Ortoressia nervosa: è (anche) colpa dei social? Qualche consiglio per non cadere in comportamenti eccessivi

Che a diffonderli siano nutrizionisti o sedicenti esperti non qualificati, i social network pullulano di contenuti che sottolineano quanto cibi, ingredienti o nutrienti specifici possano fare male alla salute. Non rischiamo, così, di produrre l’effetto contrario a quello desiderato?
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Dott.ssa Silvia Soligon Biologa nutrizionista
2 Ottobre 2023 * ultima modifica il 02/10/2023

Da qualche mese ho scoperto che la figlia di un'amica è letteralmente “in fissa” con l'alimentazione: evita accuratamente tutta una serie di cibi che ritiene poco salutari o non adatti al suo organismo, pesa tutto ciò che mangia, vuole preparare da sé i suoi pasti. «Le hanno detto che è sottopeso di 10 chili», mi racconta la mia amica, «ma non è anoressica e nemmeno bulimica», continua, quasi a voler allontanare lo spettro dei disturbi del comportamento alimentare. Ma, in realtà, anche l'attenzione eccessiva nei confronti di ciò che si mangia può ricadere nei Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione; a dircelo è il DSM-V (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), che chiama questo comportamento in un modo specifico: ortoressia nervosa.

Un'altra amica mi ha fatto notare quanto siano ormai diffusi «i video su Instagram e TikTok dove nutrizionisti vari vanno al supermercato a dirti, in poche parole, che tutto quello che mangi potrebbe potenzialmente ucciderti», sottolineando il suo timore che «contenuti così veloci e poco approfonditi rischino di seminare la paura di tutto, senza darti la giusta alternativa da seguire» e che «possa favorire l'ortoressia». Ma è vero? I social network possono contribuire all'insorgenza di questo disturbo?

I sintomi dell'ortoressia nervosa

Cerchiamo di rispondere a questa domanda avendo prima di tutto ben presente di cosa stiamo parlando e, quindi, quali sono i sintomi dell'ortoressia nervosa. Che si tratti di un disturbo che coinvolge la sfera emotiva e psicologica ci è già stato chiarito tempo fa dalla dottoressa Sara Covili Faggioli, intervistata per Ohga! da Giulia Dallagiovanna. Non a caso, i suoi campanelli dall'allarme includono diversi comportamenti e stati d'animo:

  • darsi e seguire ferree regole alimentari, evitando cibi o ingredienti considerati non salutari;
  • preoccuparsi eccessivamente della purezza del cibo e delle possibili conseguenze fisiche ed emotive del suo consumo, a loro volta determinate dalla sua qualità e alla sua composizione;
  • essere convinti che le proprie abitudini alimentari siano migliori rispetto a quelle altrui, che vengono mal tollerate;
  • preoccuparsi eccessivamente per il proprio stato di salute;
  • a volta, avere pensieri e comportamenti associati al cibo ossessivi o compulsivi;
  • porre eccessiva attenzione a teorie sull'alimentazione di vario genere (anche di dubbia validità);
  • stressarsi e avere risposte emotive eccessive nel caso in cui si trasgredisca alle regole che ci si è imposte;
  • far dipendere eccessivamente la percezione del proprio corpo e della propria identità, l'autostima e la soddisfazione personale dai propri comportamenti alimentari;
  • trascorrere troppo tempo (3 o più ore al giorno) a informarsi sulla composizione del cibo e sulla sua preparazione secondo principi salutari;
  • spendere più di quanto ci si possa permettere per acquistare cibo “di qualità”;
  • malnutrizione;
  • compromissione della vita sociale e lavorativa.

Ecco perché, per esempio, mi preoccupo quando la mia amica mi rassicura sul fatto che alla figlia piaccia occuparsi della sua alimentazione. «Vuole sempre cucinare lei e sceglie sempre con cura gli ingredienti e i metodi di preparazione», mi racconta, sottolineando con tono della voce e gesti quanto la ragazza sia inflessibile a riguardo – quasi maniacale, mi fa capire.

Cosa c'entrano i social network?

L'idea che i social network possano promuovere questi comportamenti e queste emozioni non è affatto peregrina. Dopo tutto, sappiamo bene come altri strumenti di comunicazione più datati – dai giornali alla televisione, passando per i cartelloni pubblicitari che tappezzano le città – siano in grado di influenzare comportamenti da cui dipende la percezione del nostro corpo e, quindi, i nostri comportamenti alimentari. L'immagine salutare per eccellenza è, purtroppo, quella della ragazza filiforme e del ragazzo “fisicato” e non tutti siamo consapevoli del fatto che non esiste uno standard valido per tutti, ma che ognuno di noi può stare in salute nella sua forma fisica “naturale” (più che “ideale”).

Ecco, così come le pubblicità di costumi da bagno indossati solo da ragazze filiformi potrebbero portarti a pensare che solo quella forma fisica sia socialmente, emotivamente e medicalmente accettabile, non è da escludere che anche i contenuti social che parlano di quanto sia poco salutare un cibo e quanto faccia bene un altro possano portarti a escludere un cibo dalla tua alimentazione e a riporre un'eccessiva fiducia nei benefici dell'altro. E contenuti social di questo tipo sono ormai all'ordine del giorno.

Spesso si tratta di contenuti molto “veloci”: in meno di 1 minuto sembrano dirti tutto ciò che c'è da sapere sul cibo o sul nutriente di cui parlano. Altrettanto spesso non hanno mezze misure; il messaggio è netto: devi eliminare questo; devi assolutamente mangiare quest'altro. Per di più, quasi sempre fanno perdere di vista il principio fondamentale che dovrebbe stare alla base di ogni filosofia alimentare che voglia dirsi sana: mangiare in modo più vario e bilanciato possibile – perché è attraverso la varietà e il bilanciamento della tua alimentazione che puoi assicurarti, da un lato, di assumere tutte le sostanze di cui hai bisogno e, dall'altro, ridurre al minimo i livelli di sostanze poco utili o potenzialmente dannose.

Qualche suggerimento per non cadere in comportamenti eccessivi

Proprio perché c'è di mezzo una forte componente psicologica ed emotiva, combattere l'ortoressia nervosa non è semplice. Voglio però lasciarti darti qualche suggerimento per aiutarti a capire quali contenuti social potrebbero farti cadere in comportamenti eccessivi.

  1. Non fidarti delle affermazioni troppo nette.I carboidrati fanno ingrassare”, per esempio, è una frase che di per sé non ha molto senso, perché tutti i nutrienti, se assunti in eccesso, ti fanno correre il rischio di ingrassare. Perché, allora, prendersela solo con i carboidrati?
  2. Non fidarti di chi dice di svelarti la verità che tutti gli altri non ti dicono. È altamente probabile che ti stia propinando una teoria non verificata o addirittura campata per aria.
  3. Ricorda che non esistono superfood che esentino dal seguire quel principio fondamentale di cui ti ho parlato sopra. Leggi: abbuffarti di avocado o di bacche di goji non ti servirà a molto se la tua alimentazione è poco varia e sbilanciata.
  4. Non pensare che l'alimentazione possa essere sana solo se comporta delle privazioni. Il vero trucco sta, ancora una volta, nella varietà. Non credere, per esempio, a chi ti dice che devi per forza mangiare uova a colazione: anche i biscotti possono andare bene, se consumati con criterio all'interno di un'alimentazione varia ed equilibrata.
  5. Contestualizza i discorsi che senti sui social. Durante la settimana per la salute del cuore, per esempio, tutti ti parleranno di quanto facciano male i grassi saturi, ma ciò non significa che tu debba mettere al bando il burro dalla tua vita.
  6. Non prestare eccessiva fiducia alle affermazioni dei non addetti al settore. Non sempre hanno una preparazione adeguata.
  7. Ricorda che i social sono anche strumenti di marketing e che non sempre chi vuole venderti qualcosa ti racconta il rovescio della medaglia.

Se hai dei dubbi sulla veridicità delle informazioni che recuperi sui social network, verificale consultando le Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana del Crea. E se non sai muoverti nemmeno al loro interno, chiedi aiuto al tuo nutrizionista: saprà darti una mano a districarti nella giungla di suggerimenti non richiesti in cui puoi rimanere intrappolato navigando in Internet.

Laureata in Scienze Biologiche con un dottorato in Scienze Genetiche e Biomolecolari, ha lavorato nel campo della ricerca fino al 2009 altro…
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