Nelle acque dell’Australia è stato scoperto un nuovo corallo gigante: è largo 10 metri, alto 5 e ha più di 400 anni

Scoperto grazie a un progetto di Citizen Science e ribattezzato “Muga dhambi”, il corallo gigante ha attraversato quattro secoli di storia, superando ogni genere di minaccia: dai cicloni all’invasione di specie aliene fino all’aumento delle temperature delle acque per il riscaldamento globale. Per questo rappresenta una preziosa fonte di informazioni per migliorare la nostra conoscenza dei coralli e la capacità di proteggerli.
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Kevin Ben Alì Zinati 24 Agosto 2021

È grande, grandissimo. Anzi: è il più imponente di tutta la Grande Barriera Coralina dell’Australia.

È un corallo simile a una gigantesca cupola, largo 10 metri e alto 5, che un gruppo di sommozzatori ha ritrovato vicino all’Isola di Orfeo, al largo della costa del Queensland.

La scoperta è arrivata all cronache scientifiche grazie alla Citizen Science, un progetto di ricerca partecipata dai scienziati “cittadini”. Che hanno deciso di ribattezzare il corallo “Muga dhambi” (cioè “grande corallo”, appunto).

L'esemplare ritrovato sembra popolare i fondali australiani da oltre 400 anni. Quattro secoli in cui ne ha viste di ogni, battendo qualunque genere di pericolo, dai cicloni all’invasione di specie aliene fino all’aumento delle temperature delle acque per il riscaldamento globale.

Per questo le sue caratteristiche, descritte sulla rivista Scientific Reports, potrebbero diventare una preziosa fonte di informazioni per migliorare la nostra conoscenza dei coralli e quindi la capacità di tutelarli.

Enorme

Lo puoi vedere anche dalle foto che trovi qui sotto: Muga dhambi, che appartiene al genere Porites, è immenso.

È il corallo più largo della Grande Barriera Corallina australiana e il sesto più alto. Secondo le stime, poi, avrebbe cominciato a formarsi tra i 421 e i 438 anni fa, ancora prima dunque che i primi esploratori europei mettessero piede in Australia.

Il passato per guardare al futuro 

Non basta l’incredibile longevità. Muga dhambi gode anche di ottima salute e non dimostra segni di sbiancamento o malattie. Al 70% è ancora popolato da coralli vivi.

Sulla sua sommità, poi, starebbe dando asilo ad altri organismi marini, come la spugna Cliona viridis e le alghe verdi. Caratteristiche che, insomma, dimostrano la vitalità e la capacità di sopravvivenza dell’enorme corallo.

Il grande corallo potrebbe non essere da solo. Gli scienziati hanno sottolineato che nell’oceano Pacifico ci sono altri coralli Porites che sono diventati ancora più grandi. Nelle Samoa americane, per esempio, una colonia di coralli avrebbe raggiunto i 17 metri di larghezza e i 12 metri di altezza di altezza.

Tutti esempi che suggeriscono, quindi, la possibilità di trovare nei prossimi altre colonie di Porites e di allargare così le conoscenze che la scienza possiede sui coralli.

“Le grandi colonie di coralli sono come depositi storici che custodiscono segreti all'interno dei loro scheletri di carbonato di calcio” hanno spiegato gli scienziati autori dello studio.

Hanno anche aggiunto che, un po' sul modello di quanto già si fa con le carote di calotte glaciali per indagare il loro stato e gli effetti del clima nel tempo, allo stesso modo si possono prelevare campioni di scheletri di corallo per vedere come sono cambiate le condizioni dell'oceano sulla Grande Barriera Corallina.

Sfortunatamente però, questo tipo di indagini rischierà con il confermare qualcosa che già sappiamo. Ovvero che gli oceani stanno diventando ambienti sempre meno ospitali per i coralli.

"I coralli sono sensibili ai cambiamenti ambientali, in particolare all'aumento della temperatura del mare. C’è stato un calo del 50% della copertura corallina sulla Grande Barriera Corallina negli ultimi 30 anni” hanno concluso i ricercatori.