
Il Coronavirus sta ribaltando la tua vita. Non puoi uscire, se non per portare fuori il cane ma non più di 200 metri più in là del tuo cancello. Non puoi andare al bar o al ristorante o al cinema o dal parrucchiere: sono tutti chiusi. Puoi vedere gli amici e i tuoi genitori, sì, ma al di qua di uno schermo digitale fatto di luci e pixel.
L’emergenza virus sta invadendo anche ambiti della nostra vita che ritenevano nostri e intoccabili, come il lutto e il dolore per la scomparsa di una persona cara. L’hai visto: feretri solitari, caricati sui camion dell’esercito e trasportati anche fuori comune, per la cremazione, funzioni funebri sospese o con due, tre persone al massimo per via delle restrizioni, e niente fiori. A Bergamo, come in molte altre zone d’Italia, il lutto oggi è diverso.
Abbiamo parlato con la dottoressa Miriam Nipote, psicologa e psicoterapeuta, per provare a capire come poter affrontare la perdita di un caro in una realtà che oggi è uguale ma diversa.
Oggi è diverso ciò che ruota attorno al lutto. Sono cambiate le cose che facciamo quando muore qualcuno a noi caro. A molte persone sta succedendo di non sapere che cosa succederà al familiare malato, altre soffrono per non poter essere con lui nel momento dell’ospedalizzazione. Se succederà il peggio non lo si rivedrà in camera mortuaria e non ci sarà nessuna forma di commemorazione. Queste mancanze diventano come dei “macigni” che si aggiungono al peso del lutto.
Ai parenti dei defunti la situazione richiede uno sforzo diverso. L’elaborazione del lutto ora deve fare i conti con altre emozioni molto forti, come dispiaceri e rimpianti ma anche con delle importanti mancanze. Ci potrebbero essere il dispiacere di non aver potuto salutare la persona cara o il rimpianto di non essere potuti stare vicino alla persona cara in ospedale e in tutto ciò che ha dovuto affrontare.
Bisogna distingue tra il dispiacere, che è naturale, e il senso di colpa che invece non è un dato diretto che deriva dall’esperienza ma è un’elaborazione della mente. È importante ora essere gentili con noi stessi e parlarsi come ci si rivolge a un amico, ricordando che la colpa non è nostra. Nessuno ha voluto questa situazione difficile, nessuno ha scelto di non assistere i familiari in ospedale o di non fare i funerali. E questo lo sapeva bene anche la persona cara.
La commemorazione dei defunti ha radici profondissime, è un insieme di pratiche, ritualità e gestualità di cui qualsiasi uomo di qualsiasi epoca e religione ha sempre sentito il bisogno. È un bisogno profondo e transculturale, che in queste circostanze non può essere colmato. Queste ritualità consentono di riconoscere l’importanza che la persona ha avuto nella nostra vita. Il funerale dà dignità e importanza alla persona cara che è venuta a mancare e ci permette di salutarla augurandogli il meglio, per chi crede, in un mondo diverso dal nostro, qualunque sia.
Sì, tutte queste circostanze possono e potrebbero rendere più difficile accettare e prendere consapevolezza dell’accaduto. Il processo di elaborazione del lutto oggi è molto più difficile.
Mentre stiamo vicini a una persona che ha avuto un lutto, non è assolutamente d’aiuto dire “Devi essere forte”. Questa frase infatti è come se imponesse uno stop al naturale fluire del dolore che ha in sé il bisogno di essere accolto, anche solo con l’ascolto e la vicinanza. Oggi, essere in grado di mostrare questa vicinanza, può essere più difficile del solito, poiché le persone, avendo paura del tema del virus, potrebbero avere la tendenza a scappare, non riuscendo ad offrire vicinanza a chi sta soffrendo. Tuttavia dare spazio a questo dolore, tanto se si è subito un lutto, tanto se si è una persona vicina a chi lo ha subito, risulta la cosa più saggia, più empatica e quindi più importante da fare. Questo perché il lutto non è un sintomo ma è una risposta fisiologica a un evento e per questo ha dei meccanismi di “guarigione” che deve seguire. Bisogna darsi il permesso di essere tristi e fare spazio al dolore, trovando dei modi, anche in queste circostanze, per non isolarsi e per poter invece condividere ricordi e dispiaceri con altre persone.
Innanzitutto significa essere in grado di accoglierlo, senza cercare di lottarci o di negarlo. Oltre a ciò, vuol dire anche gurdare dentro questo dolore e sentire che cosa sta dicendo. Qui c’è la spinta a ricordare la persona cara insieme agli altri. Il dolore rivendica quei bisogni che questo contesto, privo di una vera commemorazione, non ha potuto dare.
Per chi pensa possa essere utile, seguire questo dolore potrebbe significare creare delle forme di commemorazione diverse e condivise con altre persone. Si aggiunge un sorriso su un volto bagnato di lacrime quando nel dolore che stiamo provando arriva un bel ricordo o quando qualcuno ci ricorda i pregi e le cose belle della persona cara scomparsa. Queste sono ritualità che sono contenute in una normale funzione.
A casa, con i familiari più stretti con cui si vive, si potrebbe creare un momento che potremmo chiamare “cerimoniale”, anche se non lo sarà nel modo classico e convenzionale. Sarà dedicato alle preghiere e ai ricordi e ai pensieri rivolti alla persona cara. Credo che possa essere d’aiuto anche dedicare alla persona cara uno spazio online da condividere con chi si voglia. Qui gli altri potranno esprimere vicinanza verso i familiari e questo potrebbe aiutare a non sentirsi isolati nel dolore. Condividere qualcosa di bello con gli altri è ciò che ci può aiutare ad aggiungere sorrisi sulle lacrime. Nel momento di dolore risultano molto importanti per la persona che è in lutto, i ricordi positivi e la stima che gli altri nutrono verso la persona che è venuta a mancare. Questi canali potrebbero rappresentare un modo per non privarsi di questi aspetti.
È vero, oggi la reazione di chiudersi nel silenzio, è più probabile del solito. Tuttavia trattare il tema come un tabù, non parlarne in famiglia o con altri potrebbe creare dei blocchi nell’elaborazione del lutto. Tutto ciò che abbiamo esposto, fare spazio al dolore, creare delle forme alternative di commemorazione, poter parlare dell’accaduto e della persona persa, condividere ricordi su di lei con altri, tutto ciò può aiutare a scorrere lungo le fasi di elaborazione del lutto favorendo il suo naturale decorso.