
Il burro, grasso animale molto utilizzato in diversi tipi di cucine tipiche, è un prodotto caseario derivato dal latte che si ottiene agitando la panna fresca o il latte vaccino ottenendo un panetto solido. Lo si mangia crudo oppure sciolto, come grasso, e ha davvero molte calorie.
Un dubbio che viene a molti, soprattutto quando il panetto di burro si trova da parecchio tempo in frigorifero, riguarda il colore giallo del burro: quando si ingiallisce, è ancora buono? Posso utilizzarlo? E soprattutto, perché alcuni burri sono bianchi e alcuni giallognoli?
Ecco tutte le risposte riguardo al colore giallo del burro in frigorifero.
Innanzitutto, il colore giallo del burro è segno di qualità. La ragione è da ricercare nell'alimentazione delle mucche: quelle che mangiano erba al pascolo, e quindi quelle più libere, assumono attraverso l'erba molto più betacarotene rispetto alle mucche che invece si nutrono di solo fieno. Il latte delle prime, di conseguenza, è più giallo e colorato, mentre il latte delle vacche alimentate a fieno è bianco.
Non a caso, il burro acquistato direttamente dal contadino o il burro biologico sono spesso più gialli rispetto al burro acquistato al supermercato. E per essere certi che anche quello acquistato al super, quando giallo, sia davvero di qualità, è bene controllare che non ci siano coloranti (come ad esempio lo zafferano): alcuni produttori, infatti, aggiungono colore proprio per dare l'impressione di trovarsi di fronte ad un prodotto più organico.
Un'altra ragione alla base della colorazione del burro è la stagione in cui viene prodotto. In inverno, infatti, anche le vacche più libere mangiano fieno, e non l'erba fresca, e di conseguenza i formaggi e i prodotti caseari invernali saranno leggermente più chiari rispetto a quelli prodotti nella stagione calda.
Al di là del fatto che il tuo burro sia bianco o giallo, potrebbe capitare di tirarlo fuori dal frigorifero e di accorgerti che si è scurito, ingiallendo o acquisendo un colore ancor più ocra. Come sempre quando si tratta di colori che variano, significa che l'alimento è stato esposto ad un processo di ossidazione, ovvero che è entrato a contatto con l'aria.
A differenza di altri alimenti che, pur scuriti, rimangono commestibili e buoni, il burro ingiallito significa che è andato a male. Spesso, tuttavia, basta tagliare la parte gialla per raggiungere quella bianca (o più chiara). Se questa non risulta acida o rancida, significa che il burro (se non è scaduto secondo quanto riportato sulla confezione!) è ancora utilizzabile. Fidati, insomma, del tuo olfatto.