Mikhailo Travetsky, l’allevatore che resta in Ucraina per prendersi cura di una razza bovina a rischio di estinzione

Trecento esemplari di mucche da sfamare ogni giorno, per preservarne la sopravvivenza. Mikhailo Travetsky, allevatore e medico veterinario, non ha lasciato il suo allevamento. Il suo unico scopo è sfamare gli animali e distribuire il latte munto nei rifugi antiaerei.
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Gaia Cortese 5 Aprile 2022

Per settimane abbiamo seguito la vicenda drammatica di Andrea Cisternino e del suo rifugio di animali, che l’ex fotografo milanese, poi trasferitosi in Ucraina, non ha mai voluto abbandonare. Pochi giorni fa la lieta notizia che gli aiuti alimentari e i medicinali per Andrea, i suoi collaboratori e gli animali erano giunti a destinazione, ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo, ma finché la guerra non avrà una fine ci sarà sempre chi è in carenza di acqua e cibo e rischia la vita ogni giorno.

Mikhailo Travetsky è un agricoltore e un medico veterinario qualificato. Ha sempre lavorato in vari allevamenti di mezza Europa, prima nell’Irlanda del Nord, poi in Olanda e infine in Ucraina dove è diventato responsabile della gestione di 30mila animali in sette Oblast ucraini.

Poi la decisione di prendersi cura delle razze bovine più rare della sua patria. Oggi, infatti, Mikhailo si sta prendendo cura di trecento animali, ma sono razze bovine a rischio di estinzione, come le mucche grigie ucraine, o come la Lybedinka e l’ucraina a macchie rosse.

La guerra non ha migliorato la situazione, anzi. Mikhailo vive a Pryluky e l’area in cui si trova il suo allevamento, l’Oblast di Sumy, è ormai occupata dall’esercito russo.

"Quando è iniziata la guerra sono andato al mio ufficio locale di reclutamento militare e ho chiesto loro come potessi rendermi utile -racconta in un'intervista su Slowfood Mikhailo -. Ero pronto a combattere per il mio Paese. Sapevo però che se mi fossi arruolato non ci sarebbe stato nessuno a prendersi cura degli animali: la mia famiglia è dovuta fuggire i primi giorni della guerra. L’esercito mi ha detto di rimanere nella mia fattoria e di fornire quanto più latte e prodotti caseari possibile a loro e alla popolazione locale, ed è quello che faccio”.

Oggi Mikhailo è rimasto da solo a prendersi cura dei suoi allevamenti. Dal momento che la sua auto è stata presa dalla moglie e i figli per rifugiarsi in Irlanda dl Nord, il medico veterinario si muove solo con la sua bicicletta, e siccome molte delle strade e dei ponti della zona sono stati distrutti, procurarsi del fieno per gli animali diventa sempre più difficile. Tuttavia, il suo unico scopo quotidiano è procurarsi del cibo per gli animali e portare il latte alle persone che vivono nella zona.

"Ogni giorno vado nei rifugi antiaerei locali e distribuisco il mio latte gratuitamente – racconta Mikhailo -. Nessuno del resto ha soldi per pagare. Non ho abbastanza latte per tutti, ma faccio il possibile. Trovare cibo per i miei animali è sempre più difficile, ma resterò qui a qualunque costo, per salvare loro e la mia gente".

La sua dedizione al lavoro e alla preservazione della biodiversità nonostante rischi la sua vita ogni giorno, ha attirato l’attenzione anche di Slow Food che ha deciso di destinare al medico una parte dei fondi raccolti per aiutare l’Ucraina. Non solo, l'associazione internazionale no profit sottolinea che “tutti gli agricoltori, produttori della nostra rete hanno bisogno di qualsiasi aiuto che siamo in grado di dare loro: sono tutti al lavoro, nonostante questo tempo di guerra. E ciò significa provvedere con tutto il cibo che riescono a produrre ai bisogni dei rifugiati, della popolazione colpita dalla guerra".

Resta infatti anche il problema dei campi intorno a Pryluky: è primavera, ma nessuno li sta seminando. Molti agricoltori sono scappati o hanno dovuto vendere gli attrezzi di lavoro per acquistare armi per difendersi.