
Quando pensi alle emissioni di gas serra, e al loro impatto sul riscaldamento globale, il primo responsabile a venirti in mente è probabilmente l'anidride carbonica. Ma c'è un altro elemento di cui ti dovresti preoccupare: il metano.
Secondo uno studio dell'Istituto per la governance e lo sviluppo sostenibile di Washington, il gas che riscalda la maggior parte dei nostri appartamenti è una vera e propria bomba di calore per il pianeta. Sarebbe infatti responsabile di un riscaldamento pari a 80 volte quello dell'anidride carbonica, sebbene si degradi in poco tempo, circa dieci anni, nell'atmosfera.
Se finora tutte le attenzioni, soprattutto mediatiche, si sono concentrate sulla CO2, la realtà è dunque che sono numerosi i gas climalteranti che contribuiscono al cambiamento climatico.
Lo studio si concentra in particolare sui cosiddetti "inquinanti di breve durata", che oltre al metano comprendono fuliggine, idrofluorocarburi, ozono e protossido di azoto. Se non si interverrà su questi altri gas serra, spiegano gli autori del rapporto, non riusciremo ad arrestare il riscaldamento globale.
Uno dei problemi che ha portato alla sottovalutazione del metano rispetto al global warming è molto banale: le statistiche sono incomplete. Molti Paesi nel mondo, detto semplicemente, non hanno dati precisi e completi sulle loro emissioni.
Inoltre, non ci si è concentrati abbastanza sulle perdite di metano nei processi di estrazione di petrolio, note anche come gas flaring. Oppure sui danni provocati da rispetto a tecniche di estrazione come il fracking. Per non parlare o dell'impatto sulle emissioni che hanno gli allevamenti intensivi di bestiame.
Per Gabrielle Dreyfus, scienziata capo dell'Igsd e principale autrice del rapporto, "serve mandare un messaggio di ottimismo, perché abbiamo strategie a basso o nessun costo disponibili, per rallentare il riscaldamento globale nel breve termine". Nel rapporto si spiega che tagli drastici al metano e ad altri inquinanti di breve durata potrebbero portare a far abbassare la temperature di circa 0,26 gradi entro il 2050. Puntare solo sui tagli alla CO2 porterebbe invece, secondo gli autori, a raffreddare di soli 0,07 gradi entro lo stesso periodo.
"Non possiamo risolvere il problema del clima in rapida evoluzione con soluzioni lente", ha aggiunto Durwood Zaelke, co-autore dello studio e presidente dell'Igsd. Mentre gli sforzi per la riduzione delle emissioni di CO2 si moltiplicano, non bisogna dunque dimenticare l'importanza di altri gas come il metano.
Serve dunque un approccio complessivo alla riduzione delle emissioni. Perlomeno, se si vuole rimanere all'interno degli 1,5 gradi di riscaldamento entro fine secolo, come previsto dagli Accordi di Parigi. Altrimenti, non basteranno gli sforzi legati alla sola decarbonizzazione per assicurare condizioni di vita accettabili a gran parte del nostro pianeta.