Perché neghiamo l’esistenza della pandemia? Il negazionismo come meccanismo di difesa

Non è la prima volta che dobbiamo fare i conti con il fenomeno del negazionismo. Esiste chi nega l’olocausto, ad esempio, oppure il cambiamento climatico. Ma con la pandemia questa situazione si è fatta più pressante. In realtà, è la paura ad attivare il meccanismo di diniego psicologico che si nasconde dietro chi si rifiuta di credere all’esistenza del Covid o chi sostiene le teorie del complotto.
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Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
9 Luglio 2021 * ultima modifica il 09/07/2021

Il nuovo Coronavirus ha lanciato un’ardua sfida al settore medico, politico ed economico su scala mondiale ma ha anche posto le basi per un’ulteriore lotta: quella contro la disinformazione. Infatti, contemporaneamente alla diffusione della malattia da COVID-19, sono proliferate molteplici teorie del complotto e molti individui si sono schierati sul fronte del negazionismo.

Ma perché questo accade? Cosa spinge le persone a credere che le bare trasportate dai mezzi militari a Bergamo fossero in realtà vuote e che non vi sia alcuna emergenza sanitaria in corso, nonostante le evidenze?

La psicologia offre un’ottima chiave di lettura per comprendere al meglio tale fenomeno.

Le motivazioni psicologiche

Chi sostiene una teoria del complotto, come quella secondo cui il nuovo Coronavirus sia stato diffuso da Bill Gates al fine di impiantare microchip negli esseri umani attraverso i vaccini, lo fa per soddisfare alcune motivazioni psicologiche.

Infatti, l’essere umano ha bisogno di comprendere ciò che accade nell’ambiente che lo circonda e ha bisogno di sentirsi parte di un mondo sicuro e sotto il suo controllo. La soddisfazione di tali bisogni viene meno nel momento in cui si verificano degli eventi altamente preoccupanti, complessi e fuori dal controllo dell’individuo, come è accaduto con la pandemia da COVID-19.

Per far fronte a tale problema l’essere umano può ricorrere ad alcuni stratagemmi, come le teorie del complotto o del negazionismo, che gli permettono di soddisfare tali bisogni anche in situazioni simili. Infatti, è più semplice credere che i mezzi militari a Bergamo fossero vuoti piuttosto che questi fossero colmi di vittime del nuovo Coronavirus.

È più semplice, ma anche meno preoccupante, credere che la pandemia sia un’enorme bufala, perché nel caso in cui questa fosse reale l’essere umano dovrebbe preoccuparsi e armarsi di quei pochi strumenti che ha a disposizione per combatterla.

Recentemente Ratner e Gandhi (2020) hanno pubblicato, sulla prestigiosa rivista di medicina The Lancet, un articolo denuncia nei confronti di parte della popolazione statunitense che si rifiuta di seguire le indicazioni mediche per poter contrastare la diffusione del COVID. Secondo alcuni cittadini U.S.A. il COVID-19 non esiste, per tale motivo è del tutto inutile rispettare le limitazioni imposte dal governo per poter fermare l’esponenziale diffusione del virus.

Un fenomeno analogo si è sviluppato anche nel nostro paese, in Italia i mass media hanno definito "negazionisti" coloro che rifiutano di credere all’esistenza del virus.

Per i negazionisti il COVID-19 non esiste, a Bergamo non è morto nessuno, i video e le foto delle bare mostrate dai mass media erano dei fake, e secondo alcuni di loro i vaccini sono degli strumenti per poter ridurre il numero della popolazione mondiale. Per poter dare sostegno alle proprie tesi i negazionisti fanno uso di teorie pseudoscientifiche, basate su aneddoti o elementi parziali di una verità scientifica.

L’elemento che hanno in comune i negazionisti italiani con quelli statunitensi è l’uso prevalente di un meccanismo di difesa teorizzato e ben studiato dai teorici dinamici: il diniego.

Il diniego psichico è una forma primitiva di difesa che permette il disconoscimento di dati sensoriali provenienti dal mondo esterno fortemente destabilizzanti. La realtà esterna viene ritenuta eccessivamente minacciosa per la propria integrità psichica e per tali motivi viene rinnegata. Il diniego permette di controllare l’angoscia causata da un evento esterno attraverso la completa negazione dell’evento stesso.

I negazionisti mettendo in atto collettivamente il diniego negano l’esistenza all’interno della realtà di un elemento altamente minaccioso per la propria integrità psichica.

Il negazionismo non è limitato esclusivamente al COVID-19, ma coinvolge anche fatti storici come l’olocausto oppure temi sociali come il cambiamento climatico. In molti infatti negano la veridicità del genocidio degli ebrei da parte della Germania nazista, oppure negano l’esistenza di una crisi climatica. Tesi negazioniste molto spesso sono anche incentivate da scienziati associati a diverse lobby o dagli stessi esponenti politici.

Come gestirlo e affrontarlo

La manifestazione di forme collettive patologiche come il negazionismo si combattono attraverso campagne educative sociali in cui la psicoanalisi o altre forme di psicoterapia diventano la base di trasformazioni socio-culturali indispensabili per una crescita generale dell’umanità. Il proliferarsi di dinamiche sempre più primitive all’interno della società deve preoccupare non poco tutti i professionisti impegnati nella salute mentale a un ripensamento delle strategie di cura e di prevenzione a livello sociale.

Ratner suggerisce: "Operatori sociali che hanno dimestichezza con le difese psicologiche, provenienti da comunità in cui dilaga il diniego di COVID-19, potrebbero aiutare a creare una campagna di comunicazione più credibile. Gli psicoanalisti, inoltre, dovrebbero istruire i leader governativi circa i meccanismi di difesa, e fare da consulenti a chi scrive loro i discorsi. Quando c’è da comunicare con persone reali, in tutta la loro complessità, una generica checklist non può sostituire la formazione e l’esperienza clinica. Né può tenere conto di come il pensiero difensivo si manifesta specificamente in una data regione o in una particolare crisi. Serve un lavoro più articolato e ricco di sfumature".

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…