Perché ci piace tradire il partner: perché lo facciamo e qual è la spiegazione psicologica

I tradimenti di solito sono un ostacolo al proseguo della relazione e tendiamo a non voler perdonare. Dovremmo però capire da dove ha origine la nostra avversità ai tradimenti e qual è il concetto di coppia o di relazione che maggiormente ci rispecchia.
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Evelyn Novello 31 Gennaio 2024
Intervista a Dott.ssa Ilaria Bruschi Psicologa e psicoterapeuta

Se si verifica, di solito, rappresenta un punto di non ritorno. Molte coppie si separano, altre provano a ricominciare ma la ferita rimane aperta e niente sarà più come prima. Sto parlando del tradimento, quel gesto che può sconvolgere una relazione, che porta la persona tradita a chiedersi cosa stia succedendo, cosa ha fatto di sbagliato per causarlo e cosa avrebbe potuto fare per evitarlo. In verità, sono molte le dinamiche che sottostanno al tradimento e concorrono sia fattori individuali che di coppia ma, per capirle, dobbiamo prima di tutto scavare alle radici della questione. Perché consideriamo la fedeltà un elemento fondante di una relazione?

"Il tradimento può dipendere da una mancata maturità – spiega la psicologa e psicoterapeuta Ilaria Bruschi. – Sicuramente c'è una fase dell'età in cui, anche se siamo diventati adulti, cerchiamo di riproporre comportamenti deresponsabilizzati e più adolescenziali. Chi ha la tendenza a tradire il partner e ha trarne piacere non è solo perché qualcosa non funziona nella coppia ma anche perché alcuni passaggi dentro sé stesso nello sviluppo della sua maturità non sono stati affrontati".

Visto da questa prospettiva, il tradimento può essere uno scudo, qualcosa che mettiamo in atto per rompere una relazione che non ci sentiamo pronti a continuare seriamente. "Può essere una leva sabotante – precisa la psicologa. – La relazione per noi può essere importante ma potremmo avere paura a viverla e quindi la distruggiamo. In questo caso il problema è che non abbiamo il coraggio di sganciarci in modo maturo e di assumerci le nostre responsabilità".

Un altro tema è che colleghiamo l'attrazione, e quindi la sessualità, alla fedeltà. Come spiega la psicologa, "teniamo molto all'esclusività della relazione. Il tradimento è una delle ferite primordiali dell'essere umano, in passato veniva punito con la morte. Ma ora stiamo andando in una direzione in cui fedeltà non significa automaticamente fedeltà sessuale e tradimento non significa solo tradimento sessuale".

"Se scaviamo nelle relazioni di oggi non ci sono schemi così rigidi – continua Bruschi. – Ci sono le cosiddette coppie bianche, le coppie aperte, le persone monogame e poliamorose. E poi non possiamo pensare di essere tutti monogami. Il filosofo e sociologo Zygmunt Bauman dice che la nostra epoca è caratterizzata da "relazioni liquide", cioè vincoli molto fragili che stabiliamo con le persone intorno a noi. Le relazioni non sono più chiuse in ruoli precostituiti perché non riusciamo più a sostenerle".

Ma allora, perdonare o meno un tradimento? Tendenzialmente, per principio, siamo portati a non volerlo fare. "Siamo figli di un retaggio storico in cui questa ferita era qualcosa di imperdonabile, ma oggi potremmo iniziare ad abbandonare questo modello, a meno che non sia un comportamento ripetuto e patologico. Potremmo vedere il tradimento, anzi, come punto per ripartire e capire cosa stiamo sbagliando noi stessi e come coppia. Sarebbe importante andare verso una fase di perdono e riconciliazione anziché prendere vie punitive".