatto con i cetacei detenuti nei parchi acquatici. Le organizzazioni animaliste si sono sempre battute affinché i delfini non venissero utilizzati per continui show ed esibizioni per intrattenere il pubblico. Per questi splendidi animali tutto ciò è fonte di stress e di sofferenza, e non sono pochi i casi di strutture che sono state sottoposte a sequestro dalle autorità giudiziarie a causa di maltrattamenti nei confronti dei cetacei.

La Lav, insieme all'Enpa (Ente Nazionale per la Protezione degli Animali), ha anche annunciato la presentazione di una interrogazione parlamentare dal momento che all’evento di lancio del progetto era presente anche una funzionaria del Ministero della Salute. "Occorre dirottare i fondi previsti per questa pratica verso altre forme davvero utili di sostegno ai bambini con gravi problemi e a forme di terapie che escludano l’utilizzo di animali reclusi e addestrati", ribadisce la Lav in una nota.