Entro il 2038 la Germania dirà addio al carbone come fonte energetica

La Commissione tedesca sul carbone ha deciso. Entro 19 anni (forse addirittura 16) la quarta economia mondiale potrebbe dire addio alla produzione di energia elettrica da carbone. Ma le associazioni ambientaliste considerano l’obiettivo incompatibile con le disposizioni dell’Accordo di Parigi, e chiedono che la data finale venga anticipata.
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Sara Del Dot 28 Gennaio 2019

Entro 19 anni, la Germania dirà definitivamente addio al carbone come fonte energetica. Dopo mesi di discussioni e 21 ore di trattativa, è stato raggiunto un accordo. L'obiettivo? Fermare le emissioni di gas serra derivanti dalla produzione tramite combustibili fossili. Questi, infatti, hanno un ruolo di primo piano nel problema del riscaldamento globale. La decisione è stata presa dalla Commissione tedesca sul carbone, composta da 28 membri rappresentanti di varie realtà del settore energetico ma anche scienziati e ambientalisti. Il gruppo ha deciso fosse giunta l’ora, per la Germania, di iniziare a fare la sua parte per contrastare i cambiamenti climatici.

Non si tratta di un percorso così scontato: la Germania infatti rappresenta la quarta economia mondiale, nonché il maggior utilizzatore europeo di carbone. Un terzo della sua energia elettrica viene prodotta bruciando questa risorsa, cosa che contribuisce all’emissione di gas serra e inquinanti. La proposta avanzata dalla Commissione non è vincolante per il Governo tedesco ma è tuttavia sostenuta dalla maggioranza parlamentare, e la sua applicazione verrà costantemente monitorata. Anche perché l'accordo non prevede soltanto l'uscita dai combustibili fossili per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, ma ne considera anche tutte le conseguenze. Si deve decidere il destino dei lavoratori dell’industria del carbone, in che modo proteggere i consumatori da eventuali eccessivi aumenti del prezzo dell’energia elettrica, e anche come offrire supporto economico per le regioni minerarie colpite.

Obiettivo insufficiente?

Secondo le varie associazioni ambientaliste come Legambiente, Greenpeace e Wwf, l’obiettivo è stato posto troppo in là nel tempo. Infatti, tenendo conto dell’ultimo rapporto redatto dal Ipcc (Intergovermental Panel on Climate Change) preso in considerazione anche a Cop24 lo scorso dicembre, il consumo mondiale di carbone come fonte energetica andrebbe ridotto entro il 2030 di almeno due terzi, per poi essere eliminato definitivamente entro il 2050. Contemporaneamente, il suo progressivo abbandono andrebbe affiancato dall’implementazione di energie rinnovabili.

Sicuramente quello della Germania è un grande passo avanti e un esempio fondamentale per tutte le altre grandi economie mondiali. Tuttavia, per rientrare nelle disposizioni dell’Accordo di Parigi del 2015, l’Europa dovrebbe uscire dal carbone entro il 2030 per riuscire a mantenere l’aumento di temperatura globale entro 1,5 gradi. Obiettivo irraggiungibile? Probabilmente dipende dal modo in cui verrà affrontato il percorso. È stato ipotizzato che, con una revisione nel 2032, l’estremo saluto al carbone potrebbe essere anticipato al 2035.