“NoNewClothes”: dal 1° giugno riparte la campagna contro la moda fast fashion

L’iniziativa – lanciata dall’associazione Remake – vuole spingere le persone a evitare, per 90 giorni, di acquistare abbigliamento presso i colossi della fast fashion che propongono ai consumatori vestiti a basso prezzo, ma con alti costi sociali e ambientali.
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Martina Alfieri 30 Maggio 2023

Una sfida che spinge i consumatori a riflettere sulle proprie abitudini di acquisto e a considerare l’impatto ecologico e sociale di un’attività – solo apparentemente innocua – come lo shopping. Riparte il 1° giugno 2023 la #NoNewClothes challange: l’iniziativa, promossa dall’organizzazione no profit Remake, che invita a non comprare, per 90 giorni, nuovi capi in abbigliamento.

Meglio possedere pochi vestiti ma di qualità, prodotti nel rispetto della dignità dei lavoratori e della salute dell’ambiente. È ciò che cerca di trasmettere ai consumatori la campagna #NoNewClothes, sfidandoli a non farsi tentare, per almeno tre mesi, dalle colorate e accattivanti vetrine dei colossi della moda, in particolare di quella fast fashion: la moda "veloce” o "usa e getta".

Sfidando te stesso a non comprare "vestiti nuovi" – che si tratti di non comprare nulla o di privilegiare il riutilizzo e l'usato, deciti tu! – ridurrai la tua impronta di carbonio, costruirai abitudini sane, limiterai i rifiuti da smaltire in discarica e terrai i tuoi sudati risparmi lontani da aziende che non garantiscono ai loro lavoratori salari adeguati o condizioni di lavoro sicure”, scrivono gli autori della campagna.

Sul sito è possibile inserire i propri dati e spuntare una casella con cui si accetta simbolicamente, ma in modo da rendere il proprio impegno più concreto, di non comprare vestiti nuovi fino al 1° settembre.

Ormai sappiamo che l’industria della moda contribuisce in maniera significativa ad aggravare la crisi climatica e l’inquinamento, danneggiando in particolare i Paesi a basso reddito, dove l’abbigliamento low cost viene realizzato e poi spesso smaltito.

I capi frutto della moda fast fashion sono infatti spesso prodotti in quantità massive, e sono progettati per essere di tendenza, ma per resistere solo pochi lavaggi, alimentando il nostro bisogno di acquistarne di nuovi.

Alcuni luoghi del Pianeta si stanno rapidamente trasformando in vere discariche di questo tipo di indumenti. Ad esempio, il deserto di Atacama, in Cile, dove ogni anno vengono riversate circa 39mila tonnellate di scarti invenduti dell’industria della moda.

La #NoNewClothes challange può rappresentare una bella occasione per imparare a diventare consumatori consapevoli e sperimentare vie d’acquisto più sostenibili, come i charity shop o i negozi second hand.