Net-Zero Industry Act, il nuovo piano strategico Europeo per diventare un hub rinnovabile

Si tratta di una nuova norma prevista dall’Unione Europea per far fronte ai problemi di oggi, ma anche del futuro: la crisi del caro energia e il cambiamento climatico. In sostanza il provvedimento è burocratese, ma è fondamentale per le tecnologie rinnovabili, in quanto va a semplificare tutto il quadro normativo sulle autorizzazioni da ottenere per produrre e costruire tecnologie rinnovabili, ma anche fare test per sperimentare nuove tecnologie innovative. Con questa legge si punta a soddisfare almeno il 40% del fabbisogno annuo entro il 2030.
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Mattia Giangaspero 21 Marzo 2023
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La lotta strutturale sull'energia a Russia, Cina e America ha inizio. Dopo che l'Unione Europa per un anno è corsa ai ripari, tappando anche un po' le varie lacune, sulla crisi energetica e sul caro energia, con i vari stoccaggi e approvvigionamenti da Paesi terzi, adesso si appresta a trasformare in legge un piano strutturale per creare un vero e proprio hub energetico europeo. Traduzione? In futuro significherà autonomia assoluta. È stata copiata l'idea del governo italiano? Non proprio. Manca infatti una termine da affiancare ad HUB per completare la dicitura ed è "rinnovabile". Infatti l'Unione Europa vuole puntare non solo a risolvere il problema dell'energia, ma anche provare a inserire un nuovo progetto all'interno del maxi piano che porterà alla riduzione delle emissioni di CO2. Il progetto si chiama "Net-Zero Industry Act".

In questo senso l’obiettivo è quello di garantire che almeno il 40% del fabbisogno annuo di tecnologie e beni strategici green, siano prodotti nell’UE entro il 2030. “La domanda europea e mondiale di green tech sta crescendo. E noi ci stiamo muovendo per assicurarci di poter soddisfare una parte maggiore di questa domanda con l’offerta interna”.  Ursula von der Layen, Presidente della Commissione Europea.

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Le aree di interesse del Net-Zero Industry Act

In sintesi si tratta di una nuova norma prevista dall'Unione Europea per far fronte ai problemi di oggi, ma anche del futuro: la crisi del caro energia e il cambiamento climatico. In sostanza il provvedimento è burocratese, ma è fondamentale per le tecnologie rinnovabili, in quanto va a semplificare tutto il quadro normativo sulle autorizzazioni da ottenere per produrre e costruire tecnologie rinnovabili, ma anche fare test per sperimentare nuove tecnologie innovative. Ma adesso vediamo dove si potrà intervenire:

  1. Fotovoltaico e Solare termico
  2. Eolico onshore e Energie rinnovabili offshore
  3. Batterie e accumulatori
  4. Pompe di calore e Geotermia
  5. Elettrolizzatori e Celle a combustibile
  6. Biogas/Biometano
  7. Tecnologie di rete

Come anticipato prima però, la più grande novità è la sburocratizzazione del sistema di approvazione e infatti, per questo motivo verrà richiesto a tutti gli Stati membri dell'UE che le domande su tecnologie green vengano affidate a personali unici. Variano anche i tempi per le concessioni:

  1. 12 mesi per impianti e fabbriche di tecnologie pulite con una capacità produttiva annua inferiore a 1 GW
  2. 18 mesi per impianti e fabbriche con produttività annua superiore a 1GW
  3. 9 mesi per progetti “strategici” se la capacità produttiva annua è inferiore a 1 GW
  4. 12 mesi se la capacità produttiva in questo caso superi 1 GW
  5. Tutte le procedure saranno rigorosamente solo digitali.

Nel testo, in conclusione, vengono promosse anche tutte le tecnologie di stoccaggio di CO2, in quanto l'obiettivo da qui fino al 2030, per l'Unione Europea sarà quello di poter stoccare 50 milioni di tonnellate carbonio ogni anno.

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