Neve nera in Siberia: la colpa è delle miniere di carbone

L’estrazione di carbone nella zona del Kuzneck sta provocando l’emissione di grandi quantità di particolato nell’atmosfera. Così, quando cade dal cielo, la neve raccoglie le sostanze inquinanti e le rende visibili. Le associazioni ambientaliste chiedono maggiori controlli da parte del governo e una riduzione della domanda di carbone dall’Europa.
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Giulia Dallagiovanna 19 Febbraio 2019

Immagina la tua città ricoperta da una coltre di neve. No, non bianca. Nera. Nera come il carbone, perché è proprio da questa fonte fossile che prende il suo colore. Succede periodicamente nell'area attorno al bacino carbonifero di Kuzneck, nella Siberia sudoccidentale. L'ultimo episodio è accaduto il 15 febbraio e i residenti dei centri abitati nei vicinanze hanno riempito i social network di immagini e video per denunciare la situazione.

Il problema sono le miniere a cielo aperto e la conservazione della materia prima estratta con modalità non del tutto legali. Il carbone rimane senza copertura per giorni, esposto alle intemperie che lo deteriorano e ne provocano la sua dispersione nell'aria. Il meteorologo Carlo Migliore ha spiegato che la neve raccoglie tutto il particolato rimasto sospeso nell'atmosfera e lo deposita a terra. Così, la città viene rivestita da un soffice strato nero, dove nessun bambino vorrebbe mai giocare.

Ma la zona, comunemente chiamata Kuzbass, abbreviazione di bacino carbonifero di Kuzneck, non è nuova a queste precipitazioni. Anche perché, se è vero che la neve di quel colore spaventa chiunque la guardi, quello che fa ancora più paura è la consapevolezza che quelle sostanze rimangono nell'aria durante tutto l'anno. Le conseguenze per la salute sono facilmente intuibili: problemi alle vie respiratorie, aumento del rischio di tumore e una vita media più corta di 3 o 4 anni rispetto a quanto accade nel resto della Russia.

Si sta parlando di circa 2,6 milioni di abitanti che trascorrono l'intera esistenza immersi nelle polveri tossiche emesse dalle miniere. Le associazioni ambientaliste protestano da anni, ma la recente nevicata ha fatto in modo che molte più persone si rendessero conto a quale pericolo fossero esposte quotidianamente. Oltre a chiedere controlli più rigidi al governo, però, si augurano che la richiesta di carbone da parte dei Paesi europei, i principali importatori, si riduca drasticamente.

Di nuovo, siamo di fronte al problema dell'inquinamento prodotto da una fonte di energia non rinnovabile. Anzi, da quella più dannosa di tutte che da sola produce quasi la metà delle emissioni di anidride carbonica presente nell'aria. Su Ohga ti abbiamo già parlato di come una ricerca dell'Università di Leeds suggeriva di abbandonare subito questa materia prima per fermare il riscaldamento globale e della decisione della commissione tedesca di farne a meno in modo definitivo entro il 2038.

Ma senza aspettare che gli Stati si muovano in una direzione più ecologica, anche tu puoi fare qualcosa: l'automobile che hai deciso di acquistare, il modo in cui hai scelto di riscaldare la tua casa sono tutte piccole azioni che lanciano un segnale preciso al mercato. È anche in questo modo che puoi lottare per un mondo meno inquinato.